La notizia è che Rosy Soshanna Bonfiglio ha appena vinto l'Award di Palco Off ed una menzione da Retablo per la sua ultima versione di “Capinera”, portata in scena nell'ambito del Fringe Festival concluso a Catania la scorsa settimana.
Rosy Shoshanna Bonfiglio è un'artista siciliana, nata ad Avola nel 1990.
La sua formazione artistica si è sviluppata presso la prestigiosa Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma, seguita da una specializzazione con il celebre regista Luca Ronconi.
Ha avuto esperienze significative nel teatro italiano, lavorando con maestri della statura di Gabriele Lavia, e ha partecipato a importanti produzioni teatrali, tra cui "I sei personaggi in cerca d'autore" e le "Baccanti" di Euripide al Teatro Greco di Siracusa
Rosy è anche autrice e regista teatrale; uno dei suoi lavori più noti è CAPINERA, una rilettura del classico romanzo di Giovanni Verga.
Oltre al teatro, si dedica alla scrittura e alla musica.
Ha pubblicato una raccolta di poesie intitolata Nei giardini dell'Erebo, che esplora temi profondi come amore, passione e sofferenza umana.
La pubblicazione di quest'opera è stata per l'autrice un processo di guarigione interiore, sviluppato durante la pandemia, e proprio in quel periodo l'abbiamo incontrata la prima volta in una delle puntate in diretta streaming del nostro format con Aldo Premoli SudTALK.
Rosy ha anche ampliato la sua carriera abbracciando il coaching e la formazione in ambito artistico, unendo le sue competenze teatrali a quelle di sviluppo personale e di team building.
La sua attività è caratterizzata da un approccio multidisciplinare, spaziando tra teatro, musica, scrittura e coaching.
La "Storia di una capinera" di Giovanni Verga, da cui è liberamente tratta l'opera di Rosy Bonfiglio, è un romanzo epistolare pubblicato nel 1871, ambientato nella Sicilia del XIX secolo.
La protagonista, Maria, è una giovane donna costretta dalla famiglia a entrare in convento durante un'epidemia di colera.
Lontana dalla vita esterna, Maria sviluppa un forte desiderio di libertà e si innamora di Nino, un giovane vicino di casa.
Tuttavia, la famiglia la costringe a prendere i voti, e la storia si conclude con la sua tragica resa al destino imposto, rivelando i conflitti tra l'individuo e le restrizioni sociali e religiose dell'epoca.
La versione di Rosy Shoshanna Bonfiglio di CAPINERA prende ispirazione dal testo di Verga, ma lo rivisita in chiave moderna. Nel suo adattamento, la storia di Maria diventa un'esplorazione fuori dal tempo della libertà negata e del desiderio di autodeterminazione.
Bonfiglio decontestualizza il romanzo dalle specifiche storiche e religiose, trasformando Maria in una figura universale di eroina tragica.
Il suo adattamento mette in luce il conflitto interiore della protagonista come simbolo della ricerca personale di libertà e di identità, sfidando le convenzioni imposte non solo dalla società del XIX secolo, ma anche dalla condizione umana in generale
Quindi, mentre Verga si concentra sulla critica sociale del suo tempo, Bonfiglio utilizza la vicenda di CAPINERA per trattare temi più universali e senza tempo, come l'emancipazione personale e la lotta contro le costrizioni, dando alla storia una dimensione più metaforica e filosofica.
Ed è proprio quello che ci ha spiegato quando l'abbiamo incontrata a Catania, pochi minuti prima di andare in scena.
La sua visione di un mondo senza gabbie, con la possibilità per ciascuno di esprimersi per come desidera.
L'Arte come forza inesauribile per provare a districare le tante complessità del mondo come anche rispondere alle troppe inquietudini di un'umanità sempre più persa.
Un appello accorato ai più giovani, al coraggio ed all'orgoglio di dire quei no che alla fine, costi quel che costi, rendono potenti esistenze che rischiano di rimanere ininfluenti. Soprattutto per se stessi.
Insomma, un bell'incontro e siamo certi che la rincontreremo: magari dalle parti di Verga.