di Mattia S. Gangi Dopo Venezia e Pesaro, anche il Tribunale di Catania ordina di procedere con le infusioni del cosiddetto trattamento Stamina su due pazienti ricoverati e precedentemente trattati dagli Spedali Civici di Brescia. La decisione dei magistrati catanesi riguarda piccole bambine affette da gravi malattie; la prima di quattro anni soffre di SMA1 (atrofia muscolare spinale) e la seconda di tre è in coma dalla nascita. La decisione del Tribunale catanese sono state subito commentate dal Ministro della Salute Lorenzin che, come possiamo leggere dalle parole del comunicato stampa del Ministero, sembra non aver gradito l'intervento della magistratura: "Ribadisco che da parte della magistratura ci sono decisioni in contraddizione tra di loro una con l'altra che la volontà del legislatore non era questa ma un intervento, caritatevole, nei confronti di chi aveva già cominciato le infusioni, prendendo atto che non ci si trova di fronte a cure compassionevoli poiché il metodo non è brevettato né ha avuto alcuna sperimentazione. Se dovessimo dar retta al buon senso - afferma Lorenzin - attenderemmo prima che si creino situazioni difficili le decisioni del Comitato scientifico lasciando alla scienza e non alla magistratura l'ultima parola su questo caso". Il caso Stamina giunge alle cronache nazionale a seguito della trasmissione de Le Iene, in cui l’inviato Giulio Golia ha mostrato per la prima volta le immagini di alcuni bambini affetti da gravi patologie le cui condizioni di salute, a dire dei genitori, sarebbero migliorate in seguito alle infusioni del “metodo” Stamina. Questa terapia, somministrata finora dagli Spedali Civici di Brescia come “Cura compassionevole”, non è però certificata da nessun ente ufficiale e non esistono pubblicazioni scientifiche che ne comprovano la validità. Per questo motivo le infusioni sono state bloccate dal Ministero, in attesa di una commissione scientifica che ne certifichi la validità.