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Nello Correale : “Il cinema ha un futuro. Ma lo hanno pure le sale cinematografiche?”

11-11-2020 06:00

Nello Correale*

Cronaca, Cultura&Spettacolo, SudStyle, Focus, Nello Correale, Festival Internazionale del Cinema di Frontiera,

Nello Correale : “Il cinema ha un futuro. Ma lo hanno pure le sale cinematografiche?”

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo la riflessione del fondatore e direttore artistico del Festival Internazionale del Cinema di Frontiera di Marzamemi

"...dove vanno le anatre di Central Park quando il lago gela?" si chiedeva con malinconico tormento , il protagonista ne Il Giovane Holden di Salinger. 

 

Mi sono fatto la stessa domanda, quando, tornando a casa trafelato per il coprifuoco, ho visto i cinema chiusi. 

 

Mi sono apparsi come strane ed inutili architetture urbane, come neon spenti su palazzi barocchi. 

 

E i nuovi film in cartellone, invecchiati senza essere visti, dove andranno?  

 

E noi dove andremo?

 

Per adesso sulle piattaforme streaming come Netflix, Amazon, Apple e poi ...in Cina! 

 

Mentre il box office in Europa e negli Stati Uniti crolla, il mercato cinematografico cinese è tornato a funzionare, così scrive The Hollywood Reporter nel commentare il fatturato di circa 2 miliardi di dollari del cinema cinese che  supera, per la prima volta, quello americano. 

 

Questo perché la Cina ha potuto riaprire al 75% le sale cinematografiche mentre negli Usa i cinema in città come New York y e Los Angeles restano ancora chiusi. 

 

Così come in gran parte dell'Europa, mentre quelli che dovevano essere i blockbluster della stagione (come 007, Batman, Nomadeland…) sono stati rinviati di un anno e nella peggiore delle ipotesi anche due. 

 

Se in Cina il pubblico è numeroso e la domanda forte, è perché l’offerta è sempre stata alta. Nei mesi da luglio ad ottobre , sono approdati in sala più di 150 film, tra nuove uscite e riedizioni  e a fare la parte del leone sono le produzioni locali e  a registrare gli incassi più alti sono i blockbuster made in Cina con star cinesi pensati per il pubblico cinese. 

 

La Cina ha sempre meno bisogno di Hollywood? 

 

Forse non sarà una bella notizia per l'industria del cinema americano ma sicuramente ci fa capire che la produzione cinematografica ha un futuro! 

 

Per adesso ci dobbiamo dimenticare la tradizionale uscita in sala "day-and-date", l'uscita simultanea in tutti i paesi del mondo, che concentra lo sforzo promozionale e tende a massimizzare l'incasso nei primi giorni. 

 

Un modello che esiste praticamente dal 1975, quando Lo squalo di Steven Spielberg fu lanciato contemporaneamente in tutti gli Stati Uniti. Molti stanno invocando il ricorso, per lo meno momentaneo, a un modello alternativo: l’uscita dei grossi film all’estero, in Europa o dove si può, e poi una distribuzione dilazionata negli stati americani con il minor rischio di contagio. 
 

Un film come Tenet di Chris Nolan ha fatto da apripista, ma forse ha pure dimostrato che le grandi produzioni fanno fatica a recuperare, con l'uscita a macchia di leopardo, quello che si aspettavano di incassare. 

 

Nel frattempo le difficoltà dovute al Covid-19 allungano i tempi di produzione di nuovi film, anche quelli pensati per la tv e  le piattaforme. 

 

I teatri degli "studios" sono in gran parte chiusi e dappertutto, quando aperti , sottoutilizzati. 
 

Questo aumenta i costi e a pagarne le conseguenze sono le produzioni più piccole ed indipendenti e spinge molti autori, (i più coraggiosi, i più sperimentali) sempre più ai margini. 

 

La pandemia ha accelerato una tendenza già in atto: una maggiore concentrazione di prodotto nelle mani di pochi ed una minore propensione al rischio anche da parte delle grandi società di produzione indipendenti. 

 

Per  quanto riguarda l'Italia si prospetta un "soccorso statale" sia alla produzione cinematografica che alle sale cinema che spero si possa trasformare in tempi rapidi, in un piano di sostegno non solo dettato dall’emergenza. 

 

Perché allora non cercare di spingere per  la costruzione di una piattaforma del cinema italiano, che possa accogliere e promuovere il meglio del nostro cinema. 

 

La Germania  e la Francia sono già avanti nel progetto.

 

La pandemia obbliga tutti a praticare nuove modalità di fruizione così come hanno dimostrato durante la passata questa stagione, anche molti festival e rassegne. 

 

Non dobbiamo avere paura di immaginarci un sistema distribuzione "ibrido" dove convivano sala fisica e sala virtuale. 

 

Una volta passato "l'inverno" le anatre torneranno nel lago. 

 

Forse non tutte, molte resteranno a sguazzare nelle tiepide acque delle "piattaforme" che assicurano ai produttori ed agli autori un approdo sicuro. 

 

Sono certo che il pubblico, anche se più frammentato e incatenato ai minischermi, non ha perduto del tutto il piacere di darsi appuntamento al buio in una sala a condividere il piacere di ridere, piangere , pensare e... sarà lì ad aspettare. 


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Nello Correale, regista, sceneggiatore e autore di programmi televisivi, è il fondatore e direttore artistico del Festival Internazionale del Cinema di Frontiera di Marzamemi giunto alla sua XX edizione.

 

Napoletano residente a Roma, classe 1955, laureato in filosofia alla Statale di Milano, si è formato artisticamente alla Scuola del Cinema di Milano per la regia cinematografica e a quella del Piccolo Teatro di Milano per la regia teatrale.

 

Nel 1997 ha scritto e diretto il suo primo film “Oltremare” vincitore di numerosi premi internazionali, con interpreti quali Iaia Forte, Luca Zingaretti, Leo Gullotta, Ida Di Benedetto, TizianaLodato e Marco Bonini.

 

Ha collaborato a molte sceneggiature tra cui “Journey of Hope”, premio Oscar come miglior film straniero nel 1991.

 

Ha scritto e diretto numerosi documentari per emittenti nazionali e internazionali, tra cui “I ragazzi della Panaria” nominato al David di Donatello nel 2005. “Wolf on the Drum” per Kazakh Film (la prima coproduzione Italia/Kazakhstan) e “La voce di Rosa” con Donatella Finocchiaro.

 

Nel 2009 entra nella TIPOTA Movie Company, di cui è oggi amministratore unico, una società di produzione indipendente e dinamica che, da quando è stata costituita nel 1998 da Dario de Luca Gabrielli, ha prodotto, co-prodotto e distribuito film, documentari, cortometraggi e programmi tv per il mercato nazionale ed internazionale. 
 

Dal 2002 ha ampliato la sua attività anche nella produzione pubblicitaria e istituzionale. Sin dalla sua prima produzione, il film di Fabrizio Bentivoglio con Valeria Golino, Tipota ha sempre puntato la sua attenzione sugli autori consolidando il suo rapporto con Werner Herzog. 
Attualmente dedica particolare attenzione a storie vere e temi sociali sia nella fiction che nel documentario.

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