L'incontro con il prof. Rosario Faraci, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l'Università di Catania, è quasi casuale.
Ne abbiamo approfittato per un'intervista con focus sulla notizia della mattinata, con i soliti miliardi di euro annunciati ad ogni campagna elettorale e con i quali cosa ci fanno non si capisce mai.
Tra i famigerati fondi coesione, pare stavolta arrivino a circa 6 miliardi di euro, compresi quelli per il ponte sullo stretto, ce ne sono anche 90 milioni destinati alle derelitte terme di Acireale e Sciacca.
Sappiamo che il prof. Faraci se ne è occupato in maniera approfondita, dotando il governo regionale, quello precedente di Musumeci, di un dettagliato studio scientifico in cui delinea i diversi scenari e le opportunità di rilancio di questi veri e propri gioielli naturali.
Di questo prezioso lavoro, manco a dirlo, non se ne è mai saputo niente e non è mai stato, come si dovrebbe, oggetto di confronto pubblico.
L'intervista si è svolta su binari estremamente istituzionali, nello stile del professore che resta uno degli accademici catanesi più illuminati ed impegnati sul territorio, soprattutto nel sostegno dei giovani e delle start up innovative.
Altrettanto gentile e professionale l'approccio della nostra Elisa Petrillo che lo ha intervistato, rimanendo nel perimetro del politically correct.
Meno istituzionale ed altrettanto meno mite, come noto a chi mi legge, è chi scrive.
A me queste storie, e non da ora, fanno andare letteralmente in bestia.
E tra le storie più assurde di questa nostra isola ci sta di sicuro l'agonia irresponsabile e criminale di queste terme, che in qualsiasi altra parte del mondo avrebbero rappresentato volano di sviluppo e benessere, economia sana, posti di lavoro veri e qualificati ed invece sono ostaggio di questa massa di cretini ancora inspiegabilmente in giro.
Già nel 2020 avevamo dato notizia, con formula dubitativa sui risultati, dell'avvenuto acquisto da parte del governo Musumeci del complesso termale di Acireale: fuffa.
Ovviamente gli esempi di analoghe scempiaggini contro la comunità sono a decine, solo a Catania la fine che hanno fatto fare all'ex Vittorio Emanuele, all'Ascoli Tomaselli, al Santa Marta, al Palazzo delle Poste, al polisportivo di Camporotondo, all'intera zona industriale, al Lungomare, alla Playa, al Mercato Ortofrutticolo, al porto, all'aeroporto …potremmo continuare per pagine e pagine: maledetti deficienti.
Adesso questi altri 6 miliardi, come se non ne avessero spesi a mai finire di fondi coesione, Fesr, FSC, PON, europei, ministeriali, di ogni tipo e di ogni grandezza: tutti sprecati, molti probabilmente anche rubati.
Basta farsi un giro sul sito dedicato al monitoraggio per rendersene conto.
Di recente hanno arrestato il commissario del governo regionale per il dissesto idrogeologico, Maurizio Croce: altra quantità di fondi e consulenze senza limiti e di cui non si è più saputo niente.
Per non dire di quello che accade nel mondo della sanità.
Ora questi grande giubilo dei soliti statisti per questi altri 90 milioni per le terme, che se non lo avessero detto ci sarebbe forse sfuggito che sono decenni che promettono di rilanciarle, stanziano fondi, nominano commissari e consulenti e non fanno altro che sprecare denaro pubblico a iosa: pare che già ne abbiano buttati almeno 50 di milioni.
La storia delle Terme di Acireale è pazzesca: nel XIX secolo nasce la Fondazione che, sfruttando le proprietà curative delle acque sulfuree locali, diventano rapidamente una destinazione di prestigio per il turismo termale.
Negli anni '30 del Novecento Le terme vengono ampliate e modernizzate, aumentando la loro capacità ricettiva e migliorando i servizi offerti.
Raggiungono il loro massimo splendore, attirando visitatori da tutta Italia e dall'estero.
Poi, come noto, la politica diventa politicanza e negli anni Anni '80-'90 iniziano ad emergere problemi di gestione e manutenzione. La qualità dei servizi diminuisce e le strutture iniziano a deteriorarsi.
Nel 2000, ormai 24 anni fa, le Terme vengono chiuse a causa della gestione inefficiente e della mancanza di investimenti seri.
Diversi tentativi di rilancio, inrealtà più elettoralistici che altro, falliscono miseramente, nonostante i fondi pubblici stanziati ed ogni volta sprecati.
Noi ce ne siamo occupati almeno dal 2010, praticamente da quando siamo nati.
Ora quest'ultimo capitolo ed io ammiro sinceramente personalità come il prof. Rosario Faraci e la stessa Elisa Petrillo, che riescono a parlare di queste vicende mantenendo la calma, con educazione, gentilezza: io non ce la faccio, esco pazzo e provo un disprezzo indefinibile per tutti questi cialtroni che continuano a fare danni incalcolabili!
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