Prima del pezzo che segue di Giuseppe Ferrara, qualcosa voglio dirla.
Si, questo giorno comunque speciale, anche per chi non crede, vogliamo dedicarlo a chi speciale lo è davvero e lo è ogni giorno.
Lo vogliamo dedicare ai tanti, troppi ragazzi che si sono visti oltraggiati nel loro diritto inalienabile, inviolabile di essere assistiti nel loro più complicato percorso di integrazione con un mondo che avrebbe solo da guadagnarci se comprendesse l'enorme patrimonio della diversità di ciascuno.
Abbiamo seguito nelle scorse settimane, con fastidio, con imbarazzo, con indignazione, la vicenda della decurtazione dei fondi destinati all'ASACOM, l'assistenza alla comunicazione che spetta ai ragazzi con fragilità che frequentano le scuole di vario grado.
Il problema era, infingardamente, di mancanza di risorse finanziarie in enti locali che di miliardi ne bruciano a vagonate in progetti assurdi e spesso neanche realizzati: ne scriveremo a breve.
Quel 15% decurtato ha comportato per molti, troppi dei nostri ragazzi ore e ore di silenzio, di solitudine, ore irrecuperabili, ore rubate, ore rapinate al loro sacrosanto diritto di essere presenti appieno nei loro luoghi, nel loro tempo, nel nostro tempo.
Abbiamo strillato in tanti e alcuni hanno fatto molto di più, arrivando a chiedere ad un Tribunale di ripristinare le regole, di affermare, perché evidentemente ce n'è purtroppo bisogno, che i più fragili non si toccano, che su tutto è possibile risparmiare, magari sui propri stipendi che ad ogni occasione si aumentano, tranne che sulle risorse destinate a compensare la sorte di chi l'ha avuta meno fortunata.
Speriamo con tutto il cuore sia solo un brutto, orribile incidente di percorso, e ci auguriamo che provino a pensare gli amministratori della Cosa Pubblica prima di prendere decisioni che avviliscono il senso più profondo dell'essere Comunità e rappresentarne gli interessi, soprattutto di chi ne ha più bisogno per poter esserne appieno parte integrata ed integrante.
Ed un pensiero speciale va a Peppino Caccamese, che ha vissuto da poeta la sua vita speciale ed ha saputo dimostrare come ogni diversità porta amore e che anche quest'anno, per questo pranzo di Natale come nei prossimi, sarà con noi, sarà con chi ha sempre pensato che siamo tutti compagni uguali ed unici dello stesso viaggio, della stessa storia.
(Pierluigi Di Rosa)
Un’altra pagina nera della pubblica amministrazione, stavolta firmata dal Comune di Catania, dove evidentemente la disabilità è considerata un "lusso" e non un diritto.
Con una delibera da brivido, la Giunta aveva deciso di limare – anzi, sforbiciare – le ore settimanali di assistenza specialistica per gli alunni con disabilità, riducendole del 15%.
Perché? Perché nel bilancio non c’erano abbastanza soldi.
E quindi, che si fa? Si risparmia sulle spalle dei più fragili, ovvio.
Ma stavolta la mossa non è passata inosservata.
Alcune associazioni hanno portato la questione davanti al TAR e il Tribunale Amministrativo Regionale, di fronte a una simile vergogna, non ha potuto fare altro che intervenire con un’ordinanza che sospende immediatamente gli effetti della delibera.
Il giudice è stato chiarissimo: non si possono sacrificare i diritti dei disabili in nome di presunti problemi di bilancio. I diritti fondamentali – quelli veri, non sono variabili dipendenti dalla buona volontà dell’amministratore di turno.
Lo dice la Costituzione, che qualcuno evidentemente non ha mai letto, e lo ribadisce la Corte Costituzionale da anni: il diritto all’istruzione, soprattutto per gli studenti più fragili, non si tocca.
Ora il Comune dovrà correre ai ripari, ripristinando quelle ore di assistenza che i Piani Educativi Individualizzati già prevedevano.
Ma la vera domanda è: perché si è arrivati a tanto?
Perché i diritti dei disabili sono sempre la prima voce a essere tagliata quando si fanno i conti in rosso?
L’udienza di merito è fissata per il 26 marzo 2025.
Nel frattempo, il Comune farebbe bene a rispolverare il dizionario e cercare le definizioni di “inclusione” e “responsabilità”.
Magari, nel frattempo, può anche scusarsi con le famiglie che ha tradito.
E soprattutto, smetterla con la favola delle risorse insufficienti: i bilanci sono scelte politiche, e il taglio del 15% non è altro che l’ennesimo specchio di un sistema allo sbando.
Se c’è una cosa che non manca mai, è il coraggio di voltarsi dall’altra parte.
(Giuseppe Ferrara)
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