La campagna elettorale del candidato sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, si sta consumando tra difficoltà e contraccolpi , e dopo l'avviso di garanzia notificatogli per una vicenda di reati di abuso, arriva l'articolo di Simone Olivelli su Il Fatto Quotidiano a rivelare pesanti frequentazioni con personaggi legati alla mafia locale.
Così, dopo il rischio di sospensione per la legge Severino a causa della condanna in primo grado e una nuova indagine per falso e rivelazione di segreti d'ufficio, emergono ora incontri con uomini legati alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano.
Questi fatti sono stati ricostruiti dagli investigatori del commissariato di Polizia di Acireale e dalla Squadra mobile di Catania, come riportato da fattoquotidiano.it.
L'informativa, datata 14 aprile e firmata dal primo dirigente Tito Cicero, ha dato origine all'inchiesta che ha portato all'avviso di garanzia per Barbagallo, accusato di tentare di regolarizzare illeciti urbanistici commessi nella costruzione di campi da padel, con la complicità di un vigile urbano.
La società proprietaria dei campi, qui la prima pesante rivelazione, è collegata a Carmelo Paratore, considerato un prestanome del boss di Cosa Nostra Maurizio Zuccaro.
Gli incontri e le conversazioni con gli affiliati del clan
Tuttavia, il rapporto con Paratore non sarebbe stato l'unico legame di Barbagallo con individui accusati di essere coinvolti nella criminalità organizzata, con gli investigatori che sottolineano come la caratura dei personaggi non potesse essere disconosciuta dell'ex sindaco in quanto soggetti noti ed alcuni già condannati.
Roberto Barbagallo, esponente di punta del gruppo politico che origina da Sicilia Futura, con a capo l'amministratore delegato della SAC Nico Torrisi ed il deputato regionale Nicola D'Agostino, adesso transitato in Forza Italia (entrambi estranei a questa vicenda), ha ricoperto la carica di sindaco di Acireale 2014 al 2018 prima di essere arrestato per richieste illecite fatte a un vigile urbano e successivamente condannato in primo grado per tentata induzione indebita, e adesso candidato alle elezioni del prossimo 28 maggio.
Secondo la ricostruzione de Il Fatto, Barbagallo avrebbe avuto numerosi incontri con membri della cellula locale dei Santapaola.
Tra di loro ci sono Rosario Panebianco, Giuseppe Costarelli e Giuseppe Florio, arrestati nell'operazione "Odissea" nel giugno 2022 e attualmente in attesa di sentenza.
Barbagallo è stato seguito dagli investigatori proprio attraverso questi tre individui legati alla famiglia di Cosa Nostra.
Per Panebianco e Costarelli sono state registrate interazioni dal vivo, mentre per Florio, ci sono diverse intercettazioni che dimostrano il rapporto con Barbagallo nel periodo compreso tra il 2019 e il 2020.
Inizialmente, i colloqui sono stati registrati tramite uno spyware sul telefono di Florio.
Successivamente, le intercettazioni hanno coinvolto anche il cellulare di Barbagallo, il cui coinvolgimento nell'indagine è inizialmente legato all'ipotesi di associazione mafiosa.
La proposta di affari riguardante le "biciclette elettriche"
Un dialogo che risalta particolarmente agli occhi degli investigatori avviene nell'ottobre 2020.
Barbagallo suggerisce a Florio di costituire una società al fine di partecipare a un bando della Regione che offre finanziamenti a fondo perduto nel campo della mobilità sostenibile.
In quel momento, Florio era già stato condannato per mafia nel 2015.
Barbagallo chiede a Florio: "Dobbiamo prendere un po' di biciclette elettriche?".
Florio, che gestisce un'azienda di autonoleggio, inizialmente sembra non capire che si tratta di una proposta legittima e chiede se si tratti di una truffa.
Barbagallo spiega subito: "Niente truffe, partecipiamo a un bando e otteniamo ventimila euro di biciclette".
Nel corso della conversazione, il candidato sindaco suggerisce di intestare la società a una donna per ottenere un punteggio più alto nella graduatoria.
Barbagallo si offre anche di occuparsi della domanda di partecipazione e di prendersi una parte del finanziamento a fondo perduto: "Quindici sono i vostri e cinque sono i miei. Io mi prendo due o tre biciclette, e il resto ve lo gestite voi", afferma Barbagallo.
Tuttavia, l'accusa di associazione mafiosa non è stata formalizzata nell'avviso di chiusura delle indagini emesso dalla Procura di Catania.
Resta comunque il problema dell'opportunità di intrattenere relazioni con individui accusati di far parte della criminalità organizzata.
La difesa di Barbagallo afferma che non ci sono contestazioni di mafia
Nell'informativa, gli investigatori sottolineano i rapporti particolari intrattenuti da Barbagallo, in qualità di libero professionista, con funzionari pubblici sia del Comune che dell'Agenzia del demanio.
Secondo le indagini, queste relazioni privilegiate avrebbero garantito un'attenzione speciale alle pratiche seguite da Barbagallo.
Tuttavia, ad eccezione della vicenda degli abusi urbanistici nei campi da padel di proprietà di Carmelo Paratore, la Procura non ha al momento formulato specifiche contestazioni di reati di mafia.
E intanto, tra quattro giorni si vota…