Allora, la buona notizia, almeno per chi il calcio lo segue sportivamente, è che il Catania ha prevalso sul Monopoli 3 a 1. Almeno questa.
Ma sul "percorso" che dovrebbe portare lo zio d'America a salvare il salvabile di una vicenda che ogni giorno si ingarbuglia incombono nuvole che fanno a pugni con le foto di cerimonie messe su ad uso stampa giubilante.
Già lo scorso 25 gennaio avevamo anticipato che erano sorti seri problemi all'interno della SIGI, la società costituita per traghettare la Calcio Catania dai disastri della gestione Pulvirenti ad una possibile soluzione.
All'inizio pare che l'idea fosse di organizzare una sorta di "azionariato diffuso" che potesse sostere l'ingente massa debitoria lasciata in eredità, ma la sua consistenza ha reso complicato realizzarla e ci si è quindi orientanti per la soluzione "vendita pura e semplice", ma di semplice sembra non ci sia niente.
I tempi per giungere alla chiusura del contratto con l'avvocato italo-americano Joe Tacopina si stanno sempre più dilatando tra "sigle e firme" di preliminari che restano più che riservati addirittura segretissimi, sconosciuti persino ad un componente del consiglio di amministrazione, l'impresario Nuccio La Ferlita, che infatti si è dimesso.
Ma andiamo con ordine, ricordando che intanto sembra che proprio in questa settimana urge una nuova robusta iniezione di liquidità da parte dei soci in quanto sarebbero in scadenza debiti per circa 670 mila euro che fanno parte del piano di rientro che SIGI si è impegnata ad onorare ed altri 60 mila euro di utenze da pagare: una bella botta.
Sul piano "giuridico", definiamolo così, la vicenda si complica tra "sigle e firme" di questi famosi preliminari che probabilmente diventeranno dei case study per le prossime generazioni di giuristi, non soltanto nazionali.
Ad illuminare, in un certo senso, l'intervista rilasciata alla testata diretta da Federico Lo Giudice "Unica Sport" dall'avvocato Salvo Arena, consulente di Joe Tacopina:
“Il 16 erano state appostate le sigle al contratto: il contratto era stato quindi definito nel contenuto.
I contratti, in Italia, si devono firmare e siglare. Siccome il 16 non erano ancora pronti degli allegati che facevano parte del contratto, e poiché la Sigi e Tacopina avevano la volontà comune di comunicare il raggiungimento di un accordo ormai definitivo sui contenuti del contratto, abbiamo deciso di siglare il contatto – rendendolo definitivo nel suo contenuto tra le parti – e impiegare i giorni successivi per finalizzare gli allegati. Sabato 23 gli allegati sono stati aggiunti al testo del contratto e abbiamo così firmato. È un contratto vincolante“.
Sfuggendo la differenza tra "sigla e firma", la traduzione pare essere che il 16 hanno fatto un pò di spettacolo perché lo avevano annuciato a sedazione degli animi ormai in pericoloso surriscaldamento, per poi concretizzarlo, almeno si spera, il successivo 23 con una vera e propria "firma".
E qui sorge il primo problema che sembra difficilmente sormontabile: le intervenute dimissioni del consigliere di amministrazione Nuccio La Ferlita che vengono formalizzate con una pec alle 13 del 23 gennaio.
Da quel momento, a norma di statuto, il consiglio di amministrazione risulta decaduto e quindi il suo presidente, l'avvocato catanese Giovanni Ferraù non avrebbe potuto firmare nulla che impegnasse la società.
Bel problemino.
A ciò si aggiunga, come abbiamo anticipato nel precedente articolo, che diversi finanziatori, lamentando la troppa confusione gestionale, hanno deciso di uscire dal progetto chiedendo la restituzione di quanto versato che a questo punto si trasforma nell'ennesimo debito.
A margine, ma neanche tanto e rischia di risultare il carico da 90 sull'intera vicenda, la reale situazione urbanistica di Torre del Grifo, il centro sportivo costruito nel 2009 grazie al credito sportivo nel comune di Mascalucia e che rappresenta il vero asset.
Pare che nell'ambito della procedura di liquidazione della società Finaria di Nino Pulvirenti, precedente patron di Calcio Catania-Torre del Grifo, nel settembre 2019 sia stato richiesto al comune di Mascalucia un "Certificato di Destinazione Urbanistica" e che in quell'occasione siano emerse delle "non conformità" che starebbero tentando di sanare con una serie di ...SCIA, "Segnalazione Certificata di inizio attività" presentate nel 2020: a distanza di 11 anni e per un compendio immobiliare di quasi 11 ettari?
Certo che è complicato capirci qualcosa: ma questa la approfondiremo appena il comune di Mascalucia chiarirà la sua posizione...
A Torre del Grifo penseremo alla prossima puntata: intanto, almeno, tifosi, appassionati e finanziatori vari vorrebbero sapere cosa è stato firmato (o siglato), da chi e che valore ha...