Dopo l’ultima pagliacciata del Sicilia Express ci aspettavamo, quantomeno, un potenziamento delle linee – come dire – inter nos, e invece no, nemmeno una mancetta o un biscotto per cani da mettere sotto il naso.
Anzi, pare proprio arrivi la bastonata.
La notizia è semplice: il dimezzamento delle corse ferroviarie sulle tratte Catania-Enna e Catania-Caltanissetta.
La decisione è di Trenitalia ed ha sollevato un’ondata di polemiche e proteste da parte del Movimento per l’Autonomia (MPA) e dei rappresentanti istituzionali; si parla di una riduzione che abbasserebbe i collegamenti giornalieri da 10 a 5 e, considerando il movimento simile a un esodo biblico da parte dei pendolari che tornano per le vacanze, è un colpo di una scorrettezza unica.
Secondo Walter Cardaci, segretario dell’MPA Enna, questa scelta rappresenta un ulteriore ostacolo per studenti, lavoratori e pendolari, costretti a fare i conti con mezzi di trasporto insufficienti e disagi crescenti.
“È inaccettabile – dichiara Cardaci – che Trenitalia penalizzi ulteriormente un territorio già afflitto da carenze strutturali, soprattutto dopo la contestata decisione di collocare la nuova stazione ferroviaria di Enna a Sacchitello, una zona decentrata e difficilmente accessibile per i cittadini”.
Il Movimento per l’Autonomia ha annunciato di voler portare la questione all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), attraverso un’azione congiunta con le istituzioni locali, per sollecitare un confronto immediato con Trenitalia e il Governo Regionale.
“La priorità – sottolinea Cardaci – sarà ottenere il ripristino delle corse tagliate e un piano di intervento strutturale per migliorare il sistema ferroviario regionale, indispensabile per la mobilità e lo sviluppo della Sicilia”.
L’on. Giuseppe Geremia Lombardo, deputato regionale dell’MPA, ha presentato un’interrogazione urgente rivolta a Schifani e all’Assessore per le Infrastrutture e la Mobilità.
“Ridurre da 10 a 5 le corse giornaliere significa aggravare le difficoltà per migliaia di pendolari, costretti a trovare soluzioni alternative più costose e meno efficienti, in un contesto già segnato dalla crisi economica”.
L’interrogazione punta a chiarire le ragioni dietro la decisione di Trenitalia e a chiedere interventi urgenti per evitare la riduzione delle corse, tutelando il diritto alla mobilità dei cittadini.
Lombardo continua come un… treno: “L’intera rete ferroviaria siciliana necessita di un potenziamento, non di ulteriori riduzioni. La Regione deve agire con decisione per garantire collegamenti efficienti e continui, colmando la grave marginalità infrastrutturale che penalizza l’entroterra e chi vi abita”.
Bisogna diventare dei giacobini per riavere, quantomeno, le corse, oppure lasciamo che i ragazzi e i lavoratori pendolari prendano uno sciecco?
Perché pian piano (ma nemmeno troppo) sta passando l’idea che ci siano dei viaggiatori di serie A – che sarebbero questi 500 poveri cristi che tornano da tutta Italia in Sicilia con quello che chiameremo “circo a vapore” e non Sicilia Express – e poi ci sono quelli di serie D (i siciliani stessi) che vorrebbero tornare a casa loro in un paio d’ore.
Non si chiedono mica i treni giapponesi a levitazione magnetica, ma almeno un posto dove poggiare il sedere un’ora per tornare a casa.