
Cos’è la giornata mondiale dei diritti umani? Secondo quanto riportato su Wikipedia è “una celebrazione che si tiene in tutto il mondo il 10 Dicembre di ogni anno”, che corrisponde alla data in cui è stata proclamata la Dichiarazione universale dei diritti umani, da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1948.
Ogni anno in occasione di questa giornata il Liceo scientifico Archimede di Acireale si attiva per sensibilizzare gli alunni sul tema, facendoli partecipare direttamente attraverso interventi.
Quest’anno ogni classe quinta ha trattato un tema diverso basato sul “cammino dei diritti”.
“Abbiamo deciso di raccontare i diritti lgbt+ perché in un momento come questo, in cui una ragazza viene uccisa dal fratello perché frequenta una persona transessuale, sentiamo il bisogno di portare all’attenzione questa situazione, aggravata dal fatto che non sia stata approvata una legge che condanni i crimini contro la comunità lgbt+ e che la tuteli”.
Con questo tema i ragazzi della 5°F hanno dato il loro contribuito in una giornata così importante.
Facendo riferimento all’intervento della professoressa Paola Lizzio del Liceo Archimede riguardante i diritti storicamente determinati, che nascono in risposta all’emergere di determinati bisogni, le abbiamo chiesto se in un periodo come questo siano emersi nuovi bisogni e quindi se è necessario che vengano istituiti nuovi diritti.
“In questo anno di pandemia sono stati amplificati i bisogni, ma anche le diseguaglianze già presenti. La crisi sanitaria, economica, politica e sociale comporta il mancato accesso a determinati diritti da parte dei paesi più poveri, e in particolare della parte più povera della popolazione. Ad esempio il piano vaccinale ha comportato delle spese che non tutti i paesi sono stati in grado di sostenere”.
Anche la professoressa Teresa Vespucci, dello stesso Liceo, si trova d’accordo con queste affermazioni:
“Una pandemia colpisce soprattutto individui resi deboli in precedenza da condizioni sociali , economiche e culturali di particolare fragilità. Per questo il dilagare del COVID 19 a livello globale non può essere considerato semplicemente una pandemia, ma ci si può riferire ad esso come una sindemia, che implica una relazione tra malattia e condizioni ambientali o socio-economiche. Bisogna ragionare in termini di fratellanza e solidarietà: solo mettendo in sicurezza l’umanità con una politica di maggiore giustizia sociale eviteremo il diffondersi di nuove varianti di questo virus o di altri”.
Un intervento molto importante è stato fatto dagli attivisti di Amnesty International, il cui motto è “meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”.
“Amnesty International nasce grazie a un atto di denuncia: "The Forgotten Prisoners" è l’articolo scritto dal fondatore Peter Benenson per esprimere indignazione nei confronti dell’arresto di due giovani studenti, che avevano la sola colpa di aver brindato alla libertà durante la dittatura di Salazar. Benenson fece un appello per l’amnistia e un invito ai lettori
per chiedere loro di scrivere lettere con la richiesta di liberare i due prigionieri ingiustamente arrestati. L’unione fa la forza e da questa prima azione nasce Amnesty. Lo scopo di questa organizzazione consiste nel costruire un mondo in cui i diritti umani vengano garantiti a ogni essere umano, un mondo libero dalle ingiustizie e dalle discriminazioni, soprattutto un mondo in cui sia inviolabile la dignità umana”.
Così Alessia Ballato, attivista di Amnesty International di Acireale, ci spiega in cosa consiste e qual è lo scopo di quest’organizzazione.
Immanu’El Raciti, un altro membro dell'associazione, ci racconta il motivo che lo ha spinto ad entrare a far parte di questo gruppo che lavora a livello internazionale.
“Sono una persona che cerca di essere sempre aggiornata su ciò che accade nel mondo. Leggo spesso i giornali e mi capita di leggere palesi ingiustizie, che suscitano in me indignazione! Così diventare attivista di Amnesty International mi permette di raggiungere il gradino successivo e di impegnarmi concretamente per cambiare le cose”.
Come fanno questi ragazzi a trasmettere il loro messaggio ad un maggior numero possibile di persone?
“I social sono uno strumento essenziale! Li utilizziamo soprattutto per diffondere le nostre campagne, le raccolte firme, i nostri eventi. Inoltre ci fa piacere pubblicare tutto ciò che facciamo!”
In questo modo Andrea Miraglia risponde alla nostra domanda, ritenendo fondamentali i social per diffondere dei messaggi.
Ma tutti sappiamo che i social non sempre sono utilizzati con buoni fini.
La 5AS del Liceo si è occupata proprio di questo tema.
"Con la parola Revenge porn si intende la pratica della condivisione pubblica di immagini o video intimi tramite Internet, senza il consenso dei protagonisti degli stessi.
Noi abbiamo scelto questo tema, da portare alla conferenza sui diritti umani, perché crediamo che sia un tema molto attuale, considerando il numero sempre più elevato di casi. In particolare come esempio abbiamo portato il caso che è avvenuto durante la primavera del 2018, quando una maestra d’asilo di una scuola del Torinese è stata vittima di un caso di revenge porn".
Martina Urso, portavoce della 5AS, ci spiega come questo tema sia importante per i giovani.