
Tribunale di Catania 14 Marzo - Solo una costituzione delle parti, ma di grande rilevanza l'udienza sul procedimento penale che vede coinvolto Luca Sammartino per l'inchiesta ormai conosciuta a livello nazionale come "Pandora".
Nonostante la discussione sia relativa proprio a Sammartino, l'udienza ha un ipogeo: la questione della legittimità delle intercettazioni disposte dalla Procura all’interno della segreteria politica della parlamentare Valeria Sudano, quest'ultime effettuate senza l' autorizzazione della Camera di appartenenza, il che violerebbe articolo 68 della Costituzione.
Durante l'udienza, il presidente del collegio ha aperto la seduta chiedendo alle parti processuali se vi fossero questioni preliminari da sollevare prima di procedere alla fase istruttoria, che è la fase processuale prevista volta alla valutazione degli elementi per la decisione finale.
A intervenire è stato l’avvocato Peluso, il quale ha chiesto la sospensione del processo in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione sollevato dal Senato della Repubblica (per completezza mettiamo il documento a fine articolo).
La vicenda ha origine dalle intercettazioni ambientali e telefoniche eseguite nella segreteria politica della senatrice Sudano durante un’indagine condotta dalla Procura di Catania nel 2019. Le registrazioni erano state ottenute senza l’autorizzazione parlamentare, condizione indispensabile per la legge che tutela proprio la libertà di comunicazione e la protezione del domicilio dei parlamentari.
Il che appare come una condicio sine qua non perché si svolgano delle intercettazioni. Sapere di essere intercettati sortisce come effetto una stasi a livello di indagini, ma non è questo l'oggetto della discussione, purtroppo.
Il 4 dicembre 2024, il Senato ha deliberato (con maggioranza) di sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Consulta, ritenendo che la magistratura abbia violato le prerogative parlamentari della senatrice. La richiesta di sospensione del procedimento avanzata oggi in aula dall’avvocato si fonda proprio sull’esigenza di attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale per evitare inutili costi processuali o "per snellire il processo" e valutare la reale utilizzabilità delle intercettazioni.
Dopo aver ascoltato le argomentazioni della difesa, il presidente ha disposto l’acquisizione della memoria depositata dall’avvocato e ha rinviato l’udienza al 22 maggio 2025 per Luca Sammartino. In quella data, qualora la Consulta non si sia ancora espressa sul conflitto di attribuzione, il giudice procederà comunque alla valutazione delle richieste istruttorie, inclusa la perizia sulle intercettazioni.
La cosa davvero rilevante è una: se la Consulta dovesse riconoscere la violazione delle prerogative parlamentari, l’impianto accusatorio fondato sulle intercettazioni e le trascrizioni di queste rischierebbe non un terremoto certamente, ma una piccola scossa.
Al momento tutta l'attenzione resta puntata su Sammartino e gli altri imputati.