Caro Direttore,
alcuni mesi addietro appresi che un ragazzo neolaureato era arrivato ad accumulare in un mese, circa ventisettemila euro.
Quando ero in servizio li mettevo insieme in sette mesi di lavoro fatto di enormi responsabilità; ovviamente lo stesso vale per Colleghi che hanno fatto e fanno lo stesso mio lavoro.
Dopo aver assunto un numero imprecisato di personale sanitario, probabilmente con le solite promesse di stabilizzazione, ecco che i nodi arrivano al pettine: non ci sono più soldi, e quindi tutti a casa: USCA e getta.
I sindacati sono, come al solito, sulle barricate ripetendo le stesse cose trite e ritrite.
Ho anche sentito che se prima i reparti erano tutti Covid, adesso devono essere tutti non-Covid: certo, c’era l’emergenza, ma come è stata gestita questa emergenza?
La triste verità è che manca non solo la cultura medica, ma anche il buon senso.
A governare la sanità non possono esserci laureati in medicina; devono esserci medici, cioè non quelli che si limitano a leggere le carte nautiche (Osler, illustre Clinico del secolo scorso ) ma coloro che navigano nei mari in tempesta, che in medicina sono le corsie.
Ieri, guardando un telegiornale locale, ho avuto l’impressione di essere a "Scherzi a Parte".
L’ultima è che non si trovano medici, e allora come risolvere i problemi delle guardie mediche, specie nei posti di mare del Ragusano? Assoldando (sic! ) i neolaureati.
Intendiamoci, non quelli usciti dalla Harvard Medical School, ma quelli usciti dalle nostre università, specie Catania, che come tutti sanno è ai primi posti nelle graduatorie universali.
Avendo avuto a che fare con alcuni di questi laureati, mi sono ricordato di Seneca e della di Lui "Subitanea Morte": me la auguro!
Perché il pressappochismo e l’incultura ormai la fanno da padrone, e davvero opera il principio dell’ "uno vale uno" di grillina memoria.
Ma c’è un altro problema di cui nessuno parla: quello degli anziani.
Ormai i ricoveri nelle medicine generali e nelle chirurgie generali non ci sono più forse perché mancano le medicine e le chirurgie generali.
Gli anziani vengono infatti mandati a concludere lo loro vita terrena nei posti più improbabili, dimenticando che nella loro vita lavorativa hanno contribuito a mantenere questo servizio sanitario nazionale che ora li vuole al cimitero nel più breve tempo possibile.
Il fatto è che la sanità, specie quella siciliana ed in particolar modo quella locale, va rifondata affrontando prima di tutto il problema culturale: una seria valutazione di tutto il personale sanitario, ed in particolar modo di chi dirige: se un primario medico non sa visitare e curare, se un primario chirurgo non sa operare, se le carriere sono state fatte sulla carta dei falsi lavori (Ciulla del MedLine) o su sequenze del DNA, allora non strappiamo queste preziose mani all’agricoltura: è Il Tempo delle Angurie, remake del Tempo delle Mele!
P.S. Di Maio, noto conoscitore dell’uso del congiuntivo, Toninelli, noto conoscitore della geografia, Cancelleri, ex magazziniere, sono ministri e viceministri o lo sono stati.
Ma di che ci meravigliamo?