Dal 5 settembre, start ore 17.30, e sino al 31 ottobre il Museo Civico del Castello Ursino di Catania ospiterà una mostra che ha già riscosso notevole successo di pubblico e critica a Milano e adesso approda nella città natia di uno dei due autori, l'architetto e urbanista Giancarlo Leone, tra gli eredi di una delle più illustri famiglie dell'Urbanistica italiana.
Con lui in questa originale mostra lo scrittore, designer e curatore Stefano Casciani
Lasciamo quindi che a raccontare il concept di questa originale mostra siano proprio i due protagonisti, perché si tratta di due personalità che non si sono arrese alla devastazione dell'incultura imperante che sta trasformando l'inesauribile bellezza dei nostri territori in orrore di degrado.
E per fortuna ce ne sono ancora figure che non rinunciano alla Resistenza, ognuno a modo proprio e secondo le proprie visioni e idee, purché ci siano e tutti fondamentali per tentare un argine. (PDR)
“The City On The Water | Ovvero come si riflettono le Architetture nelle acque di Città.”
"Da qualche anno, - spiega Leone - parallelamente al mio lavoro di Architetto, porto avanti una ricerca su come si riflette l’Architettura nelle acque dei contesti urbani. Una ricerca che parte dallo studio delle Città, indagando, alla giusta velocittà, i “vuoti urbani” ed il “silenzio” che li arreda: fattori che stanno scomparendo lasciando il posto ad un disordine urbano che mal si coniuga con la qualità della Vita. Le strade delle nostre città sono infatti diventate corridoi asettici dell’ottusità visiva in cui la velocità supera il limite del rispetto; ed i pochi vuoti urbani rimasti vengono colmati, ma non progettati. E manca, sempre di più, quel vassoio di pensieri su cui veniva servito il “silenzio” di una Collettività....... Quindi, The City On The Water, lo ritengo un compendio urbanistico in cui il riflesso è l’Architettura della Vita.
Nel caso di Milano, la Città restituisce le sue Architetture sull’acqua della Darsena, del Naviglio Grande e del Naviglio Pavese. E così, camminando a bordo acqua, catturo momenti sempre diversi, giorno dopo giorno ed ora dopo ora; sempre diversi, per il passaggio di una papera, di una canoa o di un pesce che mangia in superficie. O perché il vento entra in Città. Ad oggi ho realizzato più di 400 scatti fotografici – con iphone senza fotoritocco - che mi hanno permesso di “cercare la città altrove”. Ogni immagine coglie giorno, ora e minuti, irripetibili; perché ogni immagine non sarà mai più la stessa. Qualcuna ricorda un acquarello, qualcun’altra un quadro puntinista o c’è chi ci legge un riferimento a Sironi. Tutte interpretazioni benvenute per semplici scatti fotografici e privi di fotoritocco.
A giugno 2022 il Prof Severino Salvemini – Curatore della BAG Bocconi Art Gallery – mi ha invitato all’Edizione 2022. Giorno 15 settembre è stata inaugurata (in via Sarfatti 25, a Milano, nell’edificio storico della Bocconi progettato dall’Architetto Giuseppe Pagano) l’esposizione di 34 mie opere – stampate su carta cotone con altezza 30 cm e larghezze varie - dal titolo “The City On The Water, ovvero d’Architettura riflessa, cercando la Città altrove”. La mostra si è conclusa a giugno 2023.
A settembre 2023, il 5, alcune opere verranno esposte al Museo Civico Castello Ursino di Catania, in una Sala al Piano Terra dedicata a 15 architetture riflesse. Tutte stampate su carta cotone ed incorniciate in legno di tiglio. Fino al 31 ottobre 2023"
Mentre il curatore Stefano Casciani chiarisce origine e contesto di questa avventura: "Tecnicamente, l'autore di queste immagini non è un artista. Giancarlo Leone è architetto e urbanista - "nel senso di studioso della città" come egli stesso sostiene, ma in realtà il suo modo di progettare sottende l'idea che disegnare una nuova realtà costruita - un edificio, un quartiere, un parco, forse anche un interno domestico - significa comunque confrontarsi con l’idea di città. O perlomeno quell’idea di città come luogo di incontro e interazione sociale, di possibile sperimentazione di modi abitativi, di utopie realizzabili o almeno di tentativi di realizzare utopie, come da progettisti abbiamo pensato alla città per molto, forse troppo tempo.
La particolarità di queste immagini, il loro indiscutibile fascino nel raccontare un universo liquido di cui Leone sembra aver scoperto la segreta porta di accesso sta forse proprio nella loro origine da una variazione su questo pensiero progettuale. Ovvero si direbbe che Leone - invece di pensare alla città unicamente nella sua dimensione progettabile concreta, quella fatta di malta e mattoni, cemento e vetro, leggi cervellotiche e pratiche kafkiane, che trattiene normalmente l’architetto al tavolo da lavoro, sul cantiere o nell’ufficio dell’amico avvocato - abbia un bel giorno deciso di lasciare questi luoghi deputati per uscire a guardare la città e i suoi spazi: prendendo atto semplicemente della loro esistenza.
Per vedere oltre lo sguardo del progettista ben allenato - e forse anche troppo abituato - a riconoscere nel già costruito le lacune adatte a possibili interventi, errori e possibli loro correzioni o semplicemente immaginare altri possibili universi costruiti dall’illusione ottica, si è dotato dello strumento più immediato, il mezzo fotografico e le sue capacità di lettura di luce e forme, lasciato sostanzialmente quasi libero di riprodurre l’interno e l’intorno delle acque Milanesi, in primis quelle dei Navigli.
È naturalmente lo stesso Leone a decidere cosa e quando inquadrare e scattare, ma è pronto al rischio che sotto i suoi occhi, una volta individuata una certa composizione di notevole interesse estetico o emozionale (i due aspetti dovrebbero coincidere) improvvisamente la stessa immagine con l’identica casualità con cui si è generata si trasformi completamente: e che quelli che prima sembravano i riflessi di un pensiero novecentista, razionalista o eclettico assumano i contorni rasserenanti dell’Impressionismo, o quelli meno rasserenanti dell’Espressionismo Astratto e quelli ancora meno rassicuranti dell’Ars Electronica, magari solo per il passaggio di un anatra e dei suoi anatroccoli, o solo un réfolo di vento o il passare di una nube più luminosa o tetra delle altre...
Del resto è noto che la Natura contiene già ogni possibile forma di immagine e arte antichissima o contemporaneissima e che i nostri tentativi di riprodurne la gigantesca grandezza sono solo speranza di lasciare tracce di un genere insignificante in confronto all’eternità della Natura stessa: vexatissima quaestio che pochi hanno avuto il coraggio di anacronisticamente affrontare - Paolo Portoghesi, uno per tutti (gli architetti) - e che forse la già iniziata catastrofe climatica indurrà a ripensare, specialmente rispetto all’elemento liquido per eccellenza che Leone ha scelto come tavolozza per le sue immagini .
E qui si arriva alla dimostrazione del teorema di Leone, del tutto empirica è chiaro: ovvero se tutto quello qui scritto è anche solo minimamente in parte vero, se senza trucco e inganno questo creatore di immagini è riuscito ad avventarsi nel terreno dell’immagine pura - afunzionale o dotata solo di funzione estetica - per produrre una sua Enciclopedia dell’Acqua, se perfino una città illusoria e autoillusoria come Milano acquista qui una dimensione felicemente onirica, allora Giancarlo Leone va iscritto honoris causa all’Ordine degli Artisti, anche per meriti speciali come rabdomante di riflessi.»
Chi sono i protagonisti
GIANCARLO LEONE
è nato a Catania nel 1964.
Architetto, titolare, con Luta Bettonica, dello studio Bettonica Leone, si occupa di Progettazione e Restauro architettonico, Urbanistica e industrial design.
Laureato al Politecnico di Milano guarda all’architettura in ogni dove, cercando di intervenire quando i processi evolutivi lo consentono.
Vive e lavora tra Milano e il Capoluogo Etneo studiando entrambe le città nella loro evoluzione o involuzione; nel loro rapporto con il territorio e con i cittadini.
Come vivono i cittadini nelle città?
Quali restrizioni e quali vantaggi ne hanno?
Queste sono le domande alla base dei pensieri, degli scritti e delle riflessioni anche fotografiche.
E le foto sull’acqua sono nate sul tema della qualità della vita, concentrandosi su “aspetti urbani” come la giusta “velocittà”, il “silenzio” ed i “vuoti urbani”, intesi come luoghi costruiti dal non volume architettonico.
Questi tre aspetti sono fotografati camminando accanto due brevi tratti del Naviglio Grande, del Naviglio Pavese e della Darsena, cogliendo gli attimi.
Sfuggenti ed unici, in cui ogni architettura, ogni oggetto cambia, per il passaggio di una papera, perché un pesce mangia in superficie o perché il vento increspa l’acqua.
Momenti unici che specchiano la vita della città e le sue architetture.
Riflessioni su una società fluida in una città fluida; cosciente che fluidità non è sempre sinonimo di positività, perché tutto scorre e scorre di tutto.
Ogni click in fondo è un pensiero.
E forse le foto, nel loro insieme, non sono altro che un libro.
Della Città sull’acqua.
STEFANO CASCIANI
È uno scrittore, designer, curatore, nato a Roma nel 1955.
Si trasferisce a Milano nel 1979.
A 24 anni è redattore della rivista domus, a 25 art director per Zanotta.
Pubblica il suo primo libro Mobili come architetture nel 1984.
Da allora progressivamente si afferma come progettista, ma anche come uno dei più noti divulgatori della cultura artistica internazionale, attraverso mostre, pubblicazioni e conferenze su arte, design e architettura, che gli valgono importanti riconoscimenti.
Premio Compasso d’Oro per la trasmissione RAI Lezioni di Design nel 2000, per molti anni Vice Direttore di Domus, fa parte dal 2011 del Comitato Scientifico della Fondazione Bisazza.
Nello stesso anno pubblica con Skira il volume Flâneur, un’ampia raccolta dei suoi scritti dal 1979 ad oggi.
Nel 2012 ha fondato la rivista su carta Disegno. la nuova cultura industriale, trimestrale di approfondimento su temi e figure del design, di cui è editore e direttore.
E’ stato Membro della Commissione Giudicatrice del Concorso per la nuova Bocconi di Milano.