All'inaugurazione della Torre Biologica dell'Università di Catania, che ospiterà le Facoltà di Medicina, Scienze e Farmacia, con relativi laboratori in via Santa Sofia, oltre alla pioggia vera e propria, sono piovuti anche numeri. Cronaca semi-seria di un evento con il Premier Renzi e il sindaco Bianco Il pomeriggio di suo non è tra i migliori. Pioggia a catinelle, ma non importa, l'evento è atteso da tempo e poi c'è il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che sta per arrivare. Niente domande però, per carità, ripete il suo addetto stampa giunto da Roma per la due giorni sicula del Premier. Il capo del Governo ha un'agenda fittissima e non può fermarsi con i giornalisti, ci sarà tempo per le interviste. Ne farà solo due per Regione, vociferano i ben informati sulla campagna elettorale referendaria di questi giorni. Due fortunati, forse estratti a sorte. Che intanto restano confinati, così come tutti gli altri giornalisti, in una sorta di recinto, approntato in tutta fretta al centro del cortile davanti l'ingresso, l'unico posto con una tettoia per ripararsi dalla pioggia scrosciante. Nel frattempo, le autorità sfilano accanto alle transenne gialle che trattengono la stampa, una ad una, dal sindaco Enzo Bianco al prefetto Guia Federico e poi ancora l'Arcivescovo Metropolita Salvatore Gristina, deputati, assessori, direttori generali, professori, personalità di ogni genere. Dopo più di un'ora di attesa al vento e al freddo, ecco il Premier, accolto dal Rettore Giacomo Pignataro, dal primo cittadino e dal prefetto. Tutto sommato "quasi in orario", siamo fortunati, sospirano in molti. Rapido taglio del nastro, come in ogni inaugurazione che si rispetti, breve giro delle Torri biologiche, laboratori, macchinari, viene mostrato tutto in venti minuti e quindi tutti in sala dove il resto dei partecipanti, che non ha preso parte al tour, siede già comodo in attesa dei discorsi. Che non tardano ad arrivare. Il primo a prendere la parola è il Rettore Pignataro, che dopo i ringraziamenti di rito, anche al "già Rettore Latteri che pensò a quest'opera con lungimiranza", afferma, illustra brevemente leggendo il suo discorso, quanto l'Università abbia fatto in questi ultimi anni e la crescita raggiunta in poco tempo anche in virtù della spinta di "importanti insediamenti dedicati alla Ricerca, con una straordinaria concentrazione di risorse umane e materiali e un'eccellente sinergia con le istituzioni". Quindi è il turno del sindaco Bianco che si rivolge al presidente del Consiglio : "Caro Presidente -esordisce- il territorio che lei ha visto dall'alto, nonostante il maltempo, è dotato di un aeroporto, un porto in continua crescita anche dal punto di vista turistico oltre che commerciale, e un sistema infrastrutturale che oggi è dotato di ben tre autostrade, la Catania-Siracusa-Gela, la Catania-Palermo e la Catania-Messina alle quali si aggiungono -continua Bianco- il progetto definitivo già appaltato della Catania-Ragusa che ha varato il suo Governo, e una tangenziale che gira attorno a Catania e per la quale l'Anas si è impegnata a fare una terza corsia". "Insomma -afferma con orgoglio- un sistema infrastrutturale sicuramente all'avanguardia". Una città all'avanguardia, dice il sindaco, pensando forse di vivere a Bolzano e dimenticandosi dei mille problemi e delle mille difficoltà che i cittadini sono chiamati ad affrontare nella "modernità", a partire da tutto ciò che ha fatto di Catania una delle città che langue nei bassifondi della classifica dell'ecosistema urbano che Legambiente ha stilato proprio in questi giorni, posizionando Catania al 97° posto su 104 capoluoghi di provincia a causa della mancanza di un sistema di depurazione delle acque, della perdita di acqua, della situazione dei rifiuti e del trasporto pubblico, piste ciclabili non all'altezza e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare delle autostrade "eccellenti" che si stanno sbriciolando pezzo dopo pezzo, costringendo i poveri automobilisti a pericolose gimkane tra frane, smottamenti e crolli (vedi la Catania -Palermo o la Catania-Messina) o gallerie perennemente al buio (Catania-Siracusa). E poi, ancora, il sindaco ricorda il miliardo e 156 milioni di euro che il Governo ha impegnato per Catania e di cui nessuno ancora si è accorto. "Un parco di finanziamenti e progetti che nessuno ha mai visto prima, da quelli del Pon Città metropolitana 86 milioni di euro, al Programma operativo Fesr Sicilia 42 milioni di euro, dal "Patto per Catania" firmato al teatro Bellini, 739 milioni di euro, 289 milioni dal "Patto per la Sicilia" firmato nella Valle dei Templi". "Una quantità di risorse per realizzare -prosegue il sindaco- ben mille infrastrutture destinate sia a migliorare la qualità della vita, sia al risveglio del sogno dell'Etna Valley". Alla faccia degli scettici. Questo, grazie allo "spirito di squadra" che c'è nella città, secondo il sindaco. Bellissime parole, preferiamo lasciare ai lettori eventuali commenti. Ad intervenire quindi è il premier Renzi che "bacchetta" il sindaco sui numeri: "Si è dimenticato dei 44 milioni di euro" decisi proprio oggi in Consiglio dei Ministri. Una pioggia di denaro insomma, che farà ancor più di Catania la città da invidiare, quella "Wonderland" che si raccontano tra di loro e dove finora non ci siamo accorti di vivere. Ma dove siamo stati fino adesso, su Marte?