«Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna»
Quante volte abbiamo sentito quest’aforisma un po’ pregno di macismo? Attribuita a Virginia Woolf, è dedicato a quelle donne senza ombra che hanno contribuito al successo degli uomini celebrati dalla storia.
Jackie Kennedy, Zelda Fitzgerald, Melinda Gates… Yoko Ono!
La storia è piena di queste figure forti, di donne che sono state liquidate come “la moglie di” e nulla più.
La professoressa Dora Marchese ha fatto un passo in più per evitare che diventi costume. Per quanto effimera possa sembrare una targa intitolata ad Adelaide Bernardini, moglie del ben più famoso Luigi Capuana, essa rappresenta un segno (seppur piccolo) di riscatto per tutte quelle donne il cui nome è rimasto nell’ombra.
Di Adelaide Bernardini si sa veramente poco, ed è proprio questo il punto. Il suo nome è stato eclissato dal marito, maestro del Verismo, autore di opere come Giacinta, Il marchese di Roccaverdina e Profili di donne.
Capuana è stato uno dei più grandi narratori della sua epoca, attento alla psicologia femminile e alle dinamiche sociali. E attenzione: siamo nella Sicilia dell’800, puro Medioevo per le donne.
Una nota amara è che su Adelaide Bernardini in letteratura non c’è traccia, se non qualche novella per i più piccoli, come Il tenorino; persino su Internet è davvero difficile trovare qualche scritto.
Ricordarla oggi significa sicuramente darle un posto nella storia, riconoscere il valore di chi, pur restando ai margini delle narrazioni ufficiali, ha contribuito in modo, permettete l’ossimoro poco verista, assordantemente silenzioso, alla letteratura e alla cultura siciliana.
La targa può essere ammirata al 22 di Corso Italia, Villa del Prefetto.