Cominciamo con questa nota della Regione Sicilia, pubblicata intorno alle 18:00 di ieri:
A seguito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo, la Presidenza della Regione ha revocato l’incarico di presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della performance regionale affidato ad Antonino Maria Sciacchitano. La decisione è stata presa dopo la notifica all’amministrazione dello stralcio dell’ordinanza del Gip di Palermo, che ha disposto per Sciacchitano gli arresti domiciliari e la sospensione per un anno dai pubblici uffici.
La sanità pubblica regionale è al centro di un ciclone caldissimo d'inchieste giudiziarie che mettono in discussione un'integrità più morale che strutturale in sé. Due sono i filoni – da Ovest a Est – Palermo e Catania; le indagini, infatti, mettono in luce la (mala)gestione degli appalti, la trasparenza delle nomine e la capacità dell'amministrazione nel garantire un servizio pubblico libero da interessi privati.
L'affaire Sciacchitano: appalti, tangenti e contanti.
Il primo scandalo di cui parliamo è quello che riguarda Antonino Maria Sciacchitano, palermitano, commercialista e consulente della Regione Siciliana, presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della performance e componente di svariati organismi regionali. Raggiunto da una misura cautelare di arresti domiciliari e sospensione dai pubblici uffici, la Procura di Palermo ha infatti ipotizzato una sorta di “comitato d’affari” volto a pilotare gare d’appalto nella sanità regionale per oltre 130 milioni di euro. Le accuse: corruzione, turbativa d’asta ed emissione di fatture false.
Sciacchitano, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe usato la sua "rubrica" per indirizzare le assegnazioni e le composizioni delle commissioni aggiudicatrici degli appalti, ricevendo in cambio denaro. La pistola fumante delle tangenti potrebbero essere i quasi 50 mila euro in contanti nello studio. Tra i ruoli ricoperti, anche quello di valutatore delle performance dei dirigenti sanitari e, fortunatamente, la Regione ha revocato l’incarico e ha annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile. Un plauso a Schifani.
Ma se uno come Sciacchitano ha controllato, almeno sino alle 18:00 di ieri, le performance dei dirigenti, capiamo bene che ci troviamo davanti a un sistema sanitario completamente incancrenito e che, probabilmente, ha provocato danni non quantificabili.
Catania e Siracusa: protesi acustiche e regali
Andiamo a Est, Policlinico di Catania e gli ospedali di Siracusa e Ragusa. L’ipotesi è quella di un accordo corruttivo tra imprenditori di una ditta di protesi acustiche e un gruppo di medici per favorire la promozione dei dispositivi in cambio di regali e benefici personali. Le indagini, coordinate dalla Procura di Siracusa, hanno coinvolto oltre venti persone, con perquisizioni in studi privati e abitazioni.
Tra gli indagati figura Ignazio La Mantia, otorinolaringoiatra, docente universitario ed ex presidente dell’Ordine dei medici di Catania.
Senza voler fare un j'accuse nei confronti di tutta la sanità regionale, pare però che da questo turbinio emerge una sanità più che scadente: vulnerabile. E dobbiamo sottolineare la differenza, perché l'utente finale, che alla fine si ritrova il medico sotto gli occhi, sfoga la sua rabbia e frustrazione su di lui o sugli infermieri, mentre non pensa che la nostra sanità (ed i lavoratori) sono le prime vittime delle relazioni personali, dell'influenza politica o di interessi economici privati – anzi, privatissimi.
Mentre si attendono gli sviluppi giudiziari, la Regione Siciliana quantomeno rifletta su un vero ripensamento delle regole di controllo e, specie per il caso Sciacchitano, dei criteri di selezione dei dirigenti; o almeno spieghi qual è il metodo.