Operazione della Squadra mobile che su disposizione del Gip del Tribunale di Catania ha sequestrato la società San Giuliano srl riconducibile a Salvatore Caruso, arrestato nell'operazione "Bulldog" per associazione per delinquere di stampo mafioso. Il Pitti, uno dei beni aziendali della San Giuliano era intestato a Gianluca Silvestro Giordano, compagno di Melinda Caruso, figlia di Salvatore. Il ristorante salì all'onore delle cronache il giorno dell'inaugurazione per la presenza del Ministro Alfano che comportò misure eccezionali alla viabilità e disagi per i residenti La Polizia, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha dato esecuzione a decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Catania, della società “San Giuliano s.r.l.” compresi tutti i beni aziendali mobili, immobili e mobili registrati, dalla stessa società posseduti, con particolare riferimento al ristorante “Pitti” in via Antonino di Sangiuliano 188/194.
Il provvedimento accoglie gli esiti di attività d’indagine, coordinata dalla locale Dda eseguita dalla Squadra Mobile in prosecuzione delle investigazioni che il 21 gennaio 2016 avevano condotto, nell’ambito dell’operazione “Bulldog”, all’esecuzione di ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso (famiglia Santapaola-Ercolano), intestazione fittizia di beni e furti, con l’aggravante di cui all’art. 7 Legge 203/91, per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall’art.416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’organizzazione mafiosa anzidetta. Tra i 15 arrestati, con l’accusa di avere fatto parte della citata associazione mafiosa, Roberto Vacante, di 51 anni, e Salvatore Caruso, di 62. Le indagini hanno evidenziato che la società “San Giuliano s.r.l.”, proprietaria del “Pitti”, ristorante riconducibile a Caruso, erano state fittiziamente attribuite al socio unico Gianluca Silvestro Giordano, di 37 anni, compagno di Melinda Caruso, di 32, figlia di Salvatore. Le indagini hanno, inoltre, evidenziato la distrazione di denaro (per un ammontare di circa 100 mila euro) dalle casse di altra attività di ristorazione già di proprietà di Salvatore Caruso, sottoposta a sequestro nell’ambito dell’operazione “Bulldog”, confluito nel finanziamento dell’operazione “Pitti”. A Melinda e Salvatore Caruso e Giordano è stato contestato il reato di intestazione fittizia di beni. A Giuseppe Caruso, figlio di Salvatore, è stata contestata l’appropriazione indebita di circa 85 mila euro distratti da altra attività di ristorazione attualmente sotto sequestro giudiziario. A Giordano è stata contestata anche la truffa ai danni dello Stato per essersi appropriato, con artifizi, di generi alimentari destinati ad altra attività di ristorazione sottoposta a sequestro giudiziario. A Francesco Salamone, Melinda Caruso e Giordano è stata contestata l’appropriazione indebita, con il sistema della mancata fatturazione, di parte degli incassi derivanti da altra attività di ristorazione sottoposta a sequestro giudiziario. Giordano e Melinda Caruso dovranno rispondere anche dell’appropriazione indebita, con l’utilizzo di un “Pos” mobile collegato ad un conto corrente intestato alla società gestore del “Pitti”, di parte degli incassi derivanti da altra attività di ristorazione sottoposta a sequestro giudiziario. Il ristorante Pitti salì all'onore delle cronache il 29 settembre dello scorso anno, giorno dell'inaugurazione, per la presenza del Ministro dell'Interno Angelino Alfano che comportò misure eccezionali alla viabilità. In quel caso, il PD di Catania aveva ritenuto “inaccettabile la chiusura di un intero quartiere con preavviso ai residenti solo la mattina, al fine di consentire la partecipazione di un Ministro all’inaugurazione di un ristorante”. Due furono gli aspetti criticati in quell'occasione: che Alfano fosse stato accompagnato a un evento non istituzionale da 48 auto blu e che le auto dei residenti fossero state rimosse e multate, senza un adeguato preavviso.