La storia, perché di storia si tratta, di Giambattista Scirè l'abbiamo seguita e raccontata per anni.
Una delle troppe vergogne indelebili dell'Università di Catania, di chi l'ha governata, di chi l'ha ridotta ai minimi termini nonostante le tante eccellenze mortificate e vilipese.
Giambattista Scirè è uno storico al quale venne scippato il ruolo, che era anche il suo posto di lavoro e la sua vita, con tutta una serie di atti, commessi ed omessi comprese sentenze non ottemperate, che nonostante giudicati illegittimi e persino illeciti da numerose sentenze ostinatamente non gli veniva restituito, per non creare il precedente che contro il "potere", contro la loro casta, si possa vincere.
È una storia di cattiveria, di crudeltà, di gente senza scrupoli che non ha rispetto di niente, talmente arida e malata di potere da non avere la minima sensibilità per capire il male che fanno quando negano diritti alle persone, quando pretendono di decidere delle loro sorti a dispetto delle regole, quando formano commissioni delinquenti che falsificano i meriti, quando esercitano vendette ed estorsioni trasversali per zittire chi li denuncia come neanche le peggiori cosche mafiose osano fare: ne sappiamo qualcosa!
Quanto dolore hanno provocato a centinaia di studiosi annichiliti dalla loro violenza, alle loro famiglie impotenti e indifese sol perché perbene, senza padrini o padroni, che hanno dovuto sopportare di vedere i propri figli soffrire per anni, abbandonare la propria città ed i propri affetti perché qui schiacciati "come merde": parole usate da questi infami e scoperte con quelle intercettazioni sconcertanti emerse con l'inchiesta "Università Bandita" della DIGOS e della Procura di Catania che hanno svelato una miseria infinita.
E quanti danni alla nostra comunità, privata di troppi talenti per favorire i loro protetti.
E ancora, il discredito su una istituzione tra le più antiche e gloriose del mondo, ridotta al ludibrio dove anche le eccellenze, che pure ci sono, devono provare vergogna anche solo perché non hanno avuto il coraggio di spezzare il giogo che li imbriglia tutti, anche quelli che pensano di fare il proprio dovere quando non basta più essere onesti in un contesto criminale: bisogna avere il coraggio di combattere, di scendere in campo.
Un mondo autoreferenziale che continua imperterrito a pretendere di potersi gestire come crede, garantendo impunità, arrivando all'impudenza di secretare gli atti amministrativi impedendone il controllo alla pubblica opinione e con la sfacciataggine di non costituirsi parte civile nel procedimento "Università Bandita" che resta il monumento alla loro scandalosa condotta, pensando che possa bastare istituire grottesche e complici "deleghe alla trasparenza e legalità" che in realtà sono solo improbabili foglie di fico neanche efficaci come tali.
MA OGGI È FESTA.
È festa perche Giambattista Scirè, senza dover dire grazie a nessuno se non alla sua tenacia che ne ha fatto un caso nazionale, è stato finalmente reintegrato nel suo ruolo di ricercatore.
Non è certo vinta la guerra, è solo una battaglia, importante ma una battaglia.
La guerra sarà vinta quando l'Università sarà liberata dai carrieristi ed i baronetti saranno finalmente cancellati dai Maestri, perché di questi abbiamo bisogno, perché una comunità devastata e depredata può solo sperare che i Maestri riprendano il ruolo di guida di una società perduta per aiutarci a recuperare la Visione di un Mondo possibile, più bello, più degno: ABBIATE CORAGGIO, MAESTRI, SAPPIAMO CHE CI SIETE, USCITE FUORI E PRENDETE IL RUOLO CHE VI SPETTA E DI CUI ABBIAMO BISOGNO.
Auguri di cuore Giambattista, con l'impegno di continuare a dare voce e sostenere tutti i Giambattista che ne hanno bisogno: COSTI QUEL CHE COSTI, e tu sai quanto ci è costato.
Adesso, com'è giusto, diamo la parola a Giambattista che con due post ha dato la notizia del suo reintegro e ripercorso le tappe salienti del calvario cui è stato sottoposto.
Un calvario che si è trasformato in boomerang per i suoi carnefici che lo sono anche di altre centinaia di vittime e che adesso si sono riunite in un associazione "TRAME, L'Università che vogliamo", che sta dando filo da torcere a molti dei mafiosi accademici in giro per gli atenei di tutta Italia.
Il servizio del TG1 dedicato alla violenza subita da Giambattista Scirè
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