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Donna vende su fb il proprio bimbo per 10mila euro ma è un "troll", denunciata

22-09-2017 03:58

redazione

Cronaca, polizia postale, infrastrutture,

Donna vende su fb il proprio bimbo per 10mila euro ma è un "troll", denunciata

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La ventottenne aveva pubblicato on line un annuncio in cui proponeva a terzi la vendita del proprio nascituro.  Ad accorgersene il personale del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania che ha notato lo strano annuncio sulla pagina Facebook “Compro e vendo tutto”. La donna, affermando di essere al quinto mese di gravidanza aveva pubblicato l’ecografia del feto, proponendo il nascituro al miglior offerente con prezzo di partenza di 10.000 euro



Le indagini della Polizia Postale hanno consentito così di identificare l’utente che è stata sottoposta a perquisizione domiciliare ed informatica nella sua abitazione a Milano, prontamente disposta dalla Procura Distrettuale di Catania ed eseguita dalla Polizia Postale di Milano.



La Procura etnea ha così denunciato in stato di libertà la donna.



L’indagata, coniugata, con un impiego di addetta in un esercizio commerciale, ha ammesso di essere stata l’autrice dell’annuncio ma ha riferito di averlo scritto in maniera provocatoria, in qualità di “troll”, ovvero utente che pubblica messaggi provocatori con la finalità di creare disturbo e fomentare gli utenti.



In particolare, la donna, che non era in stato di gravidanza, aveva prelevato l’immagine della ecografia in Rete da un gruppo web di mamme e, per attirare l’attenzione nel gruppo Facebook, lo aveva pubblicato unitamente alla proposta di vendita.



"Un troll -spiega la Polizia postale- è un termine che deriva dalla mitologia scandinava, nel gergo di internet è un soggetto che interagisce con altri nel web, pubblicando scritti possibilmente falsi, diffamatori, molesti, fortemente provocatori, al fine di attirare l’attenzione, fomentare le discussioni e disturbare".



La Polizia Postale consiglia quindi di non rispondere ai troll, ignorando le provocazioni e segnalando, comunque, i contenuti che potrebbero configurare reati procedibili d’ufficio o imminenti pericoli al fine, in ogni caso, di verificarne la fondatezza. Coloro che si rendono autori di tali condotte -conclude- possono rendersi responsabili di illeciti penalmente o civilmente perseguibili".


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