È accaduto ieri, venerdì 7 febbraio, nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia.
Una celebrazione talmente solenne da registrare per la prima vola niente meno che la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Accanto a lui, come da cerimoniale alla sua destra, sedeva il presidente della regione siciliana Renato Schifani, per il quale la ghiotta passerella di prestigio si è immediatamente trasformata in incubo, implacabilmente documentata dalla smorfia livida con cui ha dovuto accogliere la reprimenda del presidente del CGA Ermanno De Francisci.
Il presidente De Francisci infatti, senza mezzi termini, ha pubblicamente e solennemente rimproverato ad un lividissimo Schifani di non aver provveduto alla nomina dei giudici mancanti, nonostante avesse promesso di adempiere ad un suo preciso obbligo quasi un anno fa:

Quindi altro che “colmeremo a brevissimo questa lacuna”, è passato ormai quasi un anno e non ha concluso nulla, anzi si aggrava perché entro marzo ne scadranno altri due di giudici del CGA, ponendo in seria crisi la funzionalità di un'organo di rilevanza costituzionale, massima istanza della giustizia amministrativa operante in Sicilia.
E del resto questa è la cifra di questa incredibile legislatura: il nulla cosmico, senza precedenti.
E certo che per chi sembra voler aspirare ad essere riconosciuto come improbabile novello Stupor Mundi, un Federico II versione âgée, con la sua corte di ancora più improbabili commissari a tempo indeterminato e signorsì a tutto servizio, beccarsi una doccia gelata di questo tipo e per giunta con accanto un'impassibile Capo dello Stato, deve essere stato proprio un venerdì nero.
Nerissimo.
Ed a sentire alcuni rumors tra i suoi “alleati” sempre meno pazienti verso questa “gestione proto-imperiale”, siamo abbastanza sicuri non sarà l'ultimo.