Con un comunicato stringato ma efficace viene data notizia dell'intervento del Ministero di Giustzia presso il Tribunale di Catania:
"A seguito dell'annunciato esposto depositato al Ministero della Giustizia, circa le gravi deficienze del sistema giustizia presso il Tribunale di Catania, i consiglieri dell'Ordine degli Avvocati di Catania Alessia Falcone, Tiziana Foti, Giovanni Lotà, Davide Negretti, Maria Roberta Passalacqua, Benito Triolo e Luigi Maria Vitali, sono stati ascoltati dall’Ispettore Ministeriale nell'ambito dell'inchiesta che ne è scaturita."
Il lungo colloquio - prosegue la nota - ha riguardato, tra l'altro, la carenza e inadeguatezza delle aule di udienza, sia per il settore penale (via Crispi in testa) che per quello civile, con gravi problemi di esposizione dei colleghi al contagio, e la necessità di una effettiva razionalizzazione dell'utilizzo di quelle esistenti e della ricerca di diversi locali per lo svolgimento delle udienze, la mancata diversa applicazione del personale di cancelleria anche in considerazione dell'inadeguatezza dei locali in cui opera, la mancata osservanza di numerosi punti delle Linee Guida disposte dal Presidente del Tribunale, tra i quali la fissazione delle udienze ad orari precisi, e, sul punto, anche la mancata attuazione del Protocollo della Corte."
E ancora: "Si è discusso anche della violazione dei diritti di difesa nelle Linee guida nel settore civile e dei rinvii troppo lunghi disposti, spesso, nel civile, nel periodo di lockdown e successivo, riguardanti anche solo le udienze di precisazione delle conclusioni."
"È stata portata a chiaro esempio la recente disposizione con cui sono stati chiusi gli uffici del Giudice di Pace di Catania relativa alle udienze civili."
"È stata ribadita la mancata applicazione della turnazione del personale di cancelleria anche in orario pomeridiano ed è stata rappresentata la situazione dell'UNEP."
"In sintesi, sono state evidenziate all'Ispettore Ministeriale, le gravi e croniche carenze del sistema giustizia catanese, che, in periodo di pandemia e senza idonei strumenti risolutivi, hanno reso e rendono inevitabilmente gravoso e oltremodo rischioso lo svolgimento del normale lavoro quotidiano da parte di tutti gli operatori del diritto."