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Piano regolatore del porto di Catania, confronto a Confindustria: "Iter di approvazione entro un anno, 1 milia

19-09-2024 07:08

redazione

Cronaca, Focus,

Piano regolatore del porto di Catania, confronto a Confindustria: "Iter di approvazione entro un anno, 1 miliardo di investimenti". Nodo al fazzoletto

Intanto è positivo che le organizzazioni dei ceti produttivi comincino ad occuparsene

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Da anni si parla, e si scrive, di un piano regolatore del porto di Catania che, come del resto quello dell'intera città, si avvia sempre più velocemente a compiere il secolo di drammatica assenza, sintomo di una incapacità di programmazione che rende sempre più complicato garantire uno sviluppo ordinato e sostenibile di un agglomerato che ormai supera abbondantemente il milione di utenti e vede sprecate molte delle sue opportunità.

 

Periodicamente girano rendering di varia fattura che poi regolarmente restano nei cassetti sino ai prossimi, ed ogni volta sono spese ed ulteriori delusioni.

 

La questione si sta facendo drammatica e ad accorgersene sono soprattutto i ceti produttivi che provano a rilanciare l'attenzione sulla necessità di ottenere impegni certi e soluzioni concrete.

 

In quest'ottica l’incontro che si è tenuto ieri presso la sede di Confindustria Catania tra il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale, Francesco Di Sarcina, e il sindaco di Catania, Enrico Trantino, presso la sede di Confindustria con la partecipazione della presidente Maria Cristina Busi Ferruzzi e il past president con delega al Porto,  Antonello Biriaco. 

 

Un'occasione importante per discutere delle prospettive di crescita e dei prossimi passi da compiere per sviluppare questa infrastruttura strategica. 

 

Entro un anno, questa la promessa dichiarata dai responsabili, è attesa l'approvazione del Piano che prevede investimenti tra opere pubbliche e private per un miliardo di euro.

 

La Presidente Confindustria Catania Maria Cristina Busi Ferruzzi ha sottolineato: “L'economia marittima, che genera il 10% del PIL italiano e vale oltre 178 miliardi di euro, è un pilastro fondamentale per il nostro Paese. 

Il Porto di Catania, grazie alla sua diversificazione, è una risorsa chiave, con Augusta destinata a diventare l'hub per i container e Catania focalizzata su crociere, traghetti e diporto. 

Con una nuova  stazione marittima e l'aumento dei crocieristi fino a 500.000 all'anno, insieme a un hub per yacht di lusso e la rigenerazione dell'area retroportuale, Catania potrebbe diventare competitiva come altre città marittime.

Per realizzare appieno il potenziale del porto, serve una visione ampia e lungimirante. 

Questa infrastruttura non è solo un motore per l'economia locale, ma un'opportunità strategica per tutta la Sicilia, che deve rimanere connessa al resto del Paese e all'Europa. Il suo sviluppo è fondamentale per una crescita sostenibile e gli investimenti in programma trasformeranno il porto in un punto di riferimento per investitori e turisti”.

 

Il Presidente dell'Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale Francesco Di Sarcina:

"Il porto rappresenta un collegamento fondamentale, e per un'isola come la nostra è un valore aggiunto che contribuisce in modo significativo al PIL. 

Solo con l'impegno e la collaborazione di tutti sarà possibile prendersi cura di questa risorsa e renderla pienamente fruibile ed economicamente funzionale. 

Separare il flusso commerciale da quello urbano è importantissimo per garantire un'operatività efficiente e sicura. Ampliarlo è ormai necessario per sostenere la crescita economica e migliorare la competitività del nostro territorio. 

Il nuovo Piano Regolatore del Porto di Catania mira a trasformare radicalmente l'area portuale con la creazione di una vasta area di 84.000 metri quadrati destinata ad accogliere navi da crociera di oltre 340 metri, affiancata da una nuova stazione marittima di 5.000 metri quadrati. 

Per questa struttura sono già state stanziate le relative risorse, con  l'obiettivo di migliorare i servizi ai passeggeri e incrementare il numero di crocieristi fino a raggiungere quasi 500.000 l’anno".

 

Per il Sindaco di Catania, Enrico Trantino: "Il sogno per il porto di Catania? Vederlo proiettato in una realtà futura, intorno al 2030-2035, dove commercio e turismo vadano di pari passo, integrandosi armoniosamente. 

Eliminare il traffico è una priorità per rendere l'area portuale accessibile e vivibile. 

Sogno un porto come quelli di Genova o Barcellona, dove i cittadini possono godere appieno di uno spazio che appartiene alla città. 

L’abbattimento degli archi della marina? 

Certo, indispone molti catanesi, tuttavia potrebbe essere necessaria questa decisione. 

Occorre una valutazione approfondita, e a breve ci sarà un incontro a Roma con le Ferrovie dello Stato per decidere come procedere. 

Ad ogni modo quella che verrà abbattuta è la parte finale e quindi “non barocca” degli archi.”

 

 

Il Past President di Confindustria Catania con delega al Porto, Antonello Biriaco, ha ricordato: "È fondamentale che Confindustria e l'amministrazione lavorino secondo un'azione coordinata per affrontare le sfide infrastrutturali che il territorio di Catania si trova ad affrontare. 

Il piano regolatore di Catania non è aggiornato da oltre 50 anni, lasciando un'infrastruttura piccola ma strategica, come quella del porto di Catania, incapace di esprimere il suo pieno potenziale. 

Una delle soluzioni più efficaci sarebbe l'abbattimento degli archi della Marina, strutture che non possiedono una vera e propria funzione economica, al fine di ampliare le dimensioni del porto e permettere un maggiore sviluppo economico e logistico per la città".

 

Un altro elemento chiave del piano è il trasferimento del terminal container dal porto di Catania a quello di Augusta. 

Questa operazione ha consentito di specializzare le due piattaforme: Augusta è l'hub per i container, mentre Catania si concentrerà sul settore crocieristico, sui traghetti e sulla nautica da diporto, realizzando al contempo un nuovo waterfront aperto alla città. 

Tale trasferimento permetterà di ridurre il traffico commerciale all'interno del porto cittadino, favorendo una maggiore integrazione tra porto e città e migliorando la vivibilità dell’area urbana circostante.

 

Se questo è un piano che si spera non sia dei sogni, alla città non resta che prendere atto di quanto dichiarato, non dimenticando le condizioni in cui il porto di Catania si trova oggi, basta scorre gli articoli in calce, e comunque sostenendo le rinnovate attenzioni della associazioni che, come ha fatto in questo caso Confindustria, cominciano finalmente ad occuparsene chiamando a responsabilità le varie autorità che adesso devono dare risposte concrete ed immediate.


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