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Un progetto ambizioso rischia di diventare un archivio sterile.
La vera svolta? Usare bene i dati che già ci sono e dove servono davvero.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, pensato come svolta epocale per la sanità digitale italiana, rischia di trasformarsi nell’ennesimo colosso burocratico, più utile a generare adempimenti che a curare i pazienti.
Sulla carta, dovrebbe semplificare, integrare, digitalizzare.
Nella realtà, per medici e pazienti si rivela spesso un contenitore vuoto, pieno di promesse e povero di dati realmente utili alla diagnosi e alla terapia.
L'articolo che segue smonta il mito dell’innovazione fine a sé stessa e propone una via concreta e immediata: usare i dati clinici già generati, ogni giorno, dentro ospedali, ambulatori, laboratori.

