Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per la Sicilia, sezione di Catania, ha recentemente emesso una sentenza che getta luce su un caso di conflitto di interessi e mala gestione all'interno dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare della Sicilia Orientale.
La decisione del TAR, pubblicata il 14 novembre 2024, ha annullato diverse delibere dell'Autorità, mettendo in evidenza gravi irregolarità procedurali, tra cui il coinvolgimento di componenti del Comitato di Gestione che avrebbero dovuto astenersi per motivi di incompatibilità.
Il cuore della vicenda riguarda Roberto Meloni e Dario Niciforo, entrambi membri del Comitato di Gestione dell'Autorità Portuale, i cui parenti entro il quarto grado (rispettivamente figlia e cognata) sono dipendenti dell'Autorità stessa.
Secondo la normativa vigente e il regolamento dell'Autorità, qualsiasi componente del Comitato con parenti entro il quarto grado tra i dipendenti è obbligato a dichiarare il conflitto di interesse e ad astenersi dalle decisioni che potrebbero coinvolgere gli interessi dei propri familiari.
Tuttavia, questo non è avvenuto, e i due ingegneri hanno partecipato attivamente all'approvazione di una controversa rimodulazione della pianta organica, che includeva la cancellazione di due posizioni di V livello.
Questa omissione ha portato il TAR a dichiarare illegittima la delibera del 26 febbraio 2024 che sanciva la riorganizzazione dell'organico. Tale atto si è rivelato viziato sin dalle sue fondamenta, in quanto inquinato da interessi personali e potenziali favoritismi, in evidente contrasto con i principi di imparzialità e trasparenza richiesti per una gestione pubblica corretta.
La Sconfitta Giudiziaria dell'Autorità Portuale
La sentenza del TAR non solo ha riconosciuto la presenza di un conflitto di interessi, ma ha anche evidenziato come l'Autorità Portuale abbia gestito in modo superficiale e non trasparente l'intera vicenda.
La cancellazione delle posizioni di V livello, che aveva portato all'annullamento delle procedure concorsuali per quelle stesse posizioni, è stata giudicata arbitraria e priva di una motivazione concreta e verificabile.
Il Tribunale ha infatti sottolineato come la decisione di eliminare tali posti non trovasse giustificazioni in nessun mutamento delle condizioni di fatto o normative, come richiesto dalla legge.
La vicenda ha assunto contorni ancora più gravi con la decisione del TAR di condannare l'Autorità Portuale alle spese legali, riconoscendo la totale soccombenza dell'Amministrazione in merito al contenzioso, comportando un costo che ricade, indirettamente, su tutti i cittadini, e che testimonia l'inefficienza della gestione amministrativa dell'Ente.
La Critica alla Gestione dell'Autorità Portuale
L'atteggiamento dell'Autorità Portuale, come si può leggere nella sentenza che alleghiamo n calce, è stato criticato in più passaggi dal Tribunale, che ha evidenziato l'assenza di proporzionalità e ragionevolezza nelle decisioni prese.
La soppressione delle posizioni di V livello, in un contesto di aumento complessivo delle unità lavorative, appare incomprensibile e ingiustificata.
Tale scelta è stata vista come un tentativo di manipolare l'organico in modo poco trasparente, privando il ricorrente, primo in graduatoria, di un diritto acquisito attraverso una procedura concorsuale regolare.
Inoltre, la sentenza ha ribadito che la presenza dei due membri del Comitato di Gestione coinvolti in un evidente conflitto di interessi non può che minare ulteriormente la credibilità dell'intero processo decisionale.
In un contesto in cui le decisioni di macro-organizzazione devono essere supportate da solide motivazioni, l'assenza di una giustificazione concreta è stata giudicata una grave violazione dei principi che regolano l'azione amministrativa.
Il caso dell'Autorità Portuale di Catania mette in luce una gestione opaca e viziata da conflitti di interesse, che il Tribunale Amministrativo non ha potuto fare altro che censurare.
La sentenza rappresenta un monito per tutte le istituzioni pubbliche: il rispetto delle norme e la trasparenza non sono optional, ma pilastri fondamentali per garantire l'equità e la giustizia nell'operato delle amministrazioni.
La condanna alle spese e l'annullamento delle delibere rappresentano una chiara sconfitta per l'Autorità Portuale, accendendo un faro su una gestione che merita una maggiore attenzione da parte delle istituzioni come anche da parte della cittadinanza che continua a subire unporto del tutto avulso dal territorio.
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