Domenica alternativa per un giornale che si occupa di inchieste sul potere e i fine settimana li dedica ad Arte e Cultura.
Oggi ci sono una serie di coincidenze incrociate: e quello che si incrocia è Cannes.
Intanto, per inciso, a Catania si vota e noi abbiamo deciso di non occuparcene perché bene che vada andrà peggio e quindi aspettiamo il momento opportuno per dire la nostra.
La questione, direbbe Gramsci (e lo citiamo da liberali) è che “il vecchio mondo (il sistema, ndr.) sta morendo e quello nuovo non è ancora pronto.”.
Quindi oggi ci occupiamo di Cannes, del festival di Cannes, quello del cinema, tra i più prestigiosi al mondo, di cui abbiamo già scritto a fiumi e non solo noi, ma per cose assai brutte e miserabili congegnate da chi non è capace di combinare niente di buono: ci torneremo perché quella storiaccia di milioni pubblici buttati non è finita.
E allora dello stesso festival ci occupiamo, ma per una cosa bella, bella assai.
Perché celebra il trionfo di una fiaba cui ha preso parte una catanese che è ormai da tempo tra le costumiste più apprezzate del super competitivo e difficile parterre cinematografico internazionale: Loredana Buscemi, che vanta in carriera 24 film pluri premiati, ottenendo per il suo lavoro numerosi riconoscimenti e nomination come miglior costumista a David di Donatello, Nastri d'argento e Ciak.
La fiaba è il film “La Chimera” di Alice Rohrwacher, con Josh O'Connor e Isabella Rossellini.
La storia di un giovane archeologo inglese degli anni 80 che si ritrova coinvolto in un pericoloso traffico illegale di reperti antichi, finendo nel mondo clandestino e pieno di trappole dei tombaroli: è una storia fuori dal tempo di amori perduti.
Ognuno insegue la sua chimera senza mai riuscire ad afferrarla. Per alcuni è il sogno del guadagno facile, per altri la ricerca di un amore ideale…
In un viaggio avventuroso tra vivi e morti, tra boschi e città, tra feste e solitudini, si svolgono i destini intrecciati dei personaggi, tutti alla ricerca della Chimera.
Alla proiezione il pubblico del festival gli ha tributato 13 minuti di applausi, la critica se ne è innamorata e tutta la stampa internazionale ne ha registrato lo straordinario successo.
Tra gli altri italiani in concorso anche altri due capolavori, Rapito di Marco Bellocchio e Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti. Nessuno dei tre ha ottenuto i premi finali della giuria, ma il successo di critica e pubblico è stato straordinario e segna il ritorno del grande cinema italiano sulla scena internazionale.
Per questa sua nuova opera, l'immaginifica regista Alice Rohrwacher è tornata a lavorare con le sue storiche collaboratrici, realizzando un cast tecnico tutto al femminile, composto dalla direttrice della fotografia Hélène Louvart, dalla montatrice Nelly Quettier, dalla scenografa Emita Frigato, dalla acting coach Tatiana Lepore e, appunto, dalla catanese Loredana Buscemi che con la stessa regista ha collaborato in altre premiatissime pellicole quali Le Pupille, nomination agli Oscar, e Lazzaro Felice, oltre alle meno recenti ma altrettanto fortunate Le Meraviglie e De Djesse.
Insomma, una bella soddisfazione poter registrare l'affermazione di Loredana, una nostra concittadina e amica, forte solo del suo talento e della sua rigorosa professionalità, in un campo, quello cinematografico, che se fosse onestamente e intelligentemente supportato dalle istituzioni locali rappresenterebbe una straordinaria occasione di sviluppo per la Sicilia, il più straordinario ed eclettico set del mondo che potrebbe produrre migliaia di posti di lavoro.
Se fosse…
PS: Le foto di Loredana sono rubate, perché se fosse per lei, schiva com'è, non parlerebbe mai dei suoi successi professionali e tra dieci minuti mi telefonerà per rimproverarmi, affettuosamente.