
A quanto pare a Bologna, Firenze e Bari i rilevatori elettronici per le timbrature di ingresso e uscita funzionano alla perfezione. Non si rompono così spesso, non necessitano di assistenza tecnica ricorrente e, soprattutto, non comportano spese costanti.
Al Comune di Catania, invece, i dispositivi per il controllo delle presenze sembrano godere di una salute piuttosto cagionevole nonostante l'aria di mare.
Solo nel quadrimestre gennaio–aprile 2025, infatti, sono stati spesi oltre 16.000 euro in servizi di assistenza, manutenzione e riparazione dei rilevatori automatici. Attenzione, non comprati nuovi quindi, ma sistemati. Bisogna specificare la differenza perché è la base dell'inchiesta.
La prima liquidazione:

Quindi a Gennaio veniva liquidata una somma di 3.128 euro e, inserendo poi il CIG di quest'appalto all'interno dell'ANAC, troviamo che l'operazione di manutenzione di 65 timbratori e 3 rilevatori è costata 7.300 euro in totale:

Il fatto più strano è che passati 3 mesi da quella liquidazione viene pubblicato un nuovo atto, pressoché uguale a quello riportato sopra:

Viene fatto un impegno per sistemare altri 70 timbratori sempre dello stesso modello, ovvero il KP.01. Queste due operazioni sono slegate tra loro e si nota dal differente codice CIG.

E qui il dettaglio, sempre affidamento diretto:

Il documento è poi molto chiaro (almeno in questo) e riportiamo: “istallati all'interno degli Uffici del Comune” .

Secondo un comunicato del 2012 i dipendenti del comune di Catania sono 3.373. I timbratori che siamo sicuri che esistano sono almeno 135 (70 + 65) quindi otteniamo che per ogni timbratore ci sono circa 24 dipendenti. Se fossero solo 70, invece, ci sarebbe comunque un problema dato che sono stati spesi 7.300 euro per la prima manutenzione e altri 8.900 per la seconda. Insomma, coma la si metta si metta, servono delle spiegazioni e non si può certamente dire che abbiano lesinato sulle apparecchiature di controllo entrata e uscita. Verificheremo più nel dettaglio questo.
Sebbene 16mila euro per la manutenzione dei timbri sembrino una grande somma, in realtà, rappresenta solo una piccola parte di una spesa ben più ampia; spesa che appare sicuramente esagerata visto che in soli quattro mesi sono stati liquidati quasi mezzo milione di euro per servizi digitali, virtualizzazioni e la manutenzione dei software.
Tra le voci compaiono infatti:
- Manutenzione ordinaria e straordinaria di server, reti e sistemi informativi
- Consulenze tecniche e servizi di supporto alla digitalizzazione
- Acquisto e rinnovo di licenze software
- Piattaforme cloud, gestione documentale, archiviazione digitale, PEC, backup
- Manutenzione e riparazione dei rilevatori automatici di timbratura
Il totale complessivo, come detto sopra, supera i 400.000 euro in soli quattro mesi e ripetiamo, parliamo solo di manutenzione, nessuna opera nuova quindi.




Un po' presi dalla curiosità e in maniera del tutto causale, colpisce la parola virtualizzazione, per cui, abbiamo voluto capire cos'è questa e come si configura all'interno della mission catanese. Provando ad inserire il CIG relativo a MEDIA ON CLOUD S.R.L. nella piattaforma dell'ANAC e notiamo che non possiamo né vedere il dettaglio dell'aggiudicazione né di cosa si tratta nello specifico. Il che sarebbe un peccato (non ironico) se questo errore fosse dovuto proprio ad un problema informatico. Siamo sicuri che in qualche ora si risolverà l'errore imprevisto riportato sotto:


Per tutte le altre liquidazioni, abbiamo preparato una cartella con gli atti completi; passiamo all'analisi del comune bolognese e il confronto con quello catanese.
Abbiamo analizzato, con molta pazienza, numerosi atti del Comune di Bologna, in particolare quelli del 2021. La città è stata scelta per la sua dimensione demografica simile a quella di Catania, così come Verona o Bari per un futuro report sul quale stiamo già lavorando. Dall’esame dell’attività amministrativa bolognese, emerge una gestione molto diversa: si contano pochi affidamenti diretti “a mitraglia”, mentre le operazioni appaiono più consistenti, mirate alla manutenzione di servizi informatici strategici, come quelli demografici, scolastici o sanitari. Le spese per interventi tangibili e ricorrenti (stampanti, PC, telefoni… timbri elettronici) sono invece notevolmente più contenute sia numericamente che economicamente, mettiamo alcuni atti immediatamente più giù, ma per trasparenza lasciamo il link con gli atti completi del comune di Bologna:


L’intento dell'inchiesta è capire su base annuale quanto spendano realmente i Comuni per i medesimi servizi. La cifra spesa da Catania potrebbe non essere anomala in sé, ma lo diventa se si considera l’arco temporale molto ristretto in cui vengono fatti impegni (corposi) e liquidazioni, tutte relative alla sola manutenzione.
Stiamo già comunicando con altre testate di Napoli e Bari per approfondire una domanda centrale:
Catania ha un problema con la gestione/manutenzione dei servizi informatici o le cifre sono in linea con altri Comuni, rapportate al numero di abitanti?
Una seconda domanda poi preme, più leggera e terrena: ma che è sta virtualizzazione?