Si trova in uno stato di totale abbandono la vecchia sede dell’istituto scolastico Vitaliano Brancati, di viale Nitta, al limite tra i quartieri Villaggio S. Agata, Librino e San Giorgio. Una scuola che, a seguito dello sgombero del Collegio dei Gesuiti di via Crociferi, nel 2009, sarebbe stata assegnata ma mai consegnata all’Istituto Statale d’Arte Continua così la battaglia di Sudpress contro lo spreco e l’abbandono di edifici pubblici nei quartieri difficili della nostra Città. Le immagini sono terrificanti, uno scenario da film horror. Lo stabile lasciato in mano ai vandali, non presenta più nemmeno neanche il tetto. Calcinacci ovunque, scale che non conducono da nessuna parte, due campetti, uno da calcio e uno da basket, e una palestra totalmente distrutti. Buchi nei muri, pezzi di auto, probabilmente rubate, resti di televisori sparsi ovunque, una discarica non autorizzata insomma. L’unica cosa rimasta intatta, tra le varie “opere d’arte” dei writers di strada, è un disegno fatto nei muri dai bambini che fino al 2009 studiavano in quelle classi. Dal 2012, dopo il trasferimento degli uffici della segreteria e della direzione della scuola d’infanzia, l’istituto ha smesso di essere frequentato, diventando sede di drogati, ladri e teppisti. «Un monumento all’incapacità della salvaguardia del patrimonio comunale» dichiara a Sudpress con voce rattristata Cristina Cascio, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Angelo Musco. «Nel luglio 2013, dopo qualche mese dall’insediamento della Giunta Bianco, abbiamo fatto una riunione nello stesso plesso con l’assessore Saro D’Agata, insieme al comitato Librino Attivo e ai presidi del quartiere Santo Molino e Cristina Cascio – sostiene Sara Fagone, responsabile delle periferie della CGIL–. In quell'occasione abbiamo chiesto di ospitare, all'interno dell'edificio, la sede delle associazioni del quartiere e di trasferirvi, come promesso dal sindaco Bianco in diverse occasioni, almeno un assessorato del Comune, con impiegati che ci lavorassero tutti i giorni, in modo tale da non dare tempo ai vandali di distruggerlo, ma non siamo stati ascoltati». «Alla nostra richiesta di assegnare lo stabile anche solo momentaneamente alle associazioni, ci era stato risposto dall’assessore con delega a Librino, D'Agata, che il Governo Regionale aveva un’altra idea in merito all’utilizzo dell'ex scuola, e quindi non era sensato destinarla ad altro -continua la preside–. Di fatto, però, non se n'è fatto più nulla lasciando che tutto andasse in malora». «A seguito delle pressioni da parte degli insegnanti dell’Istituto d’Arte, di genitori e politici, tra cui Luca Spataro, ex segretario del Partito Democratico etneo, il fabbricato non è più stato assegnato ad alcuna scuola superiore -afferma Giovanni Cannavò, vice presidente della sesta municipalità– uno spreco di risorse e di denaro oltre che un danno all’immagine del quartiere. Anche i nostri figli e nipoti hanno il diritto di essere considerati come tutti gli altri». I residenti del quartiere, insomma, non chiedevano altro che mettere i ragazzi nella condizione di avere la scuola superiore nel quartiere, come tutti i ragazzi del mondo. Una decisione che avrebbe certamente diminuito la dispersione scolastica riguardante l’istruzione di secondo grado, che in quest'area supera il 20 per cento. Numeri purtroppo, che fanno paura ma che, si teme, resteranno tali grazie all'indifferenza di un'Amministrazione che, come al solito, rimane colpevolmente sorda.