Il gruppo Nizza negli ultimi anni è riuscito a creare un vero e proprio “cartello” della droga con il monopolio delle piazze di spaccio nei quartieri di Librino, San Giovanni Galermo e San Cristoforo e, grazie ai cospicui profitti ricavati, ha acquisito un notevole peso all’interno del clan Santapaola. I proventi giornalieri del sodalizio si aggiravano intorno agli 80 mila euro Associazione mafiosa, traffico di armi e stupefacenti: questi i reati contestati ai 35 soggetti ritenuti appartenenti al clan Nizza, della famiglia Santapaola. I Nizza, capeggiati da Andrea Nizza- irreperibile dal dicembre 2014 ed inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno- avevano scelto come luogo di distribuzione di stupefacenti di vario tipo, tra cui hashish, marijuana e cocaina, Librino. L’attività investigativa ha avuto inizio con il ritrovamento di un maxi arsenale, composto da oltre 50 armi tra kalashnikov, pistole e fucili, effettuato dai Carabinieri sulla scorta delle prime dichiarazioni del collaboratore di giustizia Seminara Davide.
Le ulteriori dichiarazioni di recenti collaboratori di giustizia, riscontrate da attività di indagine tecnica e tradizionale, hanno permesso di ricostruire le attività e l’organigramma del sodalizio mafioso dei Nizza e fare quindi piena luce su uno dei gruppi più agguerriti e organizzati del panorama criminale catanese. Le investigazioni hanno consentito di documentare come il gruppo mafioso, operante nella zona di Librino e San Cristoforo e capeggiato rispettivamente da Fabrizio e Daniele Nizza, e di seguito retto da Andrea Nizza, avesse acquisito un peso determinante nell’ambito delle dinamiche mafiose all’interno di Cosa Nostra catanese, anche grazie all’investitura a rango di uomini d'onore di Fabrizio e Daniele avvenuta nel giugno 2008 ad opera di Santo La Causa, Carmelo Puglisi e Vincenzo Aiello. Il gruppo negli ultimi anni è riuscito a creare un vero e proprio “cartello” della droga con il monopolio delle piazze di spaccio nei quartieri di Librino, san Giovanni Galermo e San Cristoforo, e, grazie ai cospicui profitti derivanti da tale attività, aveva acquisito un peso notevole all’interno del clan Santapaola, essendo in grado di reclutare e retribuire centinaia di affiliati e di acquistare ingenti quantitativi di stupefacente da immettere sul mercato catanese garantendosi rilevanti flussi di denaro in contanti, prontamente riutilizzabili per investimenti economici e finanziari.
Oltre le piazze di spaccio gestite direttamente dal clan Nizza in persona, l’attività investigativa ha consentito, inoltre, di disarticolare ulteriori tre “piazze di spaccio” rifornite dallo stesso clan. Una facente capo ai fratelli Arena in viale San Teodoro, la seconda facente capo ai fratelli Caruana Dario e Giovanni e Nicolosi Giuseppe in viale Grimaldi. La terza infine era gestita dalla famiglia Marino in viale Librino. Secondo l'attività investigativa, la vendita di cocaina e marijuana era funzionale al sostentamento degli affiliati già detenuti e al mantenimento degli associati. Per quanto riguarda le attività di spaccio, ognuno dei componenti del gruppo aveva un proprio ruolo. Chi pusher, chi vedette, chi ancora responsabili delle piazze e infine coloro i quali assicuravano il continuo rifornimento di stupefacente, e con organizzazione di turni di vendita durante tutto l’arco della giornata, così riuscendo a garantire al sodalizio proventi giornalieri pari a circa 80 mila euro.
Gli arrestati sono stati associati al carcere di Catania Bicocca in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà nei prossimi giorni. Tra questi anche Salvatore Fonte, soprannominato “Turi da za Rosa”, figlio della nota titolare alcune attività commerciali nel settore della ristorazione. I nomi: Maurizio Arena, di 36 anni, Simone Arena, 27, Salvatore Auteri, 25 (ai domiciliari); Giovanni Edoardo Caruana, 24, Antonino Cocuzza, 42; Lorenzo Costanzo, 33; Salvatore Fonte, 48; Giuseppe Nicolosi, 42; Francesco Pirrello, 30; Sam Salvatore Privitera, 19; Marco Antonio Romeo, 36; Filippo Scordino, 27; Carmelo Sessa, 39; Agatino Torrisi, 32; Andrea Venturino, 20; Marcello Venturino, 36; Orazio Ursino, 23; Raffaele Marino, 49. Le ordinanze di custodia cautelari sono state invece notificate in carcere a: Massimiliano Arena, 33; Dario Caruana, 38; Giovanni Catalano, 35; Davide Celso, 25; Michele Celso, 40; Eros Salvatore Condorelli, 25; Mario Costa Cardone, 37; Agatino Cristaudo, 42; Martino Cristaudo, 41; Alessio Marino, 20; Gaetano Marino, 25; Carmelo Migliorino, 24; Giovanni Privitera, 41; Danilo Scordino, 28; Carmelo Sottile, 35.