
Nuovo capitolo della battaglia istituzionale: dopo la risposta dell'Autorità Portuale, arriva la controreplica al vetriolo della Confcommercio. L'accusa: “Smentite, omissioni e un piano stravolto che non si vuole riconoscere”.
Si fa sempre più incandescente la polemica attorno al Piano Regolatore del Porto di Catania.
Dopo la durissima nota con cui Confcommercio Catania aveva chiesto la sospensione della VAS e dell'intero iter di approvazione del PRP, è arrivata la risposta dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale, firmata dal segretario generale Attilio Montalto.
Ma la replica dell’ente portuale, anziché placare gli animi, ha sortito l’effetto opposto.
La Confcommercio ha reagito con un nuovo documento, ancor più severo, che accusa l’Autorità Portuale di ignorare deliberatamente i dati oggettivi e le profonde modifiche apportate al PRP dal Consiglio Comunale di Catania.
Il cuore del conflitto: due versioni inconciliabili del PRP
Secondo la nota dell’Autorità Portuale, la delibera comunale n.14 del 21 marzo 2025 avrebbe espresso un parere complessivamente favorevole al Piano, ritenendolo coerente con lo sviluppo del territorio.
Confcommercio ribatte duramente: “Non è vero: il Consiglio ha accolto integralmente le osservazioni della Direzione Urbanistica, che ha letteralmente demolito il piano dell'Autorità di Sistema, riducendo le cubature edificabili del 60,66%, da oltre 3,7 milioni di metri cubi a 1,47 milioni.”
“Se questa non è una demolizione dell’impianto progettuale, cosa dovrebbe esserlo?”, si legge nella nota firmata da Pietro Agen e Francesco Sorbello.
Le omissioni secondo Confcommercio
L’organizzazione contesta punto per punto l'intera ricostruzione dell'Autorità:
- La mancata menzione dei rilievi critici espressi nella delibera comunale;
- La negazione del radicale ridimensionamento urbanistico ed edilizio del piano;
- L'inquadramento delle modifiche come semplici "ottimizzazioni" e non come un nuovo PRP;
- Il rifiuto di ammettere che, se accolte le modifiche del Comune, il piano dovrebbe ripartire da capo con una nuova VAS.
La difesa dell'Autorità: “Iter regolare, bloccarlo sarebbe dannoso”
Nella sua risposta, il segretario generale Montalto sottolinea:
“Il Piano Regolatore è in fase di esame regolare presso tutti gli enti competenti; ogni ottimizzazione sarà valutata in sede di approvazione definitiva.”
L’ente portuale insiste sul fatto che il Consiglio Comunale ha espresso un parere favorevole, e che eventuali aggiustamenti non richiedono la sospensione dell’iter.
“Interrompere ora significherebbe pregiudicare il futuro competitivo del porto”, avverte Montalto.
Ma Confcommercio incalza: “Così si nega la democrazia istituzionale”
Per Agen e Sorbello, è inaccettabile che l’Autorità Portuale ignori la volontà espressa dal Consiglio Comunale, massima espressione democratica della città:
“Se il PRP recepisse le proposte del Comune, si tratterebbe di un piano completamente nuovo e diverso, che merita una nuova valutazione ambientale, viaria e urbanistica.”
La richiesta finale è inequivocabile:
- Sospendere immediatamente l’iter di approvazione;
- Obbligare l’Autorità di Sistema a esprimersi formalmente sulle modifiche del Consiglio;
- Avviare una nuova procedura, trasparente e coerente con i nuovi parametri.
Conclusione: una frattura sempre più profonda
Il confronto tra Confcommercio e Autorità Portuale si è trasformato in un braccio di ferro istituzionale senza precedenti, che lascia sullo sfondo la vera posta in gioco: il futuro strategico del porto di Catania.
Un futuro che ora rischia di incagliarsi tra piani "ottimizzati" e piani completamente stravolti, tra interpretazioni divergenti e una governance portuale sempre più contestata.
E il tempo, nel frattempo, scorre.
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