Rimane aperto il tavolo delle trattative dopo l'incontro in Prefettura. Si attende dal Comune la risposta dell'avvocatura sulla inconferibilità del presidente Lungaro, sollevata da Sudpress, e l'erogazione dei fondi necessari per la sopravvivenza dell'azienda e dei suoi lavoratori Fumata grigia, più nera che bianca comunque. Non è un conclave, ma la sequenza di incontri e successive fumate sembra rievocare la famigerata pratica di elezione di un nuovo papa. Dopo aver raccontato del "nulla di fatto" nel corso del vertice all'Amt per la nomina di un nuovo cda, questa mattina altro momento chiave. In Prefettura l'incontro tra le istituzioni, l'azienda e i sindacati dei lavoratori. C'erano i rappresentanti di Fast Confsal e Faisa Cisal, Giovanni Lo Schiavo e Romualdo Moschella, ma anche il vicesindaco di Catania, Marco Consoli, l'assessore al bilancio Salvo Andò e il direttore generale facente funzioni dell'Agenzia Metropolitana Trasporti. Tutti al cospetto del viceprefetto. All'ordine del giorno la delicata situazione economica e organizzativa dell'Amt. Cda da ricomporre dopo le rinunce di Gentile e Baglieri, debiti da azzerare anche e soprattutto con i lavoratori, ormai da tempo in rivolta ma comunque ancora operativi. E partiamo proprio dal primo punto, quello del Cda. La notizia è che il Comune di Catania ha chiesto all'avvocatura comunale di verificare l'inconferibilità della nomina di presidente di Carlo Lungaro, quesito che troverà risposta già lunedì prossimo. E sarebbe il colmo. Lo avevamo detto noi di Sudpress... Intanto la stessa avvocatura si occuperà anche di delineare i parametri per l'applicazione della Legge Madia che permetterebbe all'Amt di essere gestita da un amministratore unico: intervento che comunque dovrebbe essere prima approvato dal Cda dell'azienda. E torniamo al primo punto... quale Cda? Sul fronte debitorio, invece, il Comune di Catania ha promesso di approvare entro la fine del mese di marzo il bilancio preventivo del 2017 al fine di poter cominciare ad erogare i fondi che potranno rimpinguare le casse dell'Amt. Si parla di 26 milioni da destinare successivamente agli istituti previdenziali e alle finanziarie, ma non solo... Ci sono anche gli stipendi da pagare. Il tavolo di lavoro si aggiorna, senza aver ottenuto fattivamente alcun riscontro reale ma sostanzialmente soltanto un rinvio a data da destinarsi. Sindacati pronti a scendere in campo con l'artiglieria pesante nel caso in cui giustizia non fosse fatta in tempi celeri. Â