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Emergenza idrica, Catania in cerca d’acqua tra attese e serbatoi da sistemare

14-01-2025 06:00

Giacomo Petralia

Cronaca, HOMEPAGE IN EVIDENZA, Emergenze,

Emergenza idrica, Catania in cerca d’acqua tra attese e serbatoi da sistemare

Con infrastrutture e attese del genere, la crisi idrica non può che assetare Catania e la Sicilia.

Sebbene sia ancora piuttosto lontano il periodo più afoso e impegnativo dell’anno, col quale la Sicilia si ritroverà a dover fare i conti, non si può certo dire che l’Isola abbia dato il benvenuto a questo 2025 con i dati più confortanti dal punto di vista idrico.

 

Come testimoniato dal sito dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), lo scorso 10 gennaio, l’Osservatorio del Distretto idrografico ha in effetti confermato il massimo stato di severità idrica per l’intero territorio della Trinacria.

 

Non è proprio un caso che, nel novembre 2024, sulla scrivania del commissario delegato all’emergenza idrica per l’agricoltura, Dario Cartabellotta, giungano oltre 3.000 richieste da parte di singoli agricoltori, imprese e addirittura comuni, ansiosi di accedere a contributi a fondo perduto da destinare alla costruzione o al miglioramento di vasche, serbatoi e pozzi per la raccolta dell’acqua.

 

Quando si vaga in pieno deserto, disperatamente, anche la semplice idea di un freschissimo sorso può calmare la sete.

 

Dissetarsi

Alle ore 10:00 dell’ormai distante 15 luglio 2015, nei locali dell’U.R.E.G.A. (Ufficio Regionale per l’Espletamento di Gara per l’Appalto di lavori pubblici) sito in Piazza San Francesco di Paola, si riunisce una commissione che ha il compito di espletare una gara d’appalto, indetta dal comune di Catania, riguardante il sistema idrico di adduzione dei serbatoi cittadini di proprietà della Sidra S.p.A.

 

Il primo stralcio di questa gara d’appalto, che ha in oggetto la ristrutturazione, il risanamento e il completamento della rete di trasporto primaria nonché gli interventi ai serbatoi esistenti nella zona di Cerza, è finanziato con un importo complessivo pari a 4.330.738 euro; parte di questa somma proviene da fondi propri di Sidra.

 

Si tratta di una gara piuttosto serrata, alla quale partecipano infatti ben 64 ditte; “solo” 62, però, vengono ammesse e, alla fine, sono la nissena Demetra Lavori s.r.l. e la catanese MA.GE.CO. s.r.l. ad aggiudicarsi la partita.

 

Circa due anni più tardi, nel 2017, con un comunicato pubblicato sul sito ufficiale del capoluogo etneo, l’allora primo cittadino Enzo Bianco si concede delle previsioni in merito ai lavori: questi, si reputa, potranno ritenersi conclusi nel maggio del 2018.

 

Ad ogni modo, nello stesso comunicato si sottolinea che quest’intervento “rappresenta un primo stralcio di un ben più ampio progetto, finalizzato a mettere in sicurezza il sistema di adduzione idrica primaria al Comune di Catania dal punto di vista statico, igienico sanitario e del rischio di crisi idriche diffuse e prolungate”. Un sistema di adduzione, si aggiunge, “costituito da infrastrutture mai completate o vetuste”.

 

Vagare nel deserto

Tra le “infrastrutture mai completate o vetuste”, come descritto nel comunicato, non è possibile non menzionare i serbatoi Soprana e Fossa Creta, alla ricerca delle cui acque si vaga per diversi anni.

 

Fino alla mattina del 17 maggio 2023.

 

In questa data, e più precisamente alle ore 9:10, una nuova commissione si riunisce negli stessi ambienti dell’U.R.E.G.A.: questa volta, si discute finalmente dell’atteso secondo stralcio della gara d’appalto inerente al completamento e al risanamento della rete di trasporto primaria.

 

Ad 8 anni di distanza dalla prima, questa “seconda manche” di lavori ha come oggetto proprio il collegamento dei nodi-serbatoio di Soprana e di Fossa Creta.

 

Nel secondo ed ultimo verbale di gara, stilato poi durante la mattinata del 26 maggio, la commissione mette nero su bianco i nomi delle tre aziende che prenderanno parte a questi lavori, ossia Sicilverde s.r.l., Costruzioni Piveco s.r.l. e Two Smart Building s.r.l.

 

Le tre ditte, capitanate da Sidra S.p.A., hanno dunque il compito di intervenire al fine di rendere “più funzionale e flessibile il sistema di adduzione idrico, nell’ottica della gestione del servizio integrato all’interno dell’ambito territoriale”, in favore di una popolazione beneficiaria di circa 270.000 persone.

 

Con un costo pubblico equivalente a 14.115.658 euro, una somma erogata grazie al Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, al 31 ottobre 2024 il progetto risulta “in corso” nonostante due grandi assenti: un’effettiva data d’inizio dei lavori ed un qualsivoglia monitoraggio dei pagamenti erogati finora.

 

Lo stesso destino pare toccare anche al terzo e finale stralcio, consistente nei lavori di collegamento dal dissabbiatore alla camera di manovra ubicata nella località di Ficarazzi: per quest’ultimo step, i finanziamenti stabiliti ammontano a poco più di 14.000.000 di euro. Anche in questo caso, però, una delle pochissime cose certe è la data in cui si prevede la conclusione dei lavori, ad aprile di quest’anno.

 

Ma c’è ancora tempo.

 

A non sembrare un caso non è neanche il comunicato rilasciato alcuni giorni addietro proprio da Sidra: la società, infatti, rende nota l'esecuzione di turnazioni e di sospensioni del servizio nelle diverse aree della città dell'Elefante, a causa della grave carenza di risorse idriche a disposizione.

 

In fin dei conti, non basta la semplice idea di un freschissimo sorso d’acqua per dissetarsi?

 

 

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