

Comune di Catania ed ODA – Opera Diocesana di Assistenza – qualche settimana fa hanno concluso una transazione; poco più di 200.000,00 euro a chiusura di una pendenza nel cui merito non entriamo perché oggetto di un contenzioso che appunto si sarebbe così concluso.
Ci sono però delle anomalie che colpiscono e quindi, aderendo al nostro dovere di cronaca, le registriamo perché chi ha da agire agisca.
Ed infatti, secondo quanto prevede il regolamento comunale sulle transazioni, a queste, quando esse superano l’importo di 200.000,00 euro, si deve procedere sottoponendole al vaglio del Collegio di difesa.
Ma, la transazione ODA-Comune invece non è stata trasmessa al Collegio, in palese violazione della legge di regolamento, e ciò malgrado l’importo lo imponesse.
Analizzando poi il testo della transazione emerge come si sia in presenza non propriamente di una transazione ma di un riconoscimento integrale di quanto richiesto dall’ODA, se si fa eccezione per le spese legali, infatti, all’Opera è riconosciuta l’interezza della sorte di capitale.
Perché, dunque, chiamarla transazione?
E sta forse in questo riconoscimento dell’intero il perché del salto del Collegio di difesa.
Qualche giorno, infatti, il Collegio era stato investito, correttamente, dell’esame di un’altra transazione, questa volta tra il Comune di Catania e l’IPAB “Regina Elena”, ed in quest’occasione il Collegio aveva ben esercitato i suoi poteri prescrivendo un ulteriore taglio del 30% sull’intero richiesto.
Qualcuno temeva che passando per il Collegio si potesse fare i conti con l’applicazione della giurisprudenza dell’Organo di tutela del Comune?
Qualcuno non aveva voglia di risparmiare con l’ODA?
Per l’ODA si può chiudere un occhio?
Le risposte le attenderemmo da chi ha preso questa strana decisione.
Il Sindaco non mancherà di accertare come siano andate le cose e magari l’occasione sarà l’occasione per vigilare su cosa accade sulle tante transazioni che ultimamente sono state licenziate, soprattutto nel settore dei Servizi sociali!

