Sempre più calda questa estate 2022 che alle temperature tropicali aggiunge le convulsioni di una politica che ormai pare avere l'unico scopo di provare a sopravvivere a se stessa: impresa ardua, è probabile che molti degli indefinibili protagonisti di questi ultimi tempi finiranno tra le macerie di quello che hanno combinato.
Se a livello nazionale le coalizioni si sono ritrovate sotto choc per il repentino precipitare della crisi del governo Draghi che le porta nel giro di un paio di mesi ad elezioni anticipate, con una campagna elettorale da svolgersi a 40 gradi all'ombra, a livello regionale la confusione regna sovrana, soprattutto nel centrodestra che non riesce ancora ad esprimere una candidatura unitaria.
Se le questioni più propriamente politiche restano tutte sotto il tappeto, quella che sta animando una crescente polemica riguarda l'indecisione circa l'opportunità, ovvia, di accorpare la giornata di elezioni peril rinnovo del parlamento nazionale alle regionali.
In merito a queste ultime, la data in caso di scadenza naturale sarebbe nei primissimi giorni di novembre, quindi poche settimane,4 o 5, dopo le politiche.
Ora, il ragionamento che si fa riguarda il costo di ogni tornata elettorale, ed i disagi ad essa collegati, a partire dalla chiusura delle scuole che si trasformano in seggi elettorali ed all'impiego di forze dell'ordine e dipendenti pubblici impiegati nelle varie funzoni necessarie allo svolgimento.
Basti pensare che in Sicilia le sezioni elettorali sono ben 5300 e che ogni seggio, solo tra presidente, scrutatori e segretario, costa circa 750 euro ciascuno: il conto è presto fatto e solo per le spese degli scrutatori sfiora i 4 milioni di euro. Al quale aggiungere tutto il resto.
Ecco quindi l'appello lanciato da alcune tra le più importanti ed impegnate associazioni di consumatori, a partire dal CODACONS che con il suo presidente regionale, l'avvocato Giovanni Petrone, giudica "triste persino dover spiegare quanto sia inopportuno non votare congiuntamente il 25 settembre":
Mentre il presidente nazionale di Primoconsumo, l'avvocato Marco Polizzi, a parte l'inopportunità di uno spreco così rilevante, ricorda come l'accorpamento delle due elezioni farebbe scattare quanto previsto dalla Legge 136/76 con 2/3 delle spese a carico del bilancio dello Stato, e quindi gran risparmio ulteriore per quello regionale che tanto bene non è messo.
Possibile che l'interesse generale, anche quando così evidente ed inconfutabile, sia sempre piegato agli interessi personalissimi di qualcuno?
Non gli basta quanto sono disprezzati dalla stragrande maggioranza dei cittadini?
Almeno alla fine una cosa ragionevole provino a farla, quantomeno per non concludere nella più totale ignominia.
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