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Stanno sfidando la furia popolare: aumento tassa rifiuti del 18%

27-06-2022 07:39

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus,

Stanno sfidando la furia popolare: aumento tassa rifiuti del 18%

MA COSA É SUCCESSO? QUANDO?

Catania è una città distrutta, la sua storia milleniaria annientata, la sua bellezza unica stuprata.

 

Ma cosa è successo? Quando?

 

A quando occorre tornare indietro nel tempo per capire quando è accaduto l'inimmaginabile, che la violenza dell'incompetenza, l'arroganza della corruzione si sono impadronite di una città che è, che era, tra le più belle al mondo?

 

Quando?

 

Difficile dirlo e probabilmente ormai anche inutile esercizio: bisogna pensare ad oggi, e farlo subito.

 

Quello che è chiaro è che qualcosa di drammatico è accaduto ai catanesi, cittadini ormai assurdi e indegni, capaci di infiammarsi per una squadra di pallone e del tutto inerti alla devastazione di una città, alla distruzione di una comunità.

 

Eppure nella loro storia hanno reagito e combattuto, hanno subìto e ricostruito. 

Adesso sono, siamo, amebe inconcludenti, sudditi inebetiti di un potere di cannibali che non sta lasciando più neanche le ossa di una struttura sociale ed economica destinata ad esplodere in una miseria immotivata, la povertà seduta inconsapevole su tesori inestimabili e sciupati.

 

La notizia comincia a serpeggiare da sabato.

 

La giunta comunale ha deciso, probabilmente per motivi tecnici che la renderebbe persino incolpevole, di aumentare la famigerata TARI, la tassa sui rifiuti, del 18%, in un solo colpo, tre volte il già esagerato e preoccupante tasso d'inflazione.

 

Ma non è questo il punto, non solo.

 

Il punto vero è che questa decisione arriva in un momento in cui la città è stata trasformata da una somma incredibile di incompetenze da un lato e corruzioni dall'altro, in un enome discarica a cielo aperto.

 

Ovunque cumuli di immondizia che arrivano sino ai primi piani delle case, diventando la primaria attrazione delle migliaia di turisti che sono già arrivati per ammirare barocco, mare ed Etna e invece si ritrovano a zigzagare tra installazioni maleodoranti.

E per finire, la sera si ritrovano immersi in quella "malamovida" di urla, schiamazzi, spaccio e violenza che è l'altra emergenza in cui è piombato il centro storico.

Invece che cartoline, spediscono inviti a non venire neanche di passaggio: il danno è enorme.

 

Ma quello dell'immondizia non è un caso: è un sistema, ormai collaudato, che a fronte della distruzione di una città produce utili stratosferici per chi delinque a vario titolo. Non svolgendo il servizio per cui è pagato e non controllando da parte di chi dovrebbe e non lo fa.

 

Le responsabilità hanno nomi e cognomi, ed è ora che vengano individuate. C'è una precisa catena che deve essere spezzata, perché non può essere un caso che si arrivi periodicamente a questo punto.

 

Che le discariche, già di per sé metodo di smaltimento arcaico e tutto siciliano, sarebbero saturate è noto e lo scriviamo da anni, eppure chi aveva il dovere di risolvere la questione, ai vari livelli, non ha fatto niente, provocando colposamente e forse anche dolosamente danni irrisarcibili ad un'intera comunità.

 

Eppure, ogni volta, arriviamo all'emergenza che giustifica le somme urgenze che troppo spesso nascondono ogni nefandezza.

E si va avanti così, di anno in anno, sino a che ci renderemo conto che non c'è più niente da salvare, più niente da recuperare.

Finché i nostri figli non torneranno più neanche per le vacanze.

 

Non sappiamo più che fare, per ogni settore della Pubblica Amministrazione ne scriviamo a fiumi, per ogni partecipata, per ogni ente, e dobbiamo registrare che non succede niente, anzi si peggiora, ogni giorno, con il mantenimento in posti di comando di gente che in altre realtà minimamente più serie starebbe in galera o in esilio.

 

Un sistema pazzesco, in cui magari poi si scopre che si regge su Tizio che assume il figlio di Caio che poi dà la conulenza a Sempronio: un sistema in mano a quattro scemi che si cooptano a vicenda sfruttando e distruggendo tutto quello che gli capita tra le mani.

 

Ma cosa è successo? Quando?

 

Quando il catanese è diventato così apatico, così incapace di reazione, così stupidamente asservito da tollerare di essere gestito da un potere, a tutti i livelli, così volgarmente scarso?

 

Difficile dirlo, ma certo ci vergogniamo. Tanto.

E siamo preoccupati. Tanto.


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