Redazione Cambia forma, a volte diventa silenziosa, ma la mafia c’è sempre. Gli arresti di oggi nell'ambito dell'inchiesta denominata RESET, lo provano, tracciando un quadro abbastanza chiaro di come stiano le cose nella provincia palermitana. Dalle indagini coordinate dalla DDA palermitana è emerso che c’è un organo decisionale provinciale, il “Direttorio” e all’interno della consorteria “ la testa dell’acqua”, ovvero un vertice strategico, individuato nel boss Giuseppe Di Fiore, a cui tutti obbediscono. Con il duro colpo di oggi, gli equilibri sono stati nuovamente toccati. Un’operazione che ha coinvolto 500 carabinieri, per un’indagine coordinata dalla DDA palermitana e dunque dal procuratore Messineo, dall'aggiunto Agueci, e dai sostituti Malagoli e Mazzocco. Sono 31 gli arresti tra vecchi e nuovi boss e gregari del mandaento di Bagheria che comprende le famiglie di Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia. Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapina, detenzione illecita di armi da fuoco e danneggiamento a seguito di incendio. Con Fiore sono stati arrestati anche Nicolò Grecos, Carlo Guttadauro, fratello di Filippo e Giuseppe, Giuseppe Comparetto, uomo d'onore di Villabate, ed Emanuele Modica, di Casteldaccia, Emanuele Cecala, originario di Caccamo, coinvolto nell'inchiesta sul tentato omicidio dell'anziano boss Pietro Lo Iacono. Nel corso delle indagini sono inoltre Modica e Cecala, sono stati identificati come gli esecutori materiali dell’omicidio di Antonino Canu, ucciso Caccamo il 28 gennaio 2006 perché chiedeva il pizzo senza alcuna autorizzazione e e del tentato omicidio di Nicasio Salerno a Caccamo il 23 agosto 2005. Un contributo fondamentale alle indagini è arrivato dai commercianti. 44 quelli che hanno hanno pagato il pizzo ma una ventina di loro ha denunciato quanto accaduto, seppur messo alle strette dall’ evidenza del fatto emerso dalle indagini. Un segnale, forte. "Un dato importante, mai accaduto prima", il comandante provinciale dei carabinieri Pierangelo Iannotti. “Nel corso delle attività d’indagine sono state accertate 44 estorsioni: 19 consumate, 25 tentate. Ben 18 ai danni di imprese edili e 16 ad attività commerciali. Per la prima volta in quel contesto ambientale ben 20 vittime hanno confermato la pressione estorsiva alla quale erano sottoposti alcuni anche da decenni”. Ma ad aiutare le indagini sono stati anche due pentiti, il killer Sergio Flamia e il geometra Enzo Gennaro.