Il Parlamento europeo ha approvato l’accordo di partenariato economico tra Ue e Stati africani. Dopo i pomodori del Marocco e l'olio tunisino arrivano le arance sudafricane: ennesimo duro colpo per la produzione locale Mentre a Bruxelles si prolungano le agevolazioni per le arance provenienti dal Sud Africa, il settore agricolo sprofonda sempre più in una pesante crisi. Con 417 voti favorevoli, 216 contrari e 66 astenuti, è stato pronunciato il “sì” all’Accordo di partenariato economico tra l’UE e gli Stati della SADC aderenti all’APE – che comprende il Botswana, il Lesotho, il Mozambico, la Namibia, lo Swaziland e il Sud Africa. Dopo l'olio tunisino e i pomodori marocchini, si è infatti dato il via libera all'accordo per tutelare le arance africane. In particolare, è stata estesa la tariffa agevolata per l’esportazione di arance fino al 30 novembre, con tanto di esenzione totale entro il 2025 dai dazi doganali. Una vera e propria bastonata per la nostra produzione agricola. L'accordo, infatti, aiuterebbe i Paesi dell'Africa ma sarebbe una penalizzazione per i prodotti agricoli europei, in primis per quelli italiani e in particolare il Sud, che vive principalmente di questo. A dirsi contrari i deputati Giovanni La Via e Michela Giuffrida. “Si tratta – dice La Via, Presidente della Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare dell’Europarlamento – di una decisione svantaggiosa per il Sud Europa, perché un prolungamento della tassazione agevolata, in questo periodo dell’anno, porterà ad un incremento delle arance sudafricane disponibili sul mercato UE, proprio in concomitanza con la nostra prima campagna produttiva, con gravi danni per le imprese e l’economia”. "Ho votato contro l'accordo di partenariato tra l'Unione Europea e alcuni Paesi dell'Africa meridionale, tra cui il Sud Africa, perché si tratta dell'ennesimo colpo alla nostra agricoltura, ai nostri agrumi, alle arance siciliane"- ha invece dichiarato l'eurodeputata Giuffrida che ha continuato- "Ho votato 'no' per oppormi all'invasione di arance provenienti da mercati esteri che è sempre più complicato tracciare e controllare, che falsano il prezzo dei nostri prodotti di eccellente qualità e che spesso non rispettano neppure i nostri standard fitosanatari". A dare il suo parere anche il vicepresidente Cia Giosuè Catania."Per l'agricoltura siciliana questa è competizione sleale- dice a SUD Press- la produzione in quei Paese comporta un costo di manodopera inferiore al nostro, inoltre noi siamo obbligati a rispettare le normative socio sanitarie e le norme di legittimità del commercio. Loro molto spesso non le rispettano, per cui c'è il rischio anche di importare dei pericolosi batteri. Dobbiamo già lottare con il Citrus Tristezza Virus, abbiamo 35mila ettari di agrumeti che devono essere estirpati per questo motivo". "Per quanto riguarda le arance- sottolinea il vicepresidente- l'anno scorso la produzione è stata enorme ma la crisi ha comportato la perdita del prodotto e la vendita a pochissimi centesimi. Con la produzione di olio siamo arrivati al -60% della produzione, quasi peggio di quella di anni fa. Vi è stato l'accordo con la Tunisia per l'importazione delle cinquemila tonnellate l'anno e ad essere penalizzata è sempre la Sicilia. Per finire i pomodori: lo scorso anno sono stati prodotti a sottocosto e venduti allo stesso modo." "L'importazione- continua Catania- riguarda prodotti che fanno direttamente concorrenza a quelli siciliani. Ci sono diverse cose che noi proponiamo. Intanto crediamo sia giusto ridiscutere i trattati commerciali con i Paesi del nord Africa, si dovrebbe inoltre determinare il blocco delle importazioni attraverso controlli sulle norme sanitarie. "Per ultimo- dice ancora-credo che il Governo dovrebbe dare più attenzioni alla difesa delle nostre produzioni agricole." "Serve un cambio di rotta- conclude Catania- servono degli investimenti ed è necessario incrementare le risorse. Se si investisse nell'agricoltura e si rilanciasse, si ridarebbe impulso anche l'economia complessiva."