Romualdo Moschella e Giovanni Lo Schiavo: “Non hanno potuto fare altro, una volta saputo che avevano depositato le firme necessarie per lo svolgimento del referendum abrogativo dell'intesa sottoscritta il 6 settembre". "Bianco dia risposte concrete sul management lasciando fuori la politica da queste scelte strategiche" “Piove sul bagnato: i confederali rigettano l’accordo stipulato il 6 settembre con Amt”. Lo scrivono in una nota Romualdo Moschella e Giovanni Lo Schiavo, rispettivamente segretari di Faisa Cisal e Fast Confsal promotori di una raccolta firme tra i lavoratori per richiedere un referendum abrogativo dell’accordo siglato tra vertici aziendali e Cgil, Cisl, Uil e Ugl. “Non hanno potuto fare altro, una volta saputo delle 350 firme raccolte dai sindacati autonomi depositate ieri mattina in azienda” affermano Moschella e Lo Schiavo, soddisfatti per aver raccolto il numero di adesioni necessarie per lo svolgimento della consultazione interna. “E’ stata la vittoria dei lavoratori che - spiegano - hanno creduto alle nostre ragioni, anche se la partita sulla flessibilità dell’orario di lavoro e l’applicazione dell’ultimo Ccnl è ancora tutta aperta, per non parlare poi dei contributi che il Comune deve ancora alla sua Partecipata che fra il 2015 e il 2016, ammontano a circa 50 milioni di euro, motivo per cui, abbiamo proclamato per giorno 19 un’azione di sciopero di 24 ore”. I due sindacalisti, però, sono consapevoli che tutti i problemi dell’Amt restano lì sul tappeto, ancora irrisolti e ricordano come l’intesa ad avviso del Sindaco Bianco doveva giovare “alla ripartenza della Partecipata , tramite una migliore utilizzazione del personale e una migliore razionalizzazione della spesa”. “Il sindaco Bianco sull’ Amt – incalzano i due sindacalisti - deve dare risposte concrete ed immediate, deve mettere a capo dell’azienda, presidente e direttore Generale, persone qualificate, di alto profilo morale e nel contempo, deve dare loro i mezzi e quindi, le risorse economiche necessarie per poter gestire al meglio la Partecipata. In buona sostanza, a nostro avviso “dovrebbe lasciare fuori la politica da questo tipo di scelta strategica”.