“Direi che, fortunatamente, i cani hanno morso solo la busta della spesa che tenevo in mano: lo spavento c’è stato, ma è andata bene. Tutto sommato, poteva andare molto peggio.”
Si conclude così il racconto di una nostra fonte, Ludovica (nome di fantasia), una giovane mascaluciese che, come tanti altri cittadini, è stata vittima di un’aggressione da parte di un branco di cani randagi che vaga ormai da diverso tempo nella zona di Corso San Vito, una delle principali arterie urbane di questo comune della provincia catanese.
“Uscivo dal supermercato, quando ho notato e sentito due ragazze scappare via, urlando, da alcuni cani che le inseguivano” - afferma Ludovica, descrivendo a SudPress la sua disavventura - “una di loro ha pure cercato di arrampicarsi sulla ringhiera di un condominio vicino! Proprio in quel momento, sono stata circondata da cinque cani senza collare rosso che, in cerca di cibo, hanno appunto preso di mira la busta contenente la mia spesa. Dopo alcuni tentativi sono però riuscita a divincolarmi e a rientrare a casa.”
Un’esperienza che, purtroppo, inizia ad accomunare in maniera decisamente impressionante sempre più cittadini, non solo nella singola zona bensì nell’intero centro urbano.
“Servirebbe davvero un monitoraggio costante” - si sfoga ancora la giovane - “sia per garantire l’indispensabile sicurezza ai cittadini sia per gli animali stessi, in modo tale da assicurare loro una sistemazione certamente più adeguata delle strade.”



Ma la responsività all’ormai miriade di segnalazioni quotidiane, la prevenzione e il monitoraggio appaiono come dei talloni d’Achille per l’amministrazione capitanata dal sindaco Vincenzo Magra.
Nonostante una recente erogazione regionale pari a 30.630 euro al fine di coprire le spese sostenute nel 2023 per la lotta al randagismo - una battaglia che è valsa a Mascalucia l’appellativo di “comune virtuoso”, grazie al lavoro svolto dall’oasi canina presente nell’unica frazione di Massannunziata - sembrano non riuscire a mantenere quota i risultati della “task force” composta dallo stesso Magra, dal vicesindaco nonché assessore delegato al randagismo, Angelo Caponnetto, e dal comandante della Polizia locale, Orazio Vecchio.
“Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”: così recita il primo articolo della legge n°281 del 14 agosto 1991.
Certo, si sa, ogni convivenza ha i suoi problemi... Ma che fare quando i conviventi abbaiano e mordono?