Resta ancora incerta la sorte dei 600 lavoratori del call center di Paternò. Ieri nella presidenza della Regione confronto tra l'assessore alle Attività produttive e una delegazione sindacale che hanno chiesto anche un intervento sulle committenti Faccia a faccia sulla vertenza del call center Qè di Paternó ieri nella sede della presidenza della Regione Siciliana tra l'assessore regionale alle attività produttive Mariella Lo Bello ed una delegazione sindacale formata dalle Rsu Valentina Borzì, Anna Orifici e Giovanni Arcidiacono, dal segretario regionale della Slc Cgil Davide Foti, dal segretario regionale Fistel Cisl Antonio D'Amico e dal segretario provinciale della Slc Cgil Catania Gianluca Patanè. Nel corso dell'incontro, si legge in una nota congiunta delle sigle sindacali, è stata evidenziata la gravità del momento attuale con la quale i lavoratori del Qè, le loro famiglie e il territorio fanno giornalmente i conti, chiedendo un intervento sulle committenti principali inbound Enel e Inps e sulle committenti outbound Wind e Sky, per "tentare di bloccare eventuali cambi appalto, poiché ciò si tradurrebbe nella perdita di circa 600 posti di lavoro". Slc e Fistel chiedono un impegno adeguato da parte della Regione affinché venga avviato un 'tavolo di crisi' presso il Ministero dello Sviluppo Economico. L' assessore Lo Bello si è detta disponibile ad intervenire subito sia presso le committenti, sia presso il Ministero, per evitare che vertenza si riduca ad una mera gestione di esuberi. La delegazione sindacale della Slc Cgil e Fistel Cisl esprime "apprezzamento per l'impegno dell' assessore Lo Bello" e reputa "importante il ruolo garante della Regione Sicilia quale attrice principale in questa dura lotta di sopravvivenza civile e democratica". Aggiungono Foti e D'Amico: "La vertenza non può essere isolata nel solo territorio catanese. L'impegno della Regione a sollecitare un "tavolo" al Mise diventa imprescindibile rispetto alle difficoltà territoriali. Siamo relativamente soddisfatti per la strada che stiamo imboccando. Vogliamo crederci e lottare per arrivare ad una soluzione di continuità occupazionale".