Branchi di cani che scompaiono, avvistamenti di pit bull in stabili fatiscenti, cani trovati morti nei posti più disparati e un giro d’affari che cresce nel silenzio. Questo è il degradante fenomeno dei combattimenti clandestini. Catania, Palermo e Trapani si distinguono in questo "primato". I crimini contro gli animali sono sempre meno tollerati oggi, ma del fenomeno dei combattimenti clandestini troppo poco se ne parla e gode di quel silenzio chi lo nutre e lo rende una piaga agghiacciante e pericolosa. Tante le segnalazioni e i casi in Sicilia al punto tale da essere diventata una delle regioni italiane dove il fenomeno è molto presente. Secondo i dati del Rapporto Zoomafia 2016 alcuni episodi risalenti al 2015 hanno permesso di tracciare un quadro del fenomeno con caratteristiche ben precise. Tra gli episodi più significativi avvenuti in Sicilia, anche Catania non è da meno purtroppo. Ecco una mappa dei casi più significativi: a Catania il 5 marzo 2015 le Forze dell’Ordine durante un controllo a seguito di diverse segnalazioni trovano cani da combattimento all’interno di alcuni garage. Si tratta per l’esattezza di nove cani trovati in pessimo stato di salute e condizioni igieniche precarie. A riguardo sono state denunciate quattro persone. Dal Rapporto Zoomafia emerge anche la situazione poco felice di Palermo con tre episodi particolari: in un palazzone requisito dal Comune nel 1999, situato in via Brigata Aosta, alcuni cittadini segnalano la presenza di un pitt bull senza padrone sulla terrazza di un palazzo. Secondo i residenti dei palazzi vicini, dato lo stato di degrado dello stabile, nella struttura era molto probabile che si organizzassero combattimenti clandestini di animali. Infine Trapani: a Erice il 2 maggio 2015 trovati 4 pit bull senza micro chip. A Trapani nel giugno 2015 le guardie zoofile Oipa trovano a seguito di un sopralluogo nella casa di un pregiudicato, su un terrazzo, il corpo senza vita di un pit bull. 30 novembre 2015 viene scoperto dalle Forze dell’Ordine un pitt bull prigioniero all’interno di un recinto metallico, in un appartamento. Il cane riporta segni di lotta e ferite aperte. Dopo due giorni viene trovato per strada un pitt bull con ferite da morsi. Il quadro non è certo dei migliori e una serie di elementi accomunano tutti questi casi: i cani sono sempre pitt bull, spesso vengono trovati o morti o feriti in garage o palazzi abbandonati, le condizioni degli animali sono spesso di detenzione forzata in pessimo stato igenico-sanitario. Tutto per scommesse clandestine, uno dei tanti business del mondo criminale che sfrutta l’animale per il proprio interesse. Intanto il fenomeno silenzioso dei combattimenti clandestini continua a mietere vittime a quattro zampe. Ecco il rapporto 2016:
Giri di scommesse sono il motore di tali atroci combattimenti tra cani. Un fenomeno che lascia tracce silenziose come i pit bull spesso trovati in pessime condizioni, con ferite aperte, o addirittura morti, in garage, posti fatiscenti o stabili abbandonati.
Il 30 gennaio 2015 Palermo è protagonista di un’operazione da parte delle Forze dell’Ordine, nel quartiere Brancaccio, che porta all’individuazione di tre spazi utilizzati probabilmente per i combattimenti clandestini: un prefabbricato in legno e alluminio, un garage in disuso e un vecchio calzaturificio. Durante quest’occasione vengono recuperati tre pit bull e un meticcio, sofferenti e costretti a vivere in condizioni pessime dal punto di vista igienico, con sangue raggrumato in varie parti del corpo e tenuti segregati. I cani vengono trovati legati a una catena corta con cicatrici e tagli lungo tutto il corpo, segno di scontri e combattimenti. E all’interno di un sacco della spazzatura viene trovato un cane morto.
E ancora, il 25 maggio 2015, all’interno di una rivendita di bombole, nella zona del carcere Pagliarelli, viene trovato il corpo senza vita di un pit bull coperto da un lenzuolo bianco.