
Siete affacciati al balcone in pieno centro, tutto va bene, la cena alle 21:00 e la moka alle 22:00. Sta andando tutto regolarmente e, proprio da lì, passa la futura camionetta militare chiesta dal Sindaco Enrico Trantino a Giorgia Meloni (quest'ultima, insieme a tutta la maggioranza di Governo, trionfante per un DDL sicurezza che sta spopolando).
Nello stesso esatto secondo, in periferia, una ragazza di diciotto anni sta facendo le stesse cose, con la differenza che sta qualche chilometro più a ovest, a Nesima, rimasta ferita al volto da un proiettile vagante – ma dalle dinamiche parecchio diverse dal solito, e lo spiegheremo dopo – mentre si trovava sul balcone di casa.
La ragazza ha raccontato di aver improvvisamente avvertito una sensazione di forte calore al viso e, rendendosi conto di essere stata colpita, si è recata da sola al pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro, dove è stata medicata e poi operata al San Marco. Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri del Comando provinciale, insieme alla Sezione Investigazioni Scientifiche. Dai primi accertamenti pare da escludere che il colpo sia stato sparato da distanza ravvicinata, aprendo così a più scenari investigativi anche per la posizione particolare del proiettile, dall'alto verso il basso.
Al momento è presumibilmente chiaro da dove sia partito il proiettile, ma non chi lo abbia sparato.
Tutto questo dobbiamo calarlo in un contesto in cui Catania, secondo Numbeo, è nella top 3 delle città percepite come più pericolose d’Europa. Davanti ci sono solo Marsiglia e Bradford. Ma dobbiamo stare attenti, perché la parola chiave è “percepita”. Nei fatti, Catania non è la terza città più pericolosa d’Europa. Lo dicono i numeri ufficiali del Ministero dell’Interno, rielaborati dal Sole 24 Ore. Catania è al 24º posto su 106 province italiane per reati denunciati nel 2023.
In un programma televisivo locale però, il sindaco Trantino fa capire che soffre, che ha la pelle sottile per questo dato; che la percezione è causa della condivisione di immagini crude o sensazionalistiche da parte degli altri cittadini. Ce l’ha con le immagini ecco. Ancor più che con i reati, con la povertà strutturale o con i militari quando arriveranno, se arriveranno, se funzionerà l'operazione.
Insomma, quelle immagini che distorcono, che fanno sembrare Catania più violenta di quanto non sia, facendo intendere di evitare video di zuffe (referendosi a quella avvenuta in via Garibaldi) o di degrado sociale poiché danneggerebbero l’immagine della città. Per quanto si possa essere in accordo - e lo siamo - che sia da vili riprendere una zuffa, il problema è la realtà o la sua rappresentazione?
La narrazione dei fatti - per quanto disturbino le nostre opinioni - non possono prevalere sull'estetica di una città; anche perché, e senza prenderci in giro, non bastano un paio di video per trasformaree Catania in Gotham City.
La realtà non si corregge né spegnendo una telecamera né con presidi militari o DDL sicurezza, ma cercando di capire i disagi all'interno dei quartieri. Disagi che, ahiloro, non si risolveranno facendo i parchetti attrezzati con il Caivano bis.