Immediatamente dopo l'inchiesta di Sudpress sulle partecipate catanesi si è dimesso uno dei consiglieri. E' Concetto Russo, in quota Pd, presidente del Consiglio Comunale di Trecastagni. L'Amministrazione Bianco perde così un altro pezzo dei cda delle partecipate. Contattato da Sudpress, in merito alla questione dell'inconferibilità della presidente dell'Asec Garigliano, sollevata dal nostro giornale appena ieri, l'ex consigliere Russo si affretta a precisare che lo ha fatto "per motivi strettamente personali". Motivi personali o meno, l'Asec Spa presieduta da Francesca Garigliano, adesso deve fare i conti con un cda senza una gamba. Sarà una coincidenza, forse, ma appena ieri Sudpress aveva denunciato l'inconferibilità della nomina della presidente perché, dal 2013 al 2016, aveva ricoperto lo stesso incarico nella società controllata dall'Asec spa, cioè l'Asec Trade che vende l'energia e gestisce i servizi alla clientela. Con la relativa nullità degli atti del cda. Appena un mese fa, esattamente il 7 febbraio, l'azienda aveva dovuto sostituire in fretta un altro consigliere, Salvatore Di Giovanni, dipendente comunale a cui era stata conferita l'Alta Professionalità ed era stato trasferito dalla Direzione Personale alla Direzione Partecipate del Comune e che quindi, per correttezza, si era dimesso per incompatibilità. "Mi sono dimesso per questioni personali -afferma Russo-. Ho saputo questa mattina del vostro articolo sulla possibile inconferibilità della presidente Garigliano e mi sono fatto una cultura in merito. Ma le assicuro -giura- che la mia è una condizione personale perché mi sono reso conto che non potevo garantire una presenza giornaliera essendo io consigliere comunale a Trecastagni. Sono stato nominato a settembre e la decisione di dimettermi l'avevo presa già a fine anno. Ho tergiversato perché c'erano decisioni importanti da prendere, consigli di fine anno, assemblea dei soci. Inoltre bisognerà cambiare lo Statuto per applicare la legge Madia e sostituire il cda con l'amministratore unico. L'iter è già partito, ci stavamo lavorando. Può sembrare strano, se avessi letto il vostro articolo ieri pomeriggio avrei probabilmente aspettato qualche giorno, ma ripeto non c'è una correlazione con le mie dimissioni." "Non credo che abbiano individuato un sostituto - dichiara- e non ho avuto modo di conoscere l'altro consigliere che ha sostituito Di Giovanni perché non sono stati convocati consigli nei quali ci siamo potuti incontrare". "Ringrazio per l'esperienza che ho potuto fare in azienda che comunque tra tutte le partecipate è forse la più sana" dice. "Riguardo all'inconferibilità del presidente non saprei dire quali potrebbero essere le conseguenze, si valuterà e non sarò io a farlo. Vivo lontano dalla politica di Catania". Una stranezza anche perché per sua stessa ammissione la sua nomina è stata politica. "Queste sono sempre nomine di natura politica", ammette, lui con due lauree, una in lettere e una in filologia moderna, con l'abilitazione all'insegnamento e in attesa di sistemazione. E comunque, al di là dei motivi, il sindaco Bianco, per l'ennesima volta dopo le dimissioni o i rifiuti a raffica in buona parte della partecipate, tra Comune e Città Metropolitana, Amt, Pubbliservizi e adesso Asec, si trova tra le mani un'altra gatta da pelare. E ancora non è finita. Chissà se alla Multiservizi non succederà qualcosa...
Resta il tema delle responsabilità personali dei consiglieri per gli atti compiuti a rischio di nullità per gli incarichi inconferibili.