Più di mille euro al mese di pensione, oltre all'indennità di accompagnamento, per un totale di 200mila euro circa. Tanto ha percepito per ben 9 anni, dal 2008 ad oggi, l'ergastolano e boss mafioso Maurizio Galletta, 50 anni, arrestato questa mattina dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia guidata da Renato Panvino coordinata dalla Procura Distrettuale Antomafia di Catania diretta dal procuratore Carmelo Zuccaro. IL VIDEO E L'INTERVISTA Indagati anche otto medici tra privati e ospedalieri, alcuni del Policlinico di Catania, sui nomi dei quali però vige ancora il massimo riserbo, ma gli interrogatori sono cominciati già stamattina. Galletta è ritenuto uno degli elementi di spicco del gruppo di fuoco del clan Santapaola-Ercolano, condannato all'ergastolo per tre omicidi, commessi negli anni '90, quelli di Salvatore Vittorio del clan "a Savasta", Angelo Di Pietro e Giulio Magrì. L'arresto è avvenuto a Vaccarizzo dove il pregiudicato si trovava agli arresti domiciliari dal 2008 per le sue precarie condizioni di salute, su disposizione del tribunale di Bologna mentre era in carcere a Parma, dopo essere stato trasferito in ben 17 case circondariali. In realtà , da qui il nome dell'operazione "Lazarus", Zuccaro aveva "aggravato" le sue patologie grazie alla compiacenza di alcuni medici. Dalle indagini è emerso che Zuccaro era stato visitato più volte in studi privati e anche al Policlinico da dove pare siano usciti certificati che accertavano la sussistenza di condizioni cliniche tali da essere "incompatibili con il regime carcerario". Ma, oltre ad uscire nel cortile e all'interno del residence "Il Delfino" di Vaccarizzo, il boss, nonostante le avverse attestazioni mediche, era capace di camminare perfettamente, uscire, guidare la macchina, salire su ponteggi, insomma, tutto ciò che un malato nel suo stato non avrebbe potuto fare. Per aggirare i controlli, il malvivente si era anche circondato di un sistema di videosorveglianza, grazie anche alle mura perimetrali molto alte del residence, che gli consentiva di vedere chi entrava e usciva dal cancello e quindi di farsi trovare a casa con mascherina e altri strumenti tali da ingannare le verifiche. Oltre a Galletta sono stati arrestati anche il cognato Rosario Testa, 42 anni, attualmente detenuto in carcere a Palermo, e un rumeno, a sua volta detenuto in Romania, entrambi per detenzione di arma da fuoco, il primo in luogo pubblico e il secondo per l'illegalità del fatto. Indagati inoltre, per intestazione fittizia di beni, anche i generi del boss, Antonino Luigi Ragusa e Carmelo Spampinato, incensurati. Alla società di entrambi erano stati intestati un distributore di carburante con annesso lavaggio e bar a San Giovanni la Punta e un altro ad Acitrezza. GUARDA IL VIDEO E L'INTERVISTA A RENATO PANVINO https://www.youtube.com/watch?v=yeFXNFNS_-k https://www.youtube.com/watch?v=pudkvzcfpVs