Nella Catania massacrata dal trio Lombardo-Stancanelli-Scapagnini, cinquecento dipendenti pubblici sono sul punto di perdere il 70% degli stipendi e delle ore lavorative. Nessuno darà loro improbabili bonus di produttività. Non chiedono nè assunzioni nè promozioni, ma dinanzi alla semplice richiesta di continuare a fare il loro mestiere presso lo stesso datore, le istituzioni catanesi latitano. E il Prefetto fa finta di non sentire. E' una Catania alla rovescia. La Catania di Raffaele. Un’occupazione simbolica, motivata da rabbia e esasperazione. Alla vigilia del tavolo tecnico sul ricollocamento degli ex Cesame”, convocato per le 10 di domani, i lavoratori di “Catania Multiservizi” e degli “ex appalti storici” hanno interrotto la seduta del Consiglio Provinciale. Sono solo una parte degli oltre cinquecento dipendenti pubblici finiti sulla graticola. Dal 1 Febbraio rischiano di vedersi ridotte ore di lavoro e stipendi. A quella data verranno licenziati dagli enti e diverranno dipendenti di ditte private. E ciò in ottemperanza di una sentenza della Corte dei conti, che costringe le amministrazioni a tagliare le spese. Gran parte di loro sono infatti pulizieri, collaboratori didattici e manutentori presso strutture pubbliche, soprattutto scolastiche. Hanno deciso di far la voce grossa con le istituzioni, dopo che il Provveditorato agli studi ha annunciato di non poter far nulla per evitarne l’espulsione dal comparto. Ora hanno paura: rischiano di vedersi decurtare le ore di servizio, passando dalle attuali 6 alla miseria di 2 ore e mezza giornaliere. «Sa cosa significa per un padre o una madre di famiglia?» ci chiede il segretario del sindacato autonomo FIADEL, Santo Giuffrida. Rivoltaci la domanda, si dà la risposta: «Passare da uno stipendio medio di 800 euro mensili ad uno inferiore a 400». Praticamente, al di sotto della soglia di sopravvivenza. Dopo una rumorosa contestazione e la sospensione della seduta, il presidente dell’assemblea Giovanni Leonardi ha raggiunto con i manifestanti un punto di mediazione, grazie all’intervento dell’Assessore alle Politiche Finanziarie, Ascenzio Maesano. «Domani- ha spiegato loro Leonardi- l’assessore al Lavoro Ciancitto e il responsabile dell'apposita Task force Totò Leotta chiederanno, in sede di tavolo tecnico sul caso “Ex Cesame”, di porre mano ad una soluzione negoziale anche per questo caso». Quel che si profila, insomma, è un nuovo tavolo tecnico. Nel migliore dei casi. I dipendenti hanno accettato la proposta, e sono rimasti a presidio dell’Aula consiliare. Praticamente ne è scaturita un’occupazione. Oggi, in concomitanza con l’altro incontro in Prefettura, le sigle sindacali d’intesa con i lavoratori hanno proclamato una manifestazione in Piazza Duomo. ASAL, UNICOBAS e FIADEL puntano a portare in piazza gran parte delle centinaia di dipendenti coinvolti nella vertenza. Enrico Sciuto