Il particolare momento storico che stiamo vivendo vivrà ancora a lungo nelle menti e nei ricordi della gente. Stiamo vivendo uno “still image” della società contemporanea.
Tutto è congelato, come se il tempo ed il mondo si fossero fermati. La nostra esistenza si alleggerisce dai pesi della modernità e si torna alla riscoperta dell’essenziale.
Lo scenario che si manifesta ai mei occhi, durante le uscite necessarie alla sussistenza della mia famiglia, è a dir poco surreale.
Per chi come me è abituato a vedere una Catania che non dorme mai, sempre in movimento e che pullula di vita la vista di queste immagini non può che lasciare un segno indelebile nel cuore di chi le osserva.
Ho deciso di documentare e immortalare la vita, che nonostante tutto non cessa di esistere, nella mia città. Con la speranza che tutto ciò possa servire a tutti noi a porsi degli interrogativi. Con l’aspettativa che la vista di queste immagini possa indirizzare tutti verso un comportamento corretto.
Oggi ne vale della salute di tutti!
“Corona Virus visual diary in Catania” dev’essere un lascito e un documento per tutti i catanesi di oggi e di domani.
In un particolare periodo storico come questo, dove i contatti umani devono essere totalmente azzerati, dove bisogna stare lontani almeno un metro gli uni dagli altri e dove persino abbracci e strette di mani sono vietati, l’auspicio è che questa condizione surreale dell’esistenza umana, che mi auguro passi il prima possibile, ci faccia realmente capire quanto è importante l’altro per ognuno di noi.
La perdita totale del contatto fisico e la momentanea paura che potenzialmente qualunque essere umano possa contagiarci, deve farci riscoprire la voglia e il desiderio dello stare insieme.
Per troppo tempo siamo stati abituati a comportarci come “società di individui”.
Al termine di questo paradossale e post apocalittico periodo storico abbiamo l’obbligo di riscoprirci come “comunità”.
Antonio Arcoria collabora con le testate giornalistiche SudPress e SudLife. Dopo aver conseguito il Diploma di liceo artistico nel giugno 2015, ha lavorato tre anni per l'associazione "DonBosco2000".
Si è occupato della prima alfabetizzazione dei minori stranieri, aiuti sanitari coordinando le attività sportive all'interno di un centro di primissima accoglienza per minori stranieri non accompagnati.
Nel dicembre 2018 ha partecipato ad una missione umanitaria in Senegal e Gambia per conto dell'associazione "DonBosco2000", durante la missione ha anche realizzato un reportage fotografico concentrandosi sulle scuole in Senegal, sul lavoro nei campi e sulla vita quotidiana.
Ha studiato Comunicazione e Valorizzazione del patrimoni artistico contemporaneo e attualmente studia Fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Catania.