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Maxi inchiesta su mafia e scommesse on line: 68 arresti, 28 solo a Catania. Colpiti clan Cappello e Santapaola

14-11-2018 10:24

redazione

Cronaca, mafia, clan Cappello, parcheggi, maresciallo salvo mirarchi, Gianluca Collica,

Maxi inchiesta su mafia e scommesse on line: 68 arresti, 28 solo a Catania. Colpiti clan Cappello e Santapaola Ercolano

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Ventotto provvedimenti di fermo messi in atto da Guardia di Finanza, Polizia di Stato e i Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Catania, questi ultimi con il concorso del Raggruppamento Operativo Speciale, nei confronti  di esponenti dei clan mafiosi Santapaola-Ercolano e Cappello, dediti al controllo illecito del mercato delle scommesse sportive e dei giochi esercitati attraverso rete telematica e raccolte da banco. I reati contestati sono quelli  di associazione mafiosa; di associazione a delinquere, a carattere transnazionale, finalizzata all’illecito esercizio sul territorio nazionale di giochi e scommesse sportive; di riciclaggio; di autoriciclaggio; di intestazione fittizia di beni; di truffa a danno dello Stato; di  omessa e infedele dichiarazione dei redditi, reati aggravati dalla finalità di agevolazione dell’associazione di stampo mafioso, per avere consentito ai due gruppi mafiosi l’infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line. GUARDA I VIDEO



Ma anche l’autoriciclaggio dei proventi derivanti dalle attività criminose delle stesse associazioni. Insieme agli arresti, sono stati eseguiti d’urgenza sequestri preventivi di beni per un valore di circa 70 milioni di euro sia in Italia che all’estero, nonché di quarantasei agenzie di scommesse/internet point, in diverse zone della provincia di Catania, Messina, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa.



In particolare, la Guardia di Finanza di Catania, con l’ausilio del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), ha confiscato un patrimonio complessivo dell’ingente valore sopra indicato dopo approfondite indagini economico-finanziarie condotte dalla Polizia e con l’attivazione dei canali di cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia che hanno consentito di individuare e sequestrare circa un centinaio di rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nelle Isole di Man, mentre altrettanti conti correnti e depositi bancari sono stati individuati in altri Paesi.



La stessa Guardia di Finanza ha inoltre sequestrato venticinque centri scommesse attivi nelle province di Catania, Messina e Siracusa; l’Arma dei Carabinieri ne ha sequestrato a Misterbianco (Ct) ed altri venti sono stati individuati e sequestrati dalla Polizia di Stato e riconducibili direttamente o indirettamente al clan Cappello.



Le indagini condotte dalle forze dell'ordine sono state distinte ed autonome tra loro ma coordinate dalla Procura etnea secondo un unico progetto investigativo che prevedeva la suddivisione delle aree di intervento in modo che Guardia di Finanza e Carabinieri si occupassero delle attività illecite  facenti capo ad esponenti di spicco della famiglia catanese di Cosa Nostra ed in particolare a Carmelo, Giuseppe Gabriele e Vincenzo Placenti, la cui attività criminale per conto della famiglia Santapaola Ercolano anche in settori diversi da quello del gaming on line era già ben nota ai militari dell’Arma, mentre la Polizia di Stato seguiva le attività illecite riconducibili ad esponenti di rilievo del clan Cappello.



Le indagini si sono avvalse tutte, oltre che di attività tecniche e dinamiche, del contributo di un collaboratore di giustizia che era stato, grazie alle proprie competenze tecniche specifiche, l’ideatore della struttura organizzativa utilizzata dai predetti sodalizi mafiosi  per operare nel settore e che è stato quindi in grado di fornire la chiave di lettura idonea a svelare il sistema illecito una volta che ha deciso di collaborare con la giustizia per sottrarsi al controllo delle predette organizzazioni che non gli avrebbero mai consentito di uscire da tale sistema che procurava loro ingenti profitti derivanti da un volume di scommesse, quantificato dalla Guardia di Finanza di Catania, con l’ausilio di esperti del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche di Roma, solo per il sito web “revolutionbet365.com in circa venti milioni di euro per il periodo dall’ottobre del 2016 al giugno del 2017, volume di scommesse del tutto sconosciuto all’Erario. Tale attività criminale ha assicurato ai sodalizi mafiosi catanesi un profitto complessivo di oltre 50 milioni di euro tra il 2011 e il 2017.



Le agenzie di scommesse controllate direttamente o indirettamente dai predetti sodalizi mafiosi simulavano un’attività di trasmissione dati per la raccolta “on line” di scommesse, ma in realtà operavano la tradizionale raccolta “da banco” per contanti. La riconducibilità ai sodalizi mafiosi di tali agenzie veniva schermata attraverso un reticolo di società estere ( localizzate principalmente nelle Antille Olandesi a Curaçao) amministrate da prestanome, che permetteva alle consorterie criminali di riciclare,  anche attraverso il passaggio di denaro sui conti correnti accesi in Paesi non cooperativi, i guadagni illecitamente conseguiti.



Il gruppo Placenti, attraverso il sito revolutionbet, aveva compiuto un autentico salto imprenditoriale assurgendo al primario ruolo di “bookmaker” in grado di imporsi nel mercato regionale del gaming con una rete commerciale di 8 master sotto i quali hanno operato 28 commerciali, 7 “sub-commerciali” e 20 “presentatori”.



I Placenti avevano così messo a frutto il ruolo di “master” ricoperto negli anni 2011 -2015 nell’area catanese per conto del noto marchio “PLANETWIN365”. Nello specifico, Carlo Paolo Tavarelli e Ivana Ivanovich, negli anni “pre-sanatoria” dal 2011 al 2015, responsabili dei settori vendita e marketing, nonché titolari di quote societarie della holding “SKS365”, attiva in Italia con il brand “PLANETWIN365”, promuovevano e alimentavano una parallela rete PLANET per l’esercizio abusivo di giochi e scommesse che avveniva sia attraverso la raccolta “da banco”, non consentita ai punti di commercializzazione (PDC), che mediante la creazione e il funzionamento di siti web paralleli ( quelli con estensione .com) affidati alla gestione di un esperto informatico (ora collaboratore di Giustizia), quale “master” per la Sicilia, e ai fratelli Placenti, quali “master” per l’area catanese.



Gli ingenti guadagni originati dall’attività organizzata di raccolta delle scommesse, sono stati reintrodotti dalle compagini criminali nel circuito economico legale mediante l’acquisizione di svariate attività commerciali, la maggior parte delle quali operative nel gaming avente la loro sede non solo in Italia ma anche all’estero. Gli accertamenti patrimoniali condotti dai Finanzieri di Catania hanno disvelato, in capo al gruppo “Placenti”, l’esistenza di un patrimonio sproporzionato rispetto alle capacità reddituali e, per le attività commerciali, schermato mediante fittizie intestazioni.



Le indagini, estese ai loro compartecipi – titolari delle software house, società di servizi necessarie per il funzionamento dei siti scommesse nonché le figure apicali della holding “SKS365” per il marchio “PLANETWIN365” - hanno consentito a questa Procura di emettere provvedimenti ablativi cautelari per 42 unità immobiliari e 36 società commerciali (tra le quali oltre a società nazionali ed estere attive nel gaming anche un autosalone, una società di rimessaggio di barche e noleggio di moto d’acqua, una palestra, una squadra di calcio militante nel campionato di Promozione).



Tra i beni di particolare pregio, vi sono una villa sul mare, ad Augusta e non censita al catasto e un lussuoso appartamento di 11 vani sita a Castelnuovo di Porto a Roma (fittiziamente intestato a un Gruppo Europeo di Interesse Economico maltese) nonché 5 appartamenti in Austria (Vienna e Innsbruck).



Queste le persone fermate dalla Guardia di Finanza per conto di questa Procura:


  1. Anna Aurigemma
  2. Salvatore Barretta
  3. Orazio Bonaccorso
  4. Antonio Chillè
  5. Federico Di Ciò
  6. Cristian Di Mauro
  7. Carmelo Di Salvo
  8. Danilo Mario Giuffrida
  9. Simone Insanguine
  10. Gaetano Liottasio
  11. Angelo Fabio Mazzera
  12. Riccardo Tamiro

I fratelli Placenti sono stati, invece, fermati dai Carabinieri del Comando provinciale di Catania e del R.O.S..


Per quanto concerne le indagini condotte da Squadra Mobile di Catania e S.C.O., hanno consentito di accertare che, con analoghe modalità tecniche ispirate a suo tempo dall’odierno collaboratore di giustizia, gli interessi del clan Cappello nel settore del


gaming on line

clandestino  venivano curati, sul versante catanese, da Giovanni Orazio Castiglia, legato da rapporti diretti di parentela a Salvatore Massimiliano Salvo, esponente di vertice della cosca, mentre sul versante aretuseo emergeva la figura dell’imprenditore Antonino Iacono, residente a Pachino (SR), quale garante dei medesimi interessi.


Venivano così a delinearsi due distinte associazioni a delinquere, dedite all’esercizio del


gaming on line

clandestino, che perseguivano interessi illeciti coincidenti con quello perseguito dalla compagine mafiosa di riferimento e che operavano, pertanto, al fine di agevolare e rafforzare l’operatività del clan Cappello.


Proprio Castiglia è ritenuto organizzatore e direttore dell’associazione per delinquere, promossa da Salvatore Massimiliano Salvo (al quale è contestato il ruolo di capo promotore), finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, al riciclaggio e all’autoriciclaggio, all’intestazione fittizia di beni attraverso l’illecito esercizio dell’attività di giochi e scommesse a distanza, riconducibili a società operanti all’estero (Albania, Romania e Malta) in violazione della normativa di settore, di quella fiscale, anti-riciclaggio, ovvero attraverso la creazione di diverse reti di gioco “on line” finalizzate alla raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi  ed al gioco d’azzardo.


In particolare, si fa riferimento alla rete operante su siti con estensione “.com” denominati, tra gli altri, “Futurebet, Futurebet2021, Future2bet2021, Betworld365, Betcom29, Betcom72”, mutevoli in ragione degli interventi di oscuramento da parte dell’Autorità amministrativa, non autorizzati dall’A.D.M., tutti operanti su server esteri (Malta, Austria, Inghilterra), utilizzati all’interno di sale scommesse, Internet point, C.E.D., C.T.D ed esercizi commerciali.


Tali attività, in alcuni casi, erano fittiziamente intestate a soggetti compiacenti.


Della “doppia veste” degli illeciti conseguiti erano certamente consapevoli i vertici della associazioni in parola, tra cui Giovanni Conte, organizzatore della rete di agenzie operanti nei territori di Siracusa, Augusta (SR), Gela (CL), Vittoria (RG) e Floridia (SR), braccio destro di Fabio Lanzafame e responsabile della gestione territoriale della rete “.com”; Davide Cioffi,  socio responsabile-accettazione della rete “.com”; Gino Vincenzo D'Anna, responsabile tecnico- finanziario della rete “.com”; Pietro Salvaggio, socio di Fabio Lanzafame, responsabile per la Sicilia occidentale della rete di siti “.com”, nonché tutti coloro che, all’interno della rete illecita rivestivano il ruolo di “master”, tra cui Antonino Russo e Francesco Nania, Andrea Di Bella, Santo D'Agata, Angelo Antonio Susino, Giovanni Di Pasquale e Salvatore Truglio.


A Giovanni Orazio Castiglia è stato, anche contestato il reato di concorso esterno nell’associazione mafiosa Cappello  perché, pur non essendo stabilmente inserito nel sodalizio, contribuiva sistematicamente e consapevolmente alla realizzazione di talune attività ed al raggiungimento degli scopi del clan, avendo organizzato e garantito la diffusione sul territorio di Catania e Siracusa della rete necessaria per realizzare i giochi


on  line,

acquisendo agenzie, dirigendo i master e gli agenti, gestendo il flusso di denaro necessario per le vincite, in tal modo fornendo un contributo causale di rilievo per il mantenimento e la realizzazione degli interessi del predetto clan  mafioso.


Giovanni Orazio Castiglia e Antonino Iacono, inoltre, sono ritenuti organizzatori e direttori anche di una ulteriore associazione a delinquere - anch’essa facente capo al leader promotore Salvatore Massimiliano Salvo - che in termini e modalità del tutto speculari rispetto a quella prima citata, operava specialmente nelle province di Siracusa e Ragusa nella raccolta abusiva di scommesse “on line” tramite i siti con estensione “.com” denominati, tra gli altri, “Premierwin365”, “Special2bet”, “Goplay33”, “Racing dogs”, “betcom29.com”, “stanleybet”, anch’essi mutevoli in ragione degli interventi di oscuramento da parte dell’Autorità amministrativa, non autorizzati dall’A.D.M. e tutti operanti su server esteri (Malta, Austria, Inghilterra).


Un durissimo colpo dunque assestato dalle forze dell'ordine e dalla Procura ai clan che troppo spesso si infiltrano con eccessiva facilità all'interno del settore delle scommesse.


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