Giarre, Mascali, Riposto, Santa Tecla… tutta la costa nord di Catania ha vissuto un brutto quarto d'ora a causa di 1063 mm d'acqua caduti in soli 8 giorni (quantità che, in media, andrebbe distribuita su tutto l'anno nella zona interessata).
Risparmiamo la cronaca della vicenda e andiamo al cuore della questione.
Se è vero che i fatti di Valencia hanno acceso il dibattito (già forte) sul cambiamento climatico, quelli di Catania confermano i sospetti.
Certo, il cambiamento climatico gioca un ruolo fondamentale e, tra bombe d'acqua e temperature estreme, noi rimaniamo spettatori di qualcosa che è più grande di noi.
Ma, oltre ad osservare i fenomeni meteorologici, dobbiamo fare un altro lavoro d'osservazione: con i fondi del PNRR è stata rivoluzionata, sistemata o anche solo aggiornata la rete fognaria?
Facciamo un attimo un recap di quanto ha avuto Catania e provincia per risolvere i problemi legati alle infrastrutture grazie alle erogazioni provenienti dal PNRR.
Le risorse complessive sono 1,6 miliardi, di cui 689 milioni dal PNRR e 885 milioni da altre fonti. Ci sono 735 progetti attivi, di cui parecchi con stato "in ritardo".
Facciamo una passeggiata (virtuale e burocratica) tra i vari comuni e prendiamo proprio Giarre, Mascali e Riposto, che hanno avuto rispettivamente 81, 54 e 29 milioni di euro in fondi. Vediamo un po' come sono stati spesi - se sono stati spesi - i soldi destinati alle infrastrutture.
Tra l'altro, nemmeno troppo recentemente: il 9 agosto 2023 è stato pubblicato l'elenco dei progetti ammessi a finanziamento del Pnrr in merito alla misura M2C4 (Investimento 4.4 - Investimenti in fognatura e depurazione, ai sensi dell'art. 5 del decreto del ministro della Transizione ecologica n. 191 del 17 maggio 2022).
Veniamo a noi, cercando di non creare confusione.
Tutti i catanesi sanno, bene o male, che l'Etna erutta con una media di una volta l'anno, o almeno così è stato negli ultimi 25 anni. Naturalmente, l'attività parossistica crea un'enorme quantità di cenere vulcanica che, se non viene smaltita in tempo, si riversa nei pozzetti dei vari comuni.
Giarre, Mascali e Riposto sono, tra tutti i comuni, quelli che subiscono di più sia il dissesto idrogeologico (per via delle pendenze che trascinano tutto il materiale roccioso e terroso), sia per essere, quasi sempre, i primi comuni investiti dalla cenere.
Quest'anno l'attività è stata più forte del solito, è vero: la quantità di cenere caduta si aggira intorno alle 20 mila tonnellate, ma avendo a disposizione fondi su fondi, com'è possibile essere meravigliati di un evento del genere?
Non si può realmente essere sorpresi di tutto ciò e poi uscirsene con le solite dichiarazioni:
- “Un evento singolare che non ci aspettavamo.”
- “Chiediamo lo stato di emergenza.”
- “Il cambiamento climatico si fa sentire.”
No, non ci si può più stare alla solita e lamentosa solfa del cambiamento climatico.
È l’amministrazione che deve cambiare; è la priorità delle spese che va cambiata.
Maurizio Croce, in qualità di “soggetto attuatore” per il contrasto al dissesto idrogeologico in Sicilia, è accusato dalla Procura di Messina, insieme ad altri 13 indagati, di una serie di episodi corruttivi. Le accuse riguardano l’aggiudicazione e l’esecuzione di appalti promossi dal Commissario di Governo per il dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana.
Al centro delle indagini, affidate alla Guardia di Finanza, ci sono i lavori per la riqualificazione ambientale e il risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti-Bisconte, oltre ad altre opere nel Comune di Messina.
SEZIONE DEL CURRICULUM DI MAURIZIO CROCE: DAL 2014 ASSESSORE DEL TERRIRORIO ED AMBIENTE DELLA REGIONE
A far compagnia a Maurizio Croce, a processo, andranno anche:
- Francesco Vazzana, collaboratore e braccio destro di Croce;
- Rosario Arcovito, imprenditore;
- Giuseppe Capizzi, imprenditore che ha accusato Croce;
- Giovanni Pino e Davide Tommaso Spitaleri;
- Gli autotrasportatori Francesco Di Maio, Giuseppe Vaccarino e Francesco Mazzeo;
- Giovanni “Enzo” Cucchiara, responsabile della sicurezza al Verdura Resort di Sciacca;
- Rossella Venuti, segretaria di Croce presso la struttura contro il dissesto idrogeologico;
- Giovanni Cortese, ex dirigente del Comune di Messina.
L’evoluzione del processo sarà determinante per chiarire le responsabilità degli imputati e fare luce sui presunti illeciti legati alla gestione degli appalti per il dissesto idrogeologico.
E Schifani?
Per gli avvenimenti la sua dichiarazione è tanto insignificante quanto scontata:
«In queste ore difficili per il territorio del Catanese e del Siracusano, seguo con la massima attenzione l'evolversi della situazione, in stretto contatto con il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina. La Regione Siciliana sta già operando nelle zone colpite dal maltempo, per le quali ieri era stata diramata l’allerta, ed è pronta a intensificare il proprio intervento per garantire il supporto alle popolazioni colpite e fronteggiare i danni causati dal maltempo.».
Fa bene il presidente Schifani ad emanare e dichiarare ancora una volta lo stato d'emergenza, ormai ci ha abituati così tanto a questa parola che, oramai, non ci facciamo più caso.
Dulcis in fundo
Prima cosa che salta all'occhio è che dal sito Commissario, sezione amministrazione trasparente, mancano tutti i dati dal 2022 in poi, il che, è non è un' anomalia da poco e ci si aspetta la correzione immediata.
In secondo luogo, 100.000 euro di canone annuo per l'affitto degli uffici sono un vero e proprio ceffone, specie dopo quello che hanno passato (e stanno passando) i cittadini di Catania e di mezza Sicilia tra alluvioni e siccità che si alternano in una beffa senza fine.
Possiamo -e dobbiamo- discutere del cambiamento climatico, ma finché ci troveremo certa gente a gestire le infrastrutture, i soldi pubblici ed i bandi di concorso, non possiamo fare nulla; una governance del genere è pari all'avere ogni giorno frane, alluvioni e terremoti.