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L'Accademia di Belle Arti di Catania rende omaggio a Giuseppe Giarrizzo: 13 aprile proiezione al Teatro Bellin

11-04-2023 06:58

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Università, Cultura&Spettacolo, Focus, Lina Scalisi, Teatro Bellini Catania, Giuseppe Giarrizzo, Accademia Belle Arti Catania,

L'Accademia di Belle Arti di Catania rende omaggio a Giuseppe Giarrizzo: 13 aprile proiezione al Teatro Bellini del docufilm "Il Sud non ha bisogno di lacrime"

Magari ce ne fossero...

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L'Accademia di Belle Arti di Catania sta realizzando un'operazione culturale, e probabilmente anche politica (in senso lato e alto), di grande importanza producendo, con i suoi docenti e studenti, un docufilm di notevole pregio dedicato alla memoria di uno degli intellettuali più impegnati per il progresso della comunità catanese: Giuseppe Giarrizzo, un “accademico-militante”, che non ha lesinato il suo contributo anche come amministratore, addirittura vice sindaco ed assessore all'Urbanistica, dimostrando quanto possa fare la differenza mettere la propria competenza e prestigio al servizio della propria città. 

Magari ce ne fossero…

 

E non è un caso che questa iniziativa, che comprende anche il congresso a Catania della Società Italiana per la Storia dell'Età Moderna con decine di studiosi da tutto il Paese in città proprio in questi giorni, sia realizzata con la presidenza dell'Accademia della prof. Lina Scalisi, altra accademica dell'ateneo catanese che il suo contributo alla città lo ha dato impegnandosi come vice presidente nel salvataggio, riuscito (almeno sinora), del Teatro Stabile di Catania e, adesso, nel rilancio proprio dell'Accademia di Belle Arti: un segnale per indicare quanto sarebbe significativo se figure indipendenti e dotate di una propria autorevolezza assumessero direttamente la responsabilità della gestione di spazi politici  e pubblici (sempre in senso alto e lato).

Ripetiamo: magari ce ne fossero…

 

Come non è un caso che un simile evento sia ospitato nel tempio della Cultura catanese, quel Teatro Massimo Vincenzo Bellini che vede quale Sovrintendente il Maestro Giovanni Cultrera di Montesano, altra figura nobile del panorama accademico catanese, musicista e docente del Conservatorio, che sta riportando il Bellini al prestigio di un tempo, peraltro aprendolo a nuove iniziative (l'Opera per i piccoli, il folk di Madre Terra, l'intesa con Scenario Pubblico, LiberoPalco, etc.), che ne portano l'attenzione ad un pubblico sempre più ampio e diversificato, svolgendo così appieno la mission assegnata di diffondere la cultura musicale, anch'essa strumento potentissimo per la crescita armoniosa e fattiva della comunità.

 

Insomma, forse qualcosa si muove da queste parti, con fatica, spesso osteggiata da poterucoli vari, ma si muove.

 

Torniamo all'evento del 13…  

 

Si intitola quindi “Il Sud non ha bisogno di lacrime” il docufilm con cui l'Accademia di Belle Arti di Catania, presieduta, appunto, da Lina Scalisi e diretta da Gianni Latino, rende omaggio alla memoria di Giuseppe Giarrizzo (Riposto 1928 - Catania 2015), storico per formazione e professione ma anche "storico" preside per quasi trent'anni della Facoltà di Lettere (oggi Disum) dell'Università di Catania.

 

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Giovedì 13 aprile, alle ore 21, la prima proiezione al Teatro Massimo Bellini nel corso di una serata organizzata dall'Accademia di Belle Arti e inserita nei lavori del Congresso Sisem (Societa italiana per la Storia dell'età moderna) che dal 13 al 15 aprile vedrà a Catania decine di studiosi e ricercatori dei maggiori atenei e istituti di ricerca italiani.

Animato da una profonda e lucida passione civile, ma anche intellettuale contrario a un Sud "piagnone" e che non volesse puntare sulle proprie forze, Giarrizzo ha legato il suo nome - insieme a quello dell'architetto urbanista Giancarlo De Carlo - al prodigioso e decennale progetto di recupero del complesso monumentale dei Benedettini del quale quest'anno ricorrono i trent'anni dalla restituzione alla comunità, avvenuta nel 1993.

 

Il docufilm su Giarrizzo, diretto dalla regista Maria Arena su soggetto di Peppino Ortoleva, è il primo lavoro cinematografico realizzato, con la supervisione dei docenti, dagli allievi del Corso di Cinema dell'Accademia di Catania che ha preso il via lo scorso anno. La durata del docufilm è di 35 minuti e include preziosi contributi d'epoca delle Teche RAI.

 

La serata sarà condotta dal giornalista Giuseppe Di Fazio, numerose le autorità presenti. 

 

Per partecipare alla proiezione al Teatro Massimo Bellini, che sarà preceduta dalla consegna del Premio Giarrizzo da parte dell'omonima fondazione costituita dai familiari, è necessario prenotarsi registrandosi sul modulo pubblicato sul sito dell'Accademia (www.abacatania.it). Ingresso libero – previa prenotazione - fino a esaurimento posti.


Giuseppe Giarrizzo, come detto, è stato uno degli accademici più noti e stimati di quel tessuto intellettuale oggi praticamente scomparso dal territorio etneo e siciliano in generale, salvo rarissime eccezioni.

 

Laureatosi a Catania in Lettere classiche (allievo di Santo Mazzarino) e in Filosofia, seguì a Napoli i corsi dell'Istituto italiano per gli studi storici, sotto la direzione di Federico Chabod.

 

Fra il 1951 e il '54, divenne redattore dell'Enciclopedia Italiana, quindi libero docente di Storia moderna nel 1955. Successivamente, come fellow della Rockefeller Foundation, dal novembre 1954 al 1957 condusse ricerche di storia intellettuale dei secoli XVII e XVIII, nelle città europee di Londra, Oxford, Leida, Parigi.

 

Di seguito fu dapprima incaricato e poi titolare di Storia moderna (1964) presso la facoltà di Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Catania.

 

Il 20 novembre 1966, nell'aula magna dell'Ateneo etneo, alla cerimonia ufficiale del 533° dalla fondazione (anno accademico 1966/'67), da professore straordinario di Storia moderna, tenne la lezione inaugurale sul tema "Per una storia della Sicilia nell'età moderna".

 

Dal 1968 al 1999 Giuseppe Giarrizzo ricoprì l'incarico di preside della Facoltà di Lettere e Filosofia della stessa città, promuovendo il restauro del Monastero dei Benedettini, eletto poi a sede accademica umanistica e importante centro culturale della Sicilia orientale.

 

Nel ruolo di Professore Emerito di Storia Moderna dell'Università di Catania fu “custode di una concezione secondo cui l'Università, nonostante l'apertura di massa, deve continuare a coltivare una vocazione d'élite, che si riscontra nella proiezione europea della propria attività di ricerca.”

 

È stato Accademico dei Lincei, componente del comitato direttivo della Rivista storica italiana, direttore dell'«Archivio Storico per la Sicilia Orientale» (A.S.S.O.), presidente del Teatro Stabile (1999-2000) di Catania. 

Fu amico personale e collega di Rosario Romeo.

 

È autore di fondamentali pubblicazioni sulla storia moderna e contemporanea della civiltà europea, a partire dal Settecento illuminista, da Edward Gibbon a David Hume, da Giambattista Vico a Antonio Gramsci, da Luigi Sturzo a Giovanni Verga, dalla Massoneria al Risorgimento, dalla genesi dello Statuto regionale della Sicilia al dibattito sul meridionalismo.

 

Su proposta del Comune di Catania, nell’aprile del 2018 è stata intestata a suo nome la via Matteo Albertone.

 

È stato anche molto impegnato politicamente, non disdegnando importanti ruoli amministrativi: dirigente del Partito Socialista Italiano, fu assessore all'Urbanistica e vicesindaco della giunta Mirone (1985-'86) al Comune di Catania. 

Nel 2006 sottoscrisse con Enzo Bianco l'iniziativa "Made in Catania" per "costituire un circolo del Partito Democratico in ogni città siciliana, in ogni città del Paese"

…magari ce ne fossero…

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