La classica tempesta tropicale che solo in Sicilia è capace di smuovere quel parco di zombies che è la politicanza regionale, ormai il peggio che si sia mai visto e che si possa immaginare.
A turbare i tuffi con braccioli di qualche gerontocrate in stato confusionale e delirio di onnipotenza, che nomina assessori “di studio” o “affidabili per gli interdetti”, ci pensano due vecchie volpi del parterre isolano: Raffaele Lombardo e Gianfranco Micciché.
Due che quando si muovono provocano terremoti, con scosse telluriche che ad ogni passaggio storico hanno devastato avversari e finti alleati, lasciando ogni volta loro in piedi, a far da “ricostruttori”: esperienza Crocetta docet.
In quest'ultima fase i destini dei due leoni sembravano essersi divisi, con alternanza di ferite.
Lombardo in grande spolvero, reduce dalla sentenza definitiva che ha spazzato le ombre che per 12 anni lo hanno tenuto a briglie serrate e ancor di più dal trionfo delle europee, con gli oltre 90 mila voti portati alla candidata voluta dal segretario nazionale di Forza Italia, Caterina Chinnici.
Un'impresa che sembrava disperata sostenere una candidata che, per quanto autorevole per discendenza, era passata da sinistra a destra: e invece non solo ha ottenuto col sostegno compatto dell'MPA un inatteso terzo posto, ma addirittura la riconquista del seggio europeo dopo la rinuncia dell'eletto Tamajo, che a Bruxelles probabilmente si sarebbe perso per strada ed ha preferito rimanere a Mondello.
Micciché, al contrario, era passato dai fasti federiciani della presidenza del parlamento più antico del mondo allo scontro miserrimo con quello stesso Schifani che proprio lui aveva voluto governatore della Sicilia, fino alle recenti inciampate giudiziarie-mediatiche che avrebbero dovuto sotterrarlo, condizione per lui aggravata dalla scomparsa del suo padre putativo, quel Berlusconi al quale aveva regalato il mitico 61 a 0 alle politiche del 2001 e che lo aveva sempre sostenuto sin dai tempi di Publitalia: sembra passato un secolo.
Altro che sotterrato, rieccolo!
Adesso, all'ombra dei 40 gradi di questo pre-ferragosto i due si abbracciano e senza neanche doverlo dire annunciano la rivoluzione che può portare ovunque, come anche da nessuna parte: si vedrà.
Di certo il Movimento per l'Autonomia arriva a 6 deputati regionali, in predicato di aggiungere il settimo se, come si dice, l'ex parlamentare messinese Luigi Genovese dovesse vincere il ricorso che sarà deciso a settembre.
Gianfranco Micciché aveva già lasciato Forza Italia di cui è stato il fondatore in Sicilia, approdando nel triste e passeggero gruppo misto.
Alla base della clamorosa decisione proprio i contrasti con Schifani e adesso l'ingresso in pompa magna del più acerrimo nemico del governatore nel partito autonomista non può che inquietare un governo regionale che è considerato il peggiore di tutti i tempi, primato e responsabilità che evidentemente non tutti intendono condividere e pagarne le conseguenze.
Sarebbe (sarà) divertente incrociare Gianfranco Micciché magari come capo delegazione MPA nelle riunioni di maggioranza.
E se poi si decidesse, proprio per quell'esperienza cui si richiama il comunicato ufficiale che riportiamo in calce, di nominare proprio il vecchio leone quale capo del gruppo parlamentare MPA, che succederebbe ad ogni conferenza dei capi gruppo? Povero Galvagno…
Speriamo decidano di trasmetterle in streaming: spettacolo assicurato.
Se Schifani comincia in acque così tempestose la seconda metà del suo disastroso mandato, circondato da un nugolo di impresentabili che hanno il solo merito di adularlo dalla mattina alla sera senza concludere niente ed aggiungendo danni su danni, non meno significativo il messaggio per il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani che probabilmente si è distratto, convinto che il successo elettorale e, sopratutto, la non scomparsa al seguito del suo fondatore non abbia un costo e non ci siano pesanti crediti politici da riconoscere.
Chissà perché tutti, a destra e sinistra, pensano che dalla Sicilia si debba solo incassare senza pagare mai.
A seguire il comunicato diffuso dall'ufficio stampa del Movimento per l'Autonomia con la dichiarazione del fondatore:
RAFFAELE LOMBARDO: "ESPERIENZA DI MICCICHE' DARA' FORZA A CAUSA AUTONOMISTA"
"Il rapporto trentennale con Gianfranco Miccichè e’ stato ispirato intanto al reciproco rispetto umano, poi al confronto leale di idee e programmi.
La sua lunga esperienza in politica e nelle Istituzioni e la profonda conoscenza di uomini e cose daranno più forza alla causa autonomista che va rilanciata e ancor più inverata nel senso di responsabilità, nel rigore amministrativo, nell’impiego della risorse umane e materiali di cui dispone la Regione.
La sua militanza trentennale a fianco di Silvio Berlusconi sin dalla fondazione di Forza Italia e il nostro comune impegno elettorale per Caterina Chinnici che Antonio Tajani ha voluto capolista in Sicilia, accelerano il processo federativo avviato dal Movimento per l’Autonomia all’insegna dei condivisi valori su cui si fondano il PPE e l’Europa unita".
Insomma, il solito ferragosto siciliano: di fuoco.