La situazione dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia Orientale si fa sempre più complessa tra accuse di conflitti d’interesse, critiche sulla trasparenza e decisioni controverse.
Mentre i consigli comunali di Catania e Siracusa cadono sempre dal pero, ad Augusta i consiglieri di opposizione continuano a denunciare fatti, chiedendo chiarezza e un confronto in Consiglio Comunale.
Una crisi sempre più pesante nella gestione portuale
L’Autorità di sistema portuale della Sicilia Orientale, che comprende i porti di Augusta, Catania, Siracusa e Pozzallo, è ormai da tempo al centro di polemiche e controversie legate alla sua gestione.
Un esposto del Codacons all’ANAC e alla Corte dei Conti e un ricorso accolto dal TAR di Catania hanno sollevato serie preoccupazioni. (In calce gli articoli in cui ce ne siamo occupati).
Questi eventi hanno spinto i consiglieri comunali di opposizione del Partito Democratico (Pd) e del Movimento 5 Stelle (M5S) a chiedere un dibattito urgente in Consiglio Comunale di Augusta per affrontare le criticità emergenti.
I punti critici sollevati
Conflitti di interesse nel Comitato di Gestione
Secondo quanto riportato, il Comitato di Gestione dell’Autorità include membri con conflitti di interesse che sono stati accertati dal TAR di Catania in occasione di un procedimento che ha visto l'ente condannato alle spese. Due componenti augustani hanno legami familiari con dipendenti dell’ente e rapporti politici stretti con l’amministrazione locale guidata dal sindaco Giuseppe Di Mare. Questi legami hanno sollevato dubbi sulla trasparenza e sull’imparzialità delle decisioni prese dall’ente.
Concorsi e favoritismi
Il TAR di Catania ha infatti accolto un ricorso di un candidato escluso da un concorso per un posto all’Autorità, evidenziando irregolarità e favoritismi. La presenza di dipendenti interessati alla gestione della pianta organica, parenti stretti di membri del Comitato di Gestione, hanno alimentato ulteriormente le critiche sulla gestione dell’ente.
Mega-affidamento contestato
L’ANAC ha poi recentemente bocciato un project financing per la privatizzazione dei servizi portuali di Augusta e Catania. L’affidamento, della durata di 25 anni per un controvalore di centinaia di milioni di euro coinvolgeva società riconducibili all’assessora al porto e vicesindaca, suscitando accuse di calcoli "al ribasso" sul valore dell’affare.
La questione del GNL e i dubbi sulla sicurezza
Un ulteriore motivo di preoccupazione è scoppiato in questi giorni, ampiamente riportato dalla stampa siracusana: riguarda la realizzazione di un deposito di gas naturale liquefatto (GNL) vicino al porto di Augusta.
Il progetto, dal valore di circa 4 milioni di euro, include la costruzione di tre serbatoi iniziali che potrebbero essere ampliati in futuro.
Tra le varie problematiche anche il fatto che il relitto della nave Seven Star, affondata nel 2019 e ancora presente nel fondale, cosa che solleva dubbi sulla sicurezza e sull’impatto ambientale dell’infrastruttura.
La testata giornalistica salernitana Ecostiera specializzata in questioni ambientali si è occupata dell'argomento ed in un articolo a firma del suo direttore Massimo Ciccarello si legge: "Una “misteriosa” nave colata a picco davanti il vecchio consortile di Punta Cugno, col relitto rimasto affondato proprio davanti il pontile dove attraccheranno le gasiere che devono rifornire un nuovo deposito di Gnl da mille metri cubi, mai comunicato al consiglio comunale. Un investimento vicino ai 4 milioni di euro per le strutture a terra, probabilmente destinate ad ampliarsi gradualmente dopo i primi tre serbatoi, praticamente affacciate sul relitto della Seven Star adagiato nel fondale sottocosta. Dove il mercantile battente la bandiera ombra di Saint Vincent e Grenadine ha concluso la sua quarantennale attività di cargo, dopo il sequestro del 2019 per traffico illecito di rifiuti. Il progetto a sorpresa sul gas naturale liquefatto è l’ultima nube che si addensa sulla governance della Port authority, dopo la tempesta scoppiata sulla notizia che l’Anticorruzione ha bocciato il project financing, per la privatizzazione dei servizi portuali ad Augusta e Catania, contestando calcoli “al ribasso” sul valore dell’affare. E dopo che il Tar ha accertato evidenti conflitti d’interesse sui concorsi per il personale, che hanno visto vincitori parenti stretti dei due componenti augustani del comitato di gestione, vicini all’amministrazione Giuseppe Di Mare. “Cosa sta succedendo all’Adsp del Mare di Sicilia orientale?”: ora se lo domandano pure Partito democratico e 5 Stelle, tornando ad accendere i fari sul “porto delle nebbie”. I democratici Giancarlo Triberio e Milena Contento, insieme ai pentastellati Roberta Suppo e Uccio Blanco, pretendono un dibattito consiliare sui “discutibili” indirizzi dell’Autorità di sistema. “Alla luce di questi eventi inquietanti”, scrivono i consiglieri d’opposizione in un comunicato diffuso il 25 gennaio, “abbiamo presentato una richiesta di ordine del giorno per affrontare la questione”.
E ancora: "Oltre al sindaco Fratelli d’italia, Pd e 5s chiedono che a riferire in aula sia stavolta pure la vicesindaca meloniana Tania Patania, imprenditrice portuale direttamente coinvolta nel progetto di finanza rigettato dall’Anac. E con loro dia spiegazioni anche il rappresentante del Comune nel comitato di gestione, Dario Niciforo, fratello del capogruppo di maggioranza Marco e cognato della dipendente Adsp finita al tribunale amministrativo. Nella precedente seduta monotematica dedicata alle privatizzazioni nello scalo commerciale, infatti, l’assessora al Porto aveva presenziato i lavori senza aprire bocca. Mentre l’ingegnere nominato direttamente dal primo cittadino, per rappresentare l’amministrazione nella governance dell’Autorità di sistema, aveva disertato il dibattito. Lasciando al presidente Adsp, Francesco Di Sarcina, l’onere di difendere una scelta fortemente contestata dagli operatori marittimi locali. “Il nostro porto sta vivendo una serie di eventi che destano preoccupazione e mettono in discussione la sua gestione”, scrivono oggi i consiglieri di minoranza. I quali stavolta pongono una questione tutta politica, dopo vicende che hanno dato riscontro oggettivo alle perplessità sollevate a suo tempo. Soprattutto riguardo l’ombra lunga di Fdi su un ente, che dovrebbe essere condizionato solo dalle opportunità del mercato internazionale."
Le richieste dei consiglieri comunali di Augusta
I consiglieri comunali del Pd e del M5S, tra cui Salvatore Blanco, Milena Contento, Roberta Suppo e Giancarlo Triberio, hanno presentato una richiesta formale per discutere la situazione in Consiglio Comunale.
Essi chiedono:
La presenza del sindaco, dell’Assessora al Porto e del rappresentante comunale nel Comitato di Gestione per fornire spiegazioni dettagliate.
Chiarezza sulle decisioni prese dall’Autorità e sulle problematiche emerse dagli esposti e dai ricorsi.
Una gestione trasparente e orientata agli interessi della collettività, piuttosto che ai benefici di pochi privilegiati.
Un futuro complicato per il porto di Augusta
Secondo i consiglieri che stanno denunciando tutte queste vicende, “il porto di Augusta, che dovrebbe rappresentare un volano di sviluppo per la città e l’intero territorio, rischia di essere frenato da una governance poco chiara e da decisioni controverse. Il nostro porto merita una gestione corretta e trasparente”, dichiarano i consiglieri d’opposizione, sottolineando che la mancanza di risposte adeguate compromette il futuro della comunità.”
Se queste problematiche non verranno affrontate con urgenza, il rischio è di vedere sfumare una delle più grandi opportunità di sviluppo economico per la Sicilia orientale.
Tanto per cambiare.
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