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All'Ardizzone Gioeni uno spettacolo di rara raffinatezza: Raju di Bellicza, i tormenti della poesia che divent

25-06-2022 07:55

Music Opera Festival

Cronaca, Cultura&Spettacolo, Focus,

All'Ardizzone Gioeni uno spettacolo di rara raffinatezza: Raju di Bellicza, i tormenti della poesia che diventano musica

5 musicisti (arpa, flauto, percussioni, violino e violoncello) la voce solista di Francesca Laganà e quella narrante di Alessandro Idonea

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Un vero e proprio evento culturale ed artistico,

uno spettacolo raffinatissimo che rende onore alla più alta tradizione siciliana e mediterranea.

 

"L’ultimo volo di Antonio Veneziano"
Testo Francesco Randazzo
Musica M° Carmen Failla


Un poeta siciliano della fine del '500, Antonio Veneziano, intenso e tormentato che viene celebrato con uno spettacolo unico ed originale: sul palco 5 musicisti (arpa, flauto, percussioni, violino e violoncello) e la voce solista di Francesca Laganà ad interpretare le straordinarie musiche di ispirazione mediterranea ideate dalla compositrice e direttore d'orchestra M° Carmen Failla, impreziosite dal testo scritto da Francesco Randazzo sulla vita, le vicissitudini e la poesia del grande poeta siciliano interpretato da Alessandro Idonea che ne declamerà alcune tra le poesie più intense.
 


AMPIO PARCHEGGIO INTERNO DAL 597 DI VIA ETNEA.
BIGLIETTI DISPONIBILI IN PREVENDITA ON LINE SU BOXOFFICE 

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www.musicoperafestival.it
info@spevents.it
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L'autore del testo Francesco Randazzo riassume la storia che fa da sfondo all'opera musicata dal M° Carmen Failla:


"I poeti maledetti emanano una fascinazione che passa attraverso le loro opere ma anche e forse soprattutto attraverso le loro vite, tormentate, combattute, destabilizzanti nel loro e nel nostro tempo.


Antonio Veneziano (1543-1593), fu uno di loro.

 

Giovane di brillante intelligenza, dalla natia Monreale, va a studiare a Palermo, poi a Messina, infine a Roma presso i Gesuiti.

 

Coltissimo ma inquieto, la sua sarà una vita avventurosa e scapestrata.

 

S’innamora della giovane nipote; rapisce un’altra fanciulla, ha tresche amorose con varie nobildonne e popolane, nubili o sposate; è accusato, di omicidio, inganna, truffa, litiga continuamente.

 

Scrive trattati in latino, epistole, invettive, componimenti poetici d’amore o satirici in siciliano contro il potere costituito.

 

S’imbarca per la Spagna ma viene rapito dai pirati musulmani e portato in Algeri, dove rimarrà per qualche anno e dove conoscerà un altro illustre prigioniero, Miguel Cervantes il futuro autore del romanzo più famoso al mondo, il Don Chisciotte.

 

I due diventano amici, possiamo solo immaginare quale scintillare d’ingegno in conversazione i due abbiano creato nei loro incontri e si può felicemente immaginare che Cervantes abbia tratto ispirazione per il suo famoso cavaliere dalla triste figura, proprio da Antonio Veneziano, cavaliere errante nel suo tempo, sensibile poeta ma anche visionario e irruento hidalgo, uomo in questo mondo ma non di questo mondo, che vagheggia ideali d’altri tempi, irrequieto ospite della noiosa realtà.


Il melologo “Raju di Bełłicza, attraverso la voce di Veneziano stesso, racconta la sua vita e le sue contraddizioni.

 

Si viaggia così, guidati dalle musiche affascinanti e ammaliatrici di Carmen Failla, tra le sue inquiete avventure e le risonanze di lingue, suoni, melodie e canti del bacino del Mediterraneo, che esaltano la ricchezza sonora di un crogiuolo espressivo che è l’anima del poeta, della Sicilia e del mondo, giungendo fino a noi come un’eco che dal passato giunge fino al nostro presente e ad esso appartiene.


Un omaggio dovuto ad un grande siciliano travolto dall’oblio della storia, un dono al nostro ancora tormentato presente. Con un raggio finale di bellezza e di malinconia che si scioglie in eterno respiro dell’anima. Per noi che siamo in questo mondo e dalla poesia e dalla musica traiamo sollievo e conforto, anelito alla meraviglia contrastata della vita, sospiro liberatorio, fugace ma profondissimo.


Scheda dello spettacolo e curriculum protagonisti:

PERCHE’ ANTONIO VENEZIANO?


Il rapporto fra Antonio Veneziano e la musica è veramente strettisismo, per diverse ragioni.

In primo luogo perché Veneziano è siciliano.


Il popolo siciliano ha elaborato, nel passare del tempo, una sua propria personalissima cultura musicale, come ha fatto del resto in tutte le altre forme d’arte (poesia e letteratura per esempio); la musica dell’isola è un po’ come la sua lingua: ha caratteristiche proprie, connotazioni precise, stilemi originalissimi, insomma è un vero e proprio linguaggio a sé stante che contraddistingue la Sicilia e che è sempre fortemente riconoscibile.


Un’altra ragione è che Veneziano fu poeta e, come tutti i poeti, sentiva dentro l’innata musicalità insita nel linguaggio, il ritmo naturale che dalle parole scorre, la melodia che nasce dai luoghi, dalle cose e dalle persone.
Veneziano fu sicuramente attento ascoltatore del canto di tradizione popolare, lo apprese probabilmente nel latte materno: nelle ninne-nanne cantate ai bambini, nei giochi fanciulleschi di strada, nei canti di lavoro dei contadini e dei pescatori.

 

La Sicilia è essa stessa musica, ed è musica la parlata dei siciliani: la cadenza vivace, colorita, sempre musicalissima, l’uso di paragoni ardidi, di parafrasi argute.


Tutto questo Veneziano lo conosceva profondamente, lo amava e lo viveva da poeta e, come tale, ne subiva il fascino.
Le testimonianze di questa forte componente musicale nella sua opera sono tantissime: prendiamo per esempio “Celia”, la sua raccolta di poesie dedicata alla donna amata, molte di queste sono delle vere e proprie canzoni d’amore, alcune sono delle serenate, altre canti di dispetto.


Negli ultimi anni in Italia si è sviluppato un "movimento" di recupero e riproposizione della musica di tradizione del Mediterraneo e della poesia “in lingua siciliana”.

Questo fenomeno, sviluppatosi al di fuori dei canali ufficiali di diffusione, coinvolge ormai migliaia di persone, che ritornano alle melodie e ai versi della tradizione, spesso ripartendo dal contatto con la tradizione popolare ancora presente.
 

Il repertorio del gruppo “Broken Consorts” esplora il patrimonio musicale del Mediterraneo e i brani composti da Carmen Failla mettono in luce la matrice culturale comune nei vari popoli


L'ensamble “Broken Consorts”

Angela Minuta (arpa)

Loredana Sollima (flauto)

Rosy Milici (violino)
Raffaella Suriano (violoncello)

Francesca Laganà (voce)

Filippo Fasanaro (percussioni)

 


Il quintetto “Broken Consorts” è nato dalla collaborazione di musiciste professioniste già ampiamente affermate sia in ambito solistico che in seno a varie formazioni cameristiche e lirico-sinfoniche.


La voglia di fare musica d’insieme e di effettuare una continua ricerca nelle diverse culture musicali le ha spinte a costituire un gruppo ed a dedicarsi ad un repertorio che spazia dalla riscoperta di danze medievali e rinascimentali alla ballate popolari di origine irlandese, da brani di suggestione spagnola ad atmosfere musicali mediterranee grazie alla collaborazione con giovani valenti compositori siciliani.


Il gruppo ha al suo attivo numerose partecipazioni a manifestazioni musicali tra le quali: il Premio “Brancati”, la Rassegna di musica e poesia “Saluto a Persefone”, la Stagione Musicale della Fondazione degli Studi Umanistici “Dante Alighieri di Catania, il Gemellaggio Europeo Lions Italia-Regno Unito, la Stagione dell’”Atelier Internazionale della musica”, la manifestazione “Estate a Catania 2009” al Castello Ursino, la conferenza G.A.S. al Chiostro dell’Università di Palermo a Petralia Sottana, i “Concerti del liotru” per la Notte Bianca catanese, gli “Eventi sul mare“ di Ognina con il concerto”Il mare racconta”, il Concerto per il centenario delle Benedettine alla Chiesa di S. Benedetto a Catania, lo spettacolo “Sicilia ieri e oggi” in collaborazione con la compagnia Dansamble, la manifestazione “Armonie di forme e suoni” al Castello Leucatia di Catania, la partecipazione al Convegno su Martoglio “Una città ritrovata” organizzato dall’Università di Catania, l’evento “Festa delle muse” organizzato dall’A.I.LAM. al Museo Diocesano di Catania, l’Evento “Broken Consorts – Donne del Mediterraneo” al Teatro Zo di Catania, l’esibizione al Premio Internazionale “Al Cantàra” presso l’auditorium “De Carlo” Monastero dei Benedettini di Catania, il concerto in Piazza del Popolo a Palazzolo Acreide per “Le nottiblee 2010”, la partecipazione all’evento “Puisia –Premio al Cantara a Etta Scollo” al Cortile Platamone di Catania, i Concerti al “Med fest” di Buccheri e la “Festa della solidarietà” organizzata dalla Fondazione “Angelo D’Arrigo”.


Il gruppo è stato premiato al Concorso “A.M.A. Calabria” del 2000, sezione musica da camera , vincendo anche il premio speciale “Bareintaiter”. Ha partecipato come ospite alla manifestazione nazionale tenutasi a Pisa “Il tempo del cuore” per la ricerca scientifica in medicina, sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, organizzata dall’Associazione “Arpa”.


Ultimamente il gruppo si è fatto promotore di una serie di progetti culturali e musicali intitolati “Mediterrando”, “L’isola delle sirene” e “Tanaurpi”: un percorso tra ritmi, suggestioni e atmosfere musicali della cultura mediterranea.
Il gruppo, vanta inoltre, della preziosa collaborazione della compositrice catanese, nonchè direttore d’orchestra, M°Carmen Failla, autrice di numerosi brani composti per l’ensamble.


Le Broken Consorts hanno al loro attivo la pubblicazione di tre CD dal titolo “Antiche Danze”e “Carolan’s Dreams” e “Tanaurpi”


Sebbene il gruppo sia nato dalla collaborazione di 5 musiciste, “Broken Consorts” è da considerarsi attualmente una “open-band” in continua evoluzione.


La compositrice: Carmen Failla

Ha compiuto gli studi di pianoforte a Catania. Si è successivamente perfezionata nello strumento alla Hochschule fur Musik “Mozarteum” di Salisburgo so>o la guida di M.me Elisabeth Leonskaja e ha compiuto gli studi di composizione a Verona e al Conservatorio di Bologna.


Ha completato la sua formazione diplomandosi in direzione d’orchestra so>o la guida del M° Donato RenzeJ e perfezionandosi all’Accademia Musicale Chigiana con il M° Bruno BartoleJ.


Dal 1980 collabora con il Teatro Massimo Bellini di Catania come il Direttore Musicale di Palcoscenico.

Ha collaborato con direttori di fama internazionale quali Alain Lombard, Zoltan Pesko, Maurizio Arena, Richard Bonynge, Donato RenzeJ, Hans Graf, Gustav Kuhn.


Ha diretto numerose orchestre, avvalendosi della partecipazione di cantanti quali Marcello Giordani, Simone Alaimo, Denia Mazzola Gavazzeni, Gregory Kunde.

 

Il suo repertorio varia dal sinfonico classico a quello sacro, a quello operistico (La Traviata, La Bohème, Rigoletto al Teatro Massimo Bellini di Catania, nonché concerti di arie).
 

Da sedici anni collabora con la Fondazione Fon.Ca.Ne.Sa Onlus di Catania, dirigendo l’annuale concerto di beneficenza per la raccolta fondi.
 

Alterna l’attvità direttoriale a quella compositiva e si è dedicata allo studio e alla valorizzazione della musica tradizionale siciliana e mediterranea in genere, traendo da essa spunto per composizioni originali e collaborando con diverse formazioni orchestrali.

 

Ha scritto balletti, musical, musica di scena per diversi Teatri Stabili d’Italia e commenti musicali per documentari.
 

È socio fondatore dell’Associazione Culturale Symphonos, storica organizzazione musicale catanese impegnata da quasi un secolo in progetti senza fini di lucro a carattere culturale, di formazione e istruzione ed in particolare di editoria e di produzione artistica e musicale.


L'autore dei testi: Francesco Randazzo

Scrittore e regista. Laurea in Regia, all’Accademia Nazionale d’Arte DrammaOca “Silvio D’Amico” di Roma, nel 1991.

 

È attivo in Italia e all’estero come regista e autore per importanti teatri e festival, fra i quali: Todi Festival, Teatro Stabile di Catania, Ortigia Festival, Narodno Kazaliste “I Zaic” di Rijeka, Festival di Dubrovnik, Teatro Nacional Juvenil de Venezuela, Teatro IT&D di Zagabria, Playwright Festival of New York, Festival des Films du Monde di Montreal.

 

Fondatore della Compagnia degli Ostinati - Officina Teatro, della quale è stato direttore artistico.

 

Ha pubblicato con vari editori, testi teatrali, poesie, racconti e tre romanzi; ha ottenuto numerosi riconoscimenti in premi di drammaturgia nazionali e internazionali, fra i quali: Premio Fondi La Pastora, Premio Candoni, Premio Fersen, Premio Schegge d’autore, Sonar Script, Premio Leonforte, Premio Maestrale San Marco, Premio Moak, Premio Ugo BeJ.

 

Suoi testi teatrali sono stati tradotti in spagnolo, ceco, sloveno, francese e inglese e rappresentati in Canada, Usa, Croazia, Slovenia, Spagna, Francia, Belgio, Cile. Socio del Cendic (Centro di drammaturgia italiana contemporanea) e del Fuis (Federazione Italiana Scrittori).

 

Parallelamente ha svolto attività didattica con corsi di recitazione, regia, drammaturgia e scrittura creativa, storia dello spettacolo, stages e conferenze per varie istituzioni pubbliche e private, fra le quali: Scuola di Teatro AnOco dell’Istituto nazionale del Dramma Antico, Cinars Montreal, TNJV Caracas, Centro Teatro Educazione-Ente Teatrale Italiano, Centro Studi Uilt, Viagrande Studios, New York University, Ostinati Open Studio e International Acting School Rome, Université Le Mirail Toulouse, Parioli Academy Roma, Universidad Católica de Chile.

 

Dal 2019 è direttore della collana di narrativa di Graphofeel Edizioni.


La voce narrante: Alessandro Idonea

Si è formato alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Catania diretta da Lamberto Puggelli, una delle più prestigiose scuole d’arte drammatica italiane annesse ai Teatri Stabili.

 

In teatro ha avuto il piacere di lavorare sotto la direzione, tra gli altri, dei registi Italo Dall’Orto, Giuseppe Dipasquale, Guglielmo Ferro, Roberto Guicciardini, Roberto Laganà Manoli, Walter Pagliaro, Lamberto Puggelli.

 

Nel 2015 ha preso parte alla fiction RAI “Felicia Impastato” diretta da Gianfranco Albano.

 

Per il cinema ha recitato anche ne La scomparsa di Patò di Rocco Mortelliti, tratto da un romanzo di Andrea Camilleri, e in Chiamami Salomè di Oscar Wilde, diretto da Claudio Sestieri.

 

Recentemente ha collaborato come aiuto regista con Luigi Lo Cascio per “Otello” inserito nei cartelloni dei Teatri Stabili d’Italia; con Vincenzo Pirrotta per “Attila” produzione del Teatro Massimo Bellini di Catania; con Giuseppe Dipasquale per “Il berretto a sonagli” coproduzione Teatro Stabile di Catania e di Palermo.

 

Come regista ha debuttato nel 2007 con “One Man Show” che ha come protagonista il padre Gilberto.

 

Partiti dal Teatro Massimo Bellini di Catania, lo spettacolo è stato poi presentato anche in diversi teatri americani.

 

Da San Paolo e Rio de Janeiro in Brasile, a Philadelphia, New York e Washington in USA, fino a Rosario, La Plata e Buenos Aires in Argentina.

 

Nel 2013 ha ideato e diretto l’opera teatrale “262 vestiti appesi”, in coproduzione con l’associazione teatrale Angelo Musco e con le Bois du Cazier, il museo della miniera di carbone di Marcinelle in Belgio.

 

Lo Spettacolo racconta il terribile incidente alla miniera nel quale persero la vita 136 minatori italiani nell’agosto del 1956. Debuttato allo stesso Bois du Cazier di Marcinelle, lo spettacolo ha girato l’Europa in tour per poi approdare in Italia.

 

Nel 2016 firma la regia de “La zia di Carlo” di Brandon Thomas, coproduzione dell’associazione teatrale Angelo Musco e del Teatro Metropolitan di Catania. 

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